“Né di pittura né d’incisione, né niente. Non ho nessuna regola. Parto come mi piace e continuo. Questa è stata… adesso dicono che è stata la mia fortuna. Non lo so, certo che sarebbe meglio essere colte in tutto quello che si fa. lo non lo sono mai.” Carol Rama
Tra le citazioni di cui è ricca l’imperdibile mostra “CAROL RAMA. Unique Multiples”, visitabile fino al 30 marzo 2025 presso la sede di Villa delle Rose del MAMBO di Bologna, questa è forse la più rappresentativa del percorso ideato dalla curatrice Elena Re intorno all’artista torinese Carol Rama e all’importante corpus di multipli prodotto tra il 1993 e il 2005 con Franco Masoero Edizioni d’Arte -Torino, frutto di una felice collaborazione che diede il via a una nuova stagione della sua ricerca espressiva.
In questo periodo la vita e le passioni di Carol Rama entrano in scena e si riaccendono con la scoperta delle infinite possibilità di azione sul semplice foglio stampato, multiplo per antonomasia che poteva diventare pezzo unico grazie alla totale libertà espressiva concessa all’artista dal raffinato stampatore torinese. Per più di un decennio, generalmente il mercoledì e il sabato pomeriggio, Franco Masoero metteva infatti a disposizione di Carol il suo atelier, con l’aggiunta della sua sapiente guida, accompagnandola verso una sperimentazione dai risultati così inaspettati e entusiasmanti da suscitare in lei la voglia di spingersi, sempre più, oltre i limiti della calcografia ortodossa.
Sul foglio stampato Carol realizzava spesso interventi ad acquerello, utilizzava anche lo smalto rosso da unghie o praticava dei collages con pezzi di camera d’aria – ricordo dell’attività imprenditoriale paterna – o ritagli di grembiule da stampatore, perché per lei era impossibile non mescolare l’arte alla vita, perché la sua arte era proprio la rielaborazione quasi terapeutica della vita stessa in una stratificazione continua fra passato e presente. Così, l’incontro fra sapienza tecnica e dimensione poetica faceva sì che anche un vecchio progetto architettonico o fax con una poesia inviata a Carol dall’amico Edoardo Sanguineti potesse diventare il supporto fotoinciso per una nuova opera ‘unica’ in acquaforte o acquatinta.
«Carol Rama non ha mai amato seguire le regole. La sua passione bruciante è sempre stata il motore di tutto. Il suo lavoro è frutto di un potente cortocircuito tra interiorità e mondo esterno, tra spirito inquieto e funzione taumaturgica dell’arte. Rabbia e malinconia ma al tempo stesso gioia e ironia, sono sentimenti contrapposti che tuttavia convivono e scaturiscono dal profondo della sua opera, restituendo al nostro sguardo il ritratto di una donna, o meglio, di un’artista vera proprio perché donna appassionata e coraggiosa» sostiene la curatrice Elena Re.
Nella mostra, che si snoda nelle sale di Villa delle Rose, la presenza di frasi, oggetti, documenti e fotografie originali, offre lampi di una personalità unica, segno dell’evoluzione di un’artista geniale e inquieta, che dopo un’infanzia piuttosto protetta nella casa paterna, conobbe tutte le asprezze e i traumi della vita.
Quei corpi femminili troncati, dentiere, letti, sedie a rotelle, animali e scarpe, feticci e personaggi – soggetti dei primi acquerelli che tra gli anni ‘30 e ‘40 del Novecento furono talmente anacronistici da risultare inaccettabili – arrivano a quest’ultima ultima fase della sua produzione artistica con un figurativo più essenziale e emblematico. All’età di 75 anni riprende un lavoro di otto acqueforti realizzate nel periodo 1944-47, Le Parche, produce tre sculture in bronzo e realizza più di 150 incisioni originali, approfondendo così l’affascinante territorio dell’arte moltiplicata, forte del costante supporto tecnico fornito da Masoero con competenza e sensibilità.
Protagonista di una vita intensa, arricchita dalla frequentazione di personaggi come Felice Casorati, Albino Galvano, Italo Calvino, Massimo Mila, Carlo Mollino e negli anni ’70 Andy Warhol, Orson Welles e soprattutto Man Ray, con il quale continua a frequentarsi fino alla morte di lui, Carol Rama è stata protagonista di importanti mostre in Italia e all’estero soprattutto dopo il fondamentale incontro del 1980 con Lea Vergine, conseguendo importanti riconoscimenti tra i quali spiccano il Leone d’oro alla carriera alla Biennale di Venezia nel 2003 e il Premio Presidente della Repubblica su segnalazione dell’Accademia di San Luca di Roma nel 2010.
Egregiamente allestita nell’elegante contesto di Villa delle Rose, spazio che MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna del Settore Musei Civici Bologna dedica a esposizioni temporanee ed eventi realizzati in collaborazione con soggetti pubblici e privati, la mostra CAROL RAMA. Unique Multiples è prodotta con il contributo di Jacobacci & Partners – una delle principali realtà europee nella tutela e nella valorizzazione della proprietà intellettuale – e inserita nell’ambito di Fuorisede, incubatore di progetti che l’azienda sostiene attraverso operazioni di mecenatismo culturale ispirate dalla sua corporate collection, creando un dialogo con istituzioni pubbliche e private.