Gli incendi che stanno coinvolgendo l’area sud di Los Angeles sono al centro della comunicazione mediatica, con i numerosi sviluppi delle fiamme e i devastanti effetti sulla popolazione e il territorio. Oltre le innumerevoli residenze andate distrutte, anche studi, gallerie e musei hanno subito la furia di un incendio difficilmente controllabile e gestibile, anche se grazie a nuovi strumenti e costanti aggiornamenti delle tecniche di sicurezza, alcune strutture hanno resistito quasi indenni ai danni.
Migliaia di ettari tra Palisades, Eaton e Hurst sono state rase al suolo dalle fiamme cancellando per sempre segni indelebili che sono stati simboli e istituzioni cardine del luogo.
Il Judith Center è un centro non profit di ricerca e produzione artistica fondato dall’artista Kathryn Andrews: la parità di genere è il comune denominatore delle opere esposte e dei progetti promossi dalla struttura, con una direzione fortemente innovativa e rivoluzionaria. La fondatrice, come molti altri suoi colleghi riporta sui canali social il senso di disorientamento e disperazione che ha colpito chi ha perso la casa o lo studio in queste ultime ore: tra i post nomi di artisti conosciuti ma anche molti riferimenti alle raccolte fondi in corso come Grief and hope che punta a raggiungere la cifra di 500.000 dollari in seguito a segnalazioni attive dei cittadini desiderosi di offrire supporto e aiuto alla community artistica locale.
Alto Beta è una galleria di Altadena nata nel 2022 che espone opere di artisti emergenti, dall’arte figurativa, alla scultura e alla ceramica: qualche giorno fa è stata completamente distrutta dalle fiamme in arrivo da Eaton e con sé ha portato anche l’esposizione dell’artista Mary Anna Pomonis aperta qualche giorno prima. Il proprietario Brad Eberhard posta con tristezza e rassegnazione il video in cui il fuoco ingloba totalmente la struttura.
Il Zorthian Ranch annuncia il passaggio dell’incendio tramite il profilo Instagram, con immagini in cui risulta impressionante e evidente la forza e l’energia che ha ridotto in cenere l’intero complesso. Una residenza artistica fondata nel 1949 da Jirayr Zorthian, armeno ma americano di adozione, interamente all’insegna dell’autonomia energetica, del riciclo dei materiali urbani e della creazione di una vera e propria comunità bohemienne.
Il Bunny Museum, il Lake Avenue museum, il Theosophical Library Center sono solo alcuni dei nomi delle altre istituzioni che hanno perso per sempre il loro patrimonio e che sfortunatamente non hanno avuto il modo e il tempo di difendersi dalla catastrofe.
Unico caso esemplare è la Getty Villa, edificio costruito per volere del tycoon J. Paul Getty che ospita oggi tesori e antichità di valore inestimabile: il racconto della direttrice Katherine E. Fleming ripercorre azione per azione l’intervento coordinato dello staff della villa in comunicazione con il team del Getty Center di Brentwood, in un susseguirsi di allerte, accorgimenti fondamentali, azioni di monitoraggio che hanno determinato la salvezza del museo e del suo contenuto. Nonostante gli sforzi per proteggere le gallerie e gli archivi con sistemi di trattamento dell’aria all’avanguardia, alcune opere d’arte sono state danneggiate dal fumo e dal calore. La direzione del museo ha dichiarato che saranno necessari mesi per valutare l’entità dei danni e avviare i lavori di restauro. Tra gli edifici minacciati dalle fiamme vi sono alcune delle più importanti architetture del Novecento. La Eames House, o Case Study House No. 8, realizzata da Charles e Ray Eames nel 1949, è stata evacuata in fretta, con la rimozione di alcuni oggetti prima dell’arrivo dell’incendio. La Eames Foundation ha monitorato attentamente la situazione per valutare i danni subiti.
Molte gallerie e istituzioni artistiche che non rientrano nel raggio dell’incendio, tra cui il Museum of Contemporary Art, il Broad, Academy Museum of Motion Pictures e la University of CaliforniaLos Angeles (UCLA), hanno rimandato o fermato momentaneamente le attività per movimentare campagne e messaggi di supporto a supporto delle realtà colpite.
Gli incendi inoltre, hanno causato la cancellazione o il rinvio di numerosi eventi culturali. La cerimonia dei Critics Choice Awards, prevista per il 12 gennaio, è stata posticipata al 26 gennaio presso il Barker Hangar dell’aeroporto di Santa Monica. Joey Berlin, CEO della Critics Choice Association, ha espresso solidarietà a coloro che stanno combattendo contro i devastanti incendi e a tutti coloro che sono stati colpiti. Anche l’annuncio delle nomination agli Oscar è stato rinviato dal 17 al 19 gennaio, con l’estensione della finestra di voto fino al 14 gennaio, a causa degli incendi.
Anche le produzioni cinematografiche e televisive hanno subito interruzioni significative. Gli studios di Walt Disney, Universal e Warner Bros hanno chiuso i loro uffici e interrotto le produzioni a causa della vicinanza agli incendi. Le riprese di serie televisive come “Grey’s Anatomy”, “NCIS” e “Doctor Odyssey” sono state sospese, così come la registrazione di programmi come “Jimmy Kimmel Live” e “After Midnight”.