Dal 13 al 19 novembre 2024, Casa degli Artisti a Milano ospita Presenti remoti, una mostra poetica unica nel suo genere. Realizzata nell’ambito della residenza poetica Arimo, la Spoon River di Milano, ideata e curata da Luca Mastrantonio con il coordinamento di Mattia Bosco, l’esposizione rappresenta la prima antologia vivente dedicata ai “fantasmi” della città. Voci letterarie prendono forma grazie al contributo di ventuno poeti e poetesse, selezionati da una giuria presieduta da Vivian Lamarque, con l’intento di esplorare la memoria collettiva e l’identità culturale di Milano attraverso testi, installazioni e performance.
La residenza Arimo, iniziata a settembre 2024, è la prima esperienza che Casa degli Artisti dedica interamente alla poesia. Il progetto prende ispirazione dalla Spoon River Anthology di Edgar Lee Masters, una raccolta di epitaffi in cui personaggi vivi e morti condividono le loro storie e riflessioni. Questo riferimento alla “Spoon River di Milano” si trasforma in un omaggio poetico alla città, dove il passato incontra il presente per riflettere sui suoi cambiamenti e sulle voci che vi abitano. Il termine “arimo”, usato un tempo nei cortili di Milano per fermare il gioco e fare una pausa, diventa la parola guida della residenza: una sospensione poetica che invita a rallentare e riflettere nel cuore di una città frenetica.
Durante la residenza, i poeti hanno incontrato maestri come Vivian Lamarque e Milo De Angelis in una serie di “studio visit”, sessioni immersive che hanno permesso loro di esplorare lo spazio interiore e creativo dei maestri della parola. Questa metodologia, basata sulla condivisione di oggetti personali e talismani, ha dato vita a un percorso poetico collettivo che fonde il dialogo tra generazioni diverse con la visione contemporanea di una città ricca di storie nascoste.
Il risultato è Presenti remoti, un’antologia vivente che esplora il legame tra Milano e i suoi “fantasmi”. Personaggi reali e immaginari, simboli della storia e della cultura cittadina, tornano a “vivere” attraverso testi poetici, installazioni e interventi artistici realizzati dai partecipanti in collaborazione con artisti come Ettore Tripodi, Agne Raceviciute, Marc Kalinka, Mattia Bosco e Paolo Di Giacomo. Le installazioni poetiche, distribuite negli spazi di Casa degli Artisti, includono dispositivi multisensoriali che danno corpo alle parole. Tra questi, un citofono-antologia raccoglie e diffonde le voci dei poeti, mentre lavagne luminose proiettano poesie come lastre di acetato, offrendo un’immagine visiva e suggestiva dei testi.
Alcune installazioni reinterpretano la città stessa come veicolo poetico: un giradischi funerario suona versi incisi su frisbee, un’originale omaggio alla tradizione poetica anglosassone, mentre un ascensore funebre invita il pubblico a dialogare con il fantasma di una donna misteriosa, rievocando atmosfere malinconiche tipiche delle rive dell’Olona negli anni ’50. Altre installazioni sperimentano forme visive e tattili, come una macchina cromografica che trasforma parole e versi in colori arcobaleno, ricreando le sfumature poetiche sui tasti di una vecchia macchina da scrivere.
L’antologia include inoltre opere dell’artista Rino Ferrari dell’Art Brut di Casteggio, legate alla sua esperienza nell’ospedale psichiatrico di Mombello, esponendo così una poesia che va oltre il linguaggio convenzionale e che trova radici nella sofferenza e nella resistenza individuale. Le opere di Ferrari completano il percorso con immagini e testi che affrontano tematiche universali come la fragilità e la resilienza.
Presenti remoti si afferma come una mostra che unisce i confini tra vita e morte, memoria e immaginazione, in una Milano che si riscopre attraverso voci antiche e contemporanee, che sfidano la transitorietà dell’esistenza e della città stessa.