Da Les Étoiles a Las Estrellas: continua la danza per la pace all’Auditorium Parco della Musica di Roma 

All’Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone di Roma si continua a soffiare sulle candeline del decimo compleanno de Les Étoiles, il gala internazionale di danza. Diretto da Daniele Cipriani, da ormai quindici anni lo spettacolo mette in scena gli estratti dei balletti più famosi del repertorio classico e contemporaneo, insieme a nuove creazioni di coreografi conosciuti in tutto il mondo.

L’Anniversary Edition 2025, doppio appuntamento presentato il 4 e il 5 gennaio 2025, è stata ispirata dalle riflessioni generate dalle opere di Michelangelo Pistoletto, in particolare il Canto della Pace Preventiva (2024) che l’artista recita in un video prodotto per l’occasione. Ma la vera particolarità di questa edizione è la presenza di un “quadro specchiante” dove spicca il celebre simbolo del Terzo Paradiso. 

Presentata già nel foyer del Teatro degli Arcimboldi per il gala milanese, l’opera partecipata è stata firmata, oltre che dall’artista, dalle stelle della danza presenti nelle diverse edizioni ed è a disposizione di chiunque voglia apporre la sua firma a favore della Pace Preventiva. Il termine ha origine dal suo opposto, la guerra preventiva, quella che oggi si combatte troppo spesso per respingere minacce considerate inevitabili, una specie di legittima difesa. Ma cosa c’è di legittimo nella guerra?

Quello di Pistoletto è quindi un grido silenzioso che richiama tutti noi a cooperare per la pace e che, unito alla bellezza e alla spettacolarità della danza, non può fare altro che conquistarci dolcemente, trovandoci comodi sulle poltrone rosse. Les Étoiles è l’immagine perfetta di quell’azione preventiva necessaria affinché possa esistere la pace, è la formula dell’Io+Tu = NOI: l’insieme delle diverse nazionalità degli artisti, dei compositori e dei coreografi e l’unione del presente e del passato che vivono nei passi a due sono le differenze che non dividono ma arricchiscono la società donandole armonia.

Lo stesso modello verrà presentato in Las Estrellas, seconda edizione del gala di danze e musiche spagnole che torna a Roma nella Sala S. Cecilia dell’Auditorium il 19 e il 20 gennaio 2025. A danzare, cantare e suonare per la pace ancora una volta saranno alcuni dei più acclamati interpreti dei balli tradizionali spagnoli, insieme a cantaores, guitaristas, percusionistas e tocaores. Gli applausi più grandi andranno a Manuela Carrasco, classe 54’, premio Nobel del Flamenco considerata dea e madre spirituale di tutti i danzatori tradizionali spagnoli. Una presenza voluta fortemente dalla stella Sergio Bernal, altro filo conduttore che lega i due gala di danza.

Ad accompagnare i passi e il ritmo di zapatos e castañuelas sarà la voce di Luz Casal, cantante spagnola pop-rock nota per le sue collaborazioni con il regista Pedro Almodóvar. Molto attesa è infatti la coreografia firmata e interpretata da Sergio Bernal ideata per il celebre brano Piensa en mí. Non mancheranno sorprendenti contaminazioni e nuove rielaborazioni di quello che è stato dichiarato Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità: direttamente dalla città dell’Alhambra arriva il bailaor Manuel Liñán con ¡VIVA!, spettacolo di flamenco en travesti, già acclamato in tutto il mondo, che grida alla libertà della trasformazione e dell’identità di genere.

Manuel Liñán VIVA © marcosGpunto

Flamenco, Danza Spagnola, Jota Aragonesa e Escuela Bolera non sono solo balli folkloristici, ma esprimono soprattutto i valori dello stare insieme e del vivere in comunità, una grande famiglia posta come modello di una società e di un mondo ideali, ma non impossibili da realizzare. Sono danze e canti, il flamenco in particolare, nati dalle esperienze di vita dei popoli più travagliati e perseguitati del paese, spesso costretti ad emigrare per sfuggire alla guerra e alla morte, ma che non hanno mai perso la speranza di una vita serena.  

Ecco che il dolce Canto della Pace Preventiva si fa più intenso e vivo, passando per le dita veloci che slittano sulle corde delle chitarre, svolazzando insieme alle balze delle ampie gonne e seguendo il ritmo dei corpi ardenti in movimento: questi gli strumenti da cui partire per poter scrivere, una volta per tutte, la parola “pace” alla fine del film della nostra vita.

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