Islanda sceglie l’artista sonora Ásta Fanney Sigurðardóttir per la Biennale di Venezia 2026
Non è ancora iniziato il 2025 e la comunità artistica è già in fermento per la Biennale di Venezia 2026. L’ultimo annuncio che ha destato molto interesse è stato quello dell’Islanda. Il Centro d’Arte Islandese ha infatti appena annunciato che sarà Ásta Fanney Sigurðardóttir, una delle figure più innovative e poliedriche dell’arte islandese contemporanea, a rappresentare il Paese alla Biennale del 2026.
Tra gli artisti sonori più stimolanti del panorama attuale, Ásta Fanney Sigurðardóttir è un vero talento multidisciplinare. Nata nel 1987 a Reykjavík, Sigurðardóttir ha studiato belle arti presso la Iceland University of the Arts, mostrando fin da subito uno spiccato interesse per l’interazione tra diverse forme d’arte.
Perfetta incarnaione del concetto di artista multidisciplinare, Sigurðardóttir non si limita a esprimersi attraverso la musica. La sua arte fonde i linguaggi più diversi: disegno, scultura, suono, testo, immagine in movimento e performance si intrecciano nei suoi lavori, creando un dialogo perpetuo tra diversi modi di fare e concepire l’arte.
L’eclettismo di Sigurðardóttir si riflette anche nel palmares di mostre ed esposizioni che ha alle spalle. Ha esposto in tutto il mondo, da Tokyo ad Atene, passando per lo Nobel Prize Museum di Stoccolma. Ma Ásta Fanney Sigurðardóttir non è solo un’artista, è anche una poetessa pluripremiata e autrice di cinque libri di poesie. Nel 2021, ha ricevuto una nomination al prestigioso premio letterario Prix Bernard Heidsieck-Centre Pompidou.
Esponente del trio di musica elettronica aYia, Sigurðardóttir è anche una delle fondatrici di Kunstschlager, una galleria gestita da artisti nella sua città natale, oltre a essere una figura di riferimento nel mondo della poesia sperimentale attraverso il festival Suttungur.
“Sono onorata e entusiasta di rappresentare l’Islanda alla Biennale di Venezia 2026,” ha detto l’artista in una dichiarazione. “Ho la sensazione che sarà un’esperienza emozionante, carica di splendida serendipità. Sono al settimo cielo, come si dice in islandese ég er himinlifandi, che letteralmente significa ‘sono viva nel cielo'”.
La scelta di Ásta Fanney Sigurðardóttir per la Biennale di Venezia 2026 sottolinea una volta di più l’impegno dell’Islanda verso le arti visive e performative, riconoscendo il talento e la versatilità di un’artista che incarna il dinamismo e la propensione all’innovazione dell’arte contemporanea islandese.
La presenza dell’Islanda alla Biennale di Venezia risale al 1960, ma la presentazione del suo padiglione nazionale ha inizio nel 1984. Gli ultimi artisti rappresentanti l’Islanda alla Biennale sono stati Hildigunnur Birgisdóttir nel 2024 e Sigurður Guðjónsson nel 2022.
Quest’annuncio segue la recente nomina di Koyo Kouoh come curatrice della 61^ edizione della Biennale di Venezia. Kouoh, direttrice esecutiva e curatrice principale del Zeitz Museum of Contemporary Art Africa (Zeitz MOCAA) di Cape Town, è la prima donna africana a ricoprire questo ruolo; una nomina significativa e tempestiva, data l’attuale presidenza della Biennale di Venezia da parte del giornalista di destra Pietrangelo Buttafuoco.
Il talento e la dedizione ad ogni forma d’arte di Ásta Fanney Sigurðardóttir sono senza dubbio gli ingredienti migliori per una rappresentanza coinvolgente e innovativa in questo prestigioso appuntamento internazionale. Non ci resta che attendere il 2026 per scoprire come l’artista islandese interpreti e vivrà l’esperienza della Biennale di Venezia.