Le opere di Valerie Hegarty hanno una forza tanto distruttiva da infrangere il limite tra arte e realtà: nel raccontarci il deterioramento della società americana mettono anche in luce la drammatica situazione ambientale del pianeta.
Valerie Hegarty, classe 1967, originaria del Vermont ma attiva a New York, realizza opere in stile trompe-l’oeil, che rappresentano un mix tra scultura, pittura e installazione. Le tematiche si riferiscono al mito della storia americana, di cui Valerie vuole mettere in luce il degrado e il deterioramento dal passato ad oggi. Le opere di Valerie Hegarty escono dalla tradizionale concezione di dipinto incorniciato e appeso alla parete: i soggetti, infatti, spingendosi al di fuori dello spazio del dipinto, rompono la staticità della raffigurazione e si connettono con l’ambiente circostante. (IMMAGINE DI COPERTINA FACEBOOK VIA crystalbridges.org)
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Sono diverse le opere della Hegarty in cui il riferimento al deterioramento della situazione ambientale del pianeta, come diretta causa dello sfruttamento delle risorse da parte dell’uomo, sembra evidente. Il degrado della società, d’altronde, resta sempre al centro della sua ricerca artistica, e quelle della devastazione ambientale, dell’inquinamento, del surriscaldamento, della deforestazione… non sono, di fatto, conseguenze di una società degenerata?
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Nell’epoca dei social network, in cui il contenuto per essere virale deve essere disruptive (ossia folgorante, elettrizzante) l’arte di Valerie Hegarty non può che incarnare perfettamente questa caratteristica. Distruzione, disordine, caos: le opere di Valerie hanno un’energia decadente, una forza rivoluzionaria e racchiudono il giusto mix tra genio e follia. Nei lavori di Valerie Hegarty arte e vita combaciano: i soggetti, infatti, infrangendo i limiti dello spazio pittorico, assumono un’identità propria, diventando reali e vitali. Le tele scoppiano e si deformano, le cornici si spezzano e diventano rami di alberi che si intrecciano. Le nature morte esplodono, lanciando brandelli di fiori e foglie nello spazio circostante. Le figure irrompono dalla parete, che si distrugge davanti all’occhio dell’osservatore. I dipinti si piegano e si sciolgono come neve sotto il sole della memoria, tema tanto caro all’artista.
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Fonte di ispirazione per l’artista sono le opere antiche, oggetti d’antiquariato già esistenti che hanno fatto parte della storia dell’arte americana. Valerie riprende tali opere per poi distruggerle tramite artifici associati al loro significato storico. La realizzazione delle sue opere prevede l’utilizzo di chiodi, martelli, carta, legno, schiuma e molti altri strumenti quotidiani che, destrutturando lo spazio “artistico”, portano l’opera su un piano molto più concreto. I suoi quadri sembrano esser stati distrutti da eventi climatici, terremoti, inondazioni, incendi, da cui sono rinati in una nuova veste, degradata ma di un fascino quasi poetico.