Inutile dirvi che la Abramović non ha scelto la sobria via di un funerale tra pochi intimi, ma un’articolata serie di rituali che coinvolgeranno 3 continenti e migliaia di persone.
Iniziare a riflettere sul proprio futuro trapasso, raggiunta una certa età, è assolutamente normale. Anche per chi, a conti fatti, una vita “normale” non l’ha mai avuta. E anche per i grandi artisti, resi certo immortali dalla loro arte (non si dice così?), arriva il momento di confrontarsi con l’idea che, prima o poi, la propria permanenza terrena avrà fine. Tra tutti Marina Abramović, che per quello che ci è dato sapere gode di ottima salute e non sta per lasciarci, ha scelto di mettere le mani avanti scrivendo e pubblicando già anni fa le sue ultime volontà. Nel testamento di Marina Abramović viene indicata, passo per passo, la procedura da seguire al momento della sua morte. Inutile dirvi che la Abramović non ha scelto la sobria via di un funerale tra pochi intimi, ma un’articolata serie di rituali che coinvolgeranno 3 continenti e migliaia di persone.
Come stabilito nel testamento di Marina Abramović, quando l’artista morirà dovrà essere rispettata la seguente procedura.*
Dovranno essere realizzate 3 bare.
All’interno di una dovrà essere deposta la vera salma.
Nelle altre due dovranno essere deposte delle imitazioni del corpo dell’artista.
La cerimonia si terrà con tutte e 3 le bare a New York. I partecipanti non dovranno assolutamente vestirsi di nero. Gli ex studenti dell’artista realizzeranno un progetto per l’evento, e il cantante degli Antony and the Johnsons canterà My Way di Sinatra. Una torta di marzapane avrà le sembianze dell’artista e verrà mangiata dai partecipanti.
Conclusa la cerimonia, 3 diverse persone, la cui identità andrà tenuta segreta, porteranno le 3 bare in 3 luoghi diversi del pianeta, seguendo le istruzioni segrete dell’artista. Una sarà sepolta in America, una in Asia e una in Europa, nella terra viva.
* James Westcott, Quando Marina Abramović morirà, Johan & Levi, Milano 2011.