Prendi un edificio con un murale del più noto (e ormai forse non più misterioso) Street Artist del mondo del valore di più di un milione di dollari (già però coperto in calce dal 2019) in una ridente cittadina e porto turistico inglese. Aggiungi un piano di “riqualificazione culturale” preso in carico da un Council non proprio attentissimo ed il danno è fatto: edificio demolito e opera completamente perso.
E’ stato questo il destino del Castle Amusements Building, un palazzo in cui Banksy, all’indomani della Brexit, nel 2017, aveva raffigurato un operaio che scheggiava via una delle 12 stelle gialle della bandiera blu dell’Unione Europea. Un’opera che sa di commento semplice e straniante, peraltro diventata l’attrazione turistica della cittadina britannica.
Già nel 2019 era stata coperta di calce durante la notte, non si sa bene da chi, quindi da ben 4 anni quell’edificio aveva un grande quadrato bianco, un grande e spettrale simbolo di censura, forse opera dello sprovveduto proprietario che non aveva colto il valore dell’opera.
Un portavoce del Consiglio Comunale di Dover (DDC) ha detto alla CNN che “prima di autorizzare la demolizione e dopo aver ricevuto consulenza professionale sulla conservazione, [il] DDC ha stabilito che il Banksy non poteva essere conservato in modo sostenibile senza costi considerevoli per i contribuenti locali, anche se fosse tecnicamente possibile”.
Sembra la solita scusa per non accollarsi delle responsabilità (quelle che si sono prese in pieno i proprietari di Palazzo su cui Banksy aveva realizzato il murale nel 2019) ma ormai il danno è fatto: ad oggi non ci restano che dei frammenti e blocchi di cemento, un monito che ci deve spingere ad agire in futuro, prima della distruzione di opere pubbliche.