Nan Goldin e l’intimismo che spopola nell’era dei social media
Dopo Cindy Sherman, una nuova super-big della fotografia contemporanea si è convertita al magico mondo di Instagram. Stiamo parlando di Nan Goldin, diventata famosa negli anni ’80 grazie alle fotografie intimistiche raffiguranti se stessa e i suoi amici. Con le sue opere Nan Goldin è stata in grado di cogliere la parte trasgressiva e nascosta della vita della città con un approccio introspettivo ed emozionale. Ma non solo: la Goldin ha reso con uno stile inconfondibile i ricordi privati delle vere e proprie opere d’arte come il celebre Autoritratto un mese dopo essere stata picchiata.
Le fotografie della Goldin, indagando la dimensione privata e quotidiana dell’essere umano, possono essere considerate come anticipatrici dell’era dei social media e in particolare proprio di Instagram, dove ogni giorno vengono condivise fotografie che raccontano ogni momento della nostra giornata. Ma l’artista sembra non essere d’accordo e prende subito le distanze dall’assegnazione di questo primato!
“I’m not responsible for anything like social media, am I? Tell me I’m not,” Goldin asked the New York Times. “It can’t be true, but if it is, I feel terrible.”
Il 14 dicembre, dunque, è stato inaugurato l’account ufficiale @nangoldinstudio con lo scatto “Joey and Andres in Hotel, Askanischer Hof, Berlino 1992”. In realtà Nan, recentemente in mostra alla Triennale di Milano con la sua serie più famosa, “The Ballad of Sexual Dependency” un po’ social lo era già: la stessa mostra, al MoMA di New York nel 2016, aveva totalizzato con l’hashtag #NanGoldin ben 18mila condivisioni.
Finora, l’account di Nan Goldin ha raggiunto circa 11.3K followers, ma siamo solo all’inizio!