A Milano lโarte non arriva, dilaga. La Art Week 2025 si apre come un sipario che non smette mai di alzarsi, lasciando scorrere immagini, nomi, visioni che si sovrappongono senza sosta, come un flusso visivo senza punteggiatura. Il calendario? Fitto. Lโenergia? Rovesciata addosso. In cittร si muove tutto, dai palazzi istituzionali alle gallerie meno prevedibili, ognuno con la propria voce, ognuno con il proprio urlo. Tra le mostre da non perdere ce ne sono almeno otto, e tutte raccontano un pezzo di questo presente ipersaturo che abbiamo chiamato arte.

Ugo Rondinone con Terrone alla GAM firma un racconto personale e universale insieme: la sua รจ una migrazione interiore, fatta di memorie e dissonanze, una dichiarazione dโidentitร che non cerca redenzione ma risonanza. Caroline Corbetta, curatrice della mostra, lo guida in un dialogo potente con Il Quarto Stato di Pellizza da Volpedo, come se la storia e lโindividuo si riconoscessero in uno specchio incrinato ma ancora nitido. Lรฌ cโรจ una veritร che non ha bisogno di estetica per fare rumore. E il rumore, in effetti, รจ la vera colonna sonora di questa Art Week.

ยฉ Robert Rauschenberg Foundation Ars New York 2025 Courtesy of Galerie Thaddeus Ropac London Paris Salzburg Milan Seoul Foto Ulrich Ghezzi
Rauschenberg al Museo del Novecento, per esempio, non รจ solo una celebrazione da calendario (1925-2025, centโanni dalla nascita), ma un cortocircuito tra mondi che non hanno mai smesso di parlare tra loro. Il New Dada incontra lโItalia del secolo breve con la naturalezza di chi sa che il futuro รจ giร nel passato, basta saperlo leggere. Gianfranco Maraniello e Nicola Ricciardi, insieme a Viviana Bertanzetti, orchestrano una mostra che non mette lโartista sul piedistallo, ma lo mescola ai materiali, lo lascia agire nei corridoi del tempo, come un hacker gentile che riscrive la storia dellโarte con il collage e lโironia.
Poi cโรจ Nico Vascellari, e lรฌ si cambia vibrazione. Pastorale a Palazzo Reale รจ un rito oscuro e affascinante, unโesperienza che non si guarda soltanto, ma si subisce. La Sala delle Cariatidi, giร di per sรฉ luogo di fantasmi e memorie, diventa un teatro del suono e dellโimmagine, dove lโartista, guidato dalla curatela intensa di Sergio Risaliti, fonde sacro e profano, natura e glitch, corpo e spirito. L’output รจ una foresta artificiale, un bosco digitale dove si entra in punta di piedi e si esce trasformati, un poโ piรน selvatici e un poโ piรน lucidi.

BIM, nel cuore di Bicocca, รจ invece il manifesto concreto di come lโarte possa trasformare anche gli spazi urbani, renderli vivi, porosi, accoglienti. Non una mostra, ma un progetto di rigenerazione, una presa di posizione estetica e sociale. Un luogo che non si visita, ma si abita. Qui lโarte non รจ appesa, ma inglobata, non รจ oggetto ma atmosfera.
Pippa Bacca torna con una delicatezza disarmante nelle sale di Palazzo Morando. Innesti รจ una mostra che non si impone, ma si insinua. Le sue opere si fondono con gli spazi storici, come presenze che si rivelano solo se guardi con attenzione. ร una mostra che parla di cuciture, di connessioni invisibili tra il passato e un presente che ha ancora bisogno di bellezza femminile, di coraggio silenzioso. Ogni stanza รจ un sussurro, un invito a rallentare, a sentire davvero.

Angelo Accardi invece porta Art Crimes nella Veneranda Biblioteca Ambrosiana. Le sue installazioni, tra tele, video e oggetti pop, entrano in dialogo con il cartone preparatorio della Scuola di Atene di Raffaello. ร uno scontro tra classicismo e disturbo contemporaneo, un esperimento di coabitazione tra lโeterno e il provvisorio, dove ogni elemento sembra chiedere: โE se fosse tutto una performance?โ. Il risultato รจ ironico, potente, spiazzante. Milano qui non si limita a ospitare lโarte, la sfida.
E poi cโรจ una novitร , che profuma di futuro: BFF Bank apre la sua BFF Gallery al Portello, inaugurando con Paradiso Perduto di Enrico Baj. Non una semplice operazione di brand culturale, ma un gesto reale di apertura. Baj, maestro del surrealismo e della provocazione, รจ la scelta perfetta per rompere il ghiaccio: le sue opere accolgono e respingono, ammiccano e pungono. La collezione permanente della banca trova un suo spazio fisico, un luogo dove raccontarsi e soprattutto condividersi.
Tutto questo, ovviamente, si muove in orbita intorno a miart, che torna dal 4 al 6 aprile allโAllianz MiCo con il titolo Among Friends. Il nome รจ un tributo a Rauschenberg, ma anche una dichiarazione di intenti. Qui si parla di relazioni, di contaminazioni, di dialoghi. Con 179 gallerie da 31 paesi, la fiera รจ un organismo complesso e affascinante, dove la geografia dellโarte contemporanea si ridisegna ogni anno. Nicola Ricciardi, alla direzione artistica, mantiene il timone con visione e apertura, costruendo una fiera che รจ sempre meno vetrina e sempre piรน piattaforma di pensiero.
Milano Art Week 2025 รจ tutto questo e molto di piรน. ร il momento in cui la cittร si risveglia con gli occhi pieni di immagini, le orecchie colme di parole nuove, le mani pronte a toccare qualcosa di inaspettato. ร il tempo della contaminazione, dellโincontro, del rischio. Un tempo in cui lโarte non si guarda da lontano, ma si attraversa. E quando ne esci, non sei piรน lo stesso.