Eureka: Jasper Johns e l’antica tecnica resuscitata per dipingere ‘Flag’

“Una notte ho sognato di dipingere una grande bandiera americana, e la mattina seguente mi sono alzato e sono andato a comprare i materiali per iniziarla”. Con queste parole, l’artista americano Jasper Johns racconta la genesi di uno dei suoi lavori più famosi, ‘Flag’, terminato tra il 1945 e il 1955. Sia una rappresentazione di un oggetto che l’oggetto stesso, ‘Flag’ è un’opera d’arte contemporanea quanto mai attuale. Tuttavia, questa rilettura di 60 per 42 pollici della bandiera stellata, attualmente in mostra al Museum of Modern Art di New York, ha fatto uso di una tecnica antica quanto i murales e i mosaici della Grecia antica: la pittura encausto.

Senza scomodare termini stranieri, l’encausto è un tipo di pittura in cui, al posto del pigmento, si utilizza il pigmento infuso nella cera calda, applicabile su una superficie per creare un effetto stratificato, semi-trasparente e dalla superficie geometricamente complessa. Derivando dalla parola greca enkaustikos, che significa “riscaldare” o “bruciare”, la pittura a encausto vide la luce nel IV secolo a.C.

Inizialmente utilizzata per impermeabilizzare le navi, gli artisti scoprirono presto che, unita ai pigmenti, la cera poteva essere utilizzata anche a scopo decorativo. Nonostante fosse più lenta, laboriosa e spesso più costosa rispetto alla pittura a tempera (un’altra popolare tecnica di pittura dell’antichità che utilizzava pigmento a essiccazione rapida miscelato con legante a base di tuorlo d’uovo), la pittura a encausto era spesso utilizzata e applicata su una varietà di tele, dai pruovi delle navi fino ai preziosi ritratti di Fayum.

Utilizzando l’encausto, questi artisti antichi erano in grado di creare ritratti dalle pennellate nette e individuali, ben visibili in ogni dettaglio dell’opera, proprio come si può osservare nel ritratto Fayum proveniente dal I-II secolo e raffigurante un uomo.

La pittura a encausto si rivelò inoltre più resistente rispetto alla tempera, riuscendo a resistere a temperature superiori ai 65 gradi Celsius, spiegando in parte perché i suddetti ritratti, realizzati tra il 200 e il 400 d.C., siano stati così incredibilmente ben conservati.

Con la diminuzione della popolarità a partire dal primo Medioevo, la pittura a encausto ha conosciuto una sorta di revival nel corso del XX secolo. Questo rinnovato interesse non era dovuto solo al fatto che gli artisti moderni, scoraggiati dalla rivoluzione industriale, avevano riscoperto l’apprezzamento per le tecniche antiche, ma anche perché le numerose invenzioni di questa rivoluzione, in particolare i dispositivi di riscaldamento elettrico portatili, rendevano la pittura a encausto più veloce e facile da realizzare che mai.

Ed è qui che torniamo a Jasper Johns e al suo ‘Flag’. Quest’opera non è tanto un dipinto quanto una specie di collage, costruito con strisce di stoffa e ritagli di giornale fissati su un lenzuolo. Nella stessa maniera degli antichi artisti, Johns utilizzò la cera non solo come adesivo, ma anche come pigmento. Questo metodo di asciugatura rapida gli ha permesso di far risaltare ogni singolo colpo di pennello, creando così strati e texture – una tecnica alla quale avrebbe fatto ritorno più volte nel corso della sua carriera, come si può vedere in opere come ‘Target’ (1961) e ‘Near the Lagoon’ (2002-03).

Esaminando più da vicino ‘Flag’, si può comprendere come l’uso dell’encausto da parte di Johns non sia stato affatto casuale. A prima vista, l’opera d’arte potrebbe sembrare poco più di una pomposa e vuota esibizione di patriottismo americano – e forse, a un certo livello ironico, era proprio questo il punto. Ma oltre a ciò, l’encausto ha permesso a Johns di portare la pittura a un livello superiore, riscoprendo una tecnica antica per dar vita a un nuovo tipo di espressione artistica, densa di texture, sfumature e profondità. Nel riutilizzare questa tecnica, Johns ha dimostrato, una volta di più, come l’arte sia un processo ciclico, costantemente alla ricerca di nuove espressioni tra le pagine ingiallite dalla storia.

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