Dopo la testimonianza di Maurizio Galimberti, proseguiamo il nostro omaggio a Oliviero Toscani attraverso il ricordo di chi lo ha conosciuto o è stato ispirato dal suo lavoro. Le sue immagini non erano solo scatti iconici, ma veri e propri manifesti visivi che hanno rivoluzionato il modo di comunicare, lasciando un’impronta indelebile nella storia della fotografia.
Francesca Malgara, fotografa e direttrice artistica di MIA Photo Fair, ha incontrato Toscani attraverso i suoi lavori, e ricorda quanto fosse già riconosciuto come un maestro negli anni della sua formazione: “Quando ero a Londra nel 1992 a studiare fotografia, mi ricordo che ho studiato le immagini fotografiche realizzate da Oliviero Toscani. Già allora era utilizzato come case study perché aveva rivoluzionato l’utilizzo della fotografia attraverso i suoi lavori, che hanno cambiato radicalmente il ruolo di comunicare.”
Il suo lavoro, studiato e analizzato in scuole e università di tutto il mondo, rappresentava un nuovo modo di pensare e utilizzare l’immagine. Toscani ha dimostrato che la fotografia non è solo estetica, ma anche uno strumento per stimolare riflessioni profonde. “Con quelle immagini,” prosegue Malgara, “ci ha invitato a riflettere facendoci guardare oltre.”
La capacità di Toscani di trasformare ogni fotografia in un messaggio sociale, spingendo lo spettatore oltre i confini della superficie, è ciò che lo ha reso unico. Il suo contributo non si limita alla tecnica, ma tocca l’essenza stessa della comunicazione visiva, ridefinendo il rapporto tra arte, messaggio e pubblico.
“Ci mancherà moltissimo,” conclude Malgara, riassumendo in poche parole il senso di perdita per un maestro che ha lasciato un vuoto, ma anche una straordinaria eredità.
Attraverso le parole di chi lo ha conosciuto, come Francesca Malgara, emerge ancora una volta l’immagine di Oliviero Toscani come un pioniere, un genio capace di usare la fotografia per cambiare il mondo. Un invito, il suo, a non smettere mai di guardare oltre.