La reinterpretazione dei tappeti azeri tradizionali di Faig Ahmed da vita a opere di incredibile impatto. Eccone un assaggio.
Ancora non lo conoscete? Possibile, ma dovete assolutamente rimediare. Perché Faig Ahmed, con grande merito, è uno di quegli artisti di cui si parla, e di cui si parlerà sempre di più. Laureatosi nel 2004 presso la facoltà di scultura all’accademia di belle arti di Baku, capitale dell’Azerbaigian, Ahmed si è dedicato intensamente negli anni alla produzione artistica attraverso l’utilizzo di media differenti, dalla pittura al video all’installazione. Non è passato molto tempo prima che il giovane artista azero vivesse la sua consacrazione sulla scena internazionale: nel lontano 2007 , appena venticinquenne, Ahmed già rappresentava l’Azerbaigian alla Biennale di Venezia. Il lavoro che più di ogni altro ha fatto conoscere ed apprezzare questo artista al mondo e al mercato dell’arte contemporanea è senza dubbio quello di reinterpretazione dei tappeti azeri tradizionali, di cui queste immagini vi daranno un breve ma sorprendente assaggio.
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Dopo aver studiato a lungo e approfonditamente le tradizionali tecniche di tessiture dei tappeti azeri, Ahmed ne ha fatto il simbolo della sua stessa ricerca artistica. Una ricerca che partendo dalle radici culturali di un intero paese, ha portato l’artista verso un profonda analisi e reinterpretazione della propria cultura e delle proprie origini.
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“La cultura orientale è visivamente molto intensa. Io la rendo minimalista, distruggendone gli stereotipi e allargando e modificando i suoi orizzonti. Questo, un uomo è in grado di farlo. L’unica cosa che non è ammesso fare, è annientare lo spirito” Faig Ahmed
L’artista è rappresentato in Italia della galleria Montoro12 Contemporary Art di Roma.