Il piacere è tutto mio. Quando l’arte lo racconta dalla parte di lei

Sensuale sì, ma per lo più con lo scopo di compiacere lo sguardo maschile. Così è la donna nell’arte: una promettente gattamorta. Come le varie “Susanne” che schiudono ammiccanti le cosce allo sguardo lubrico dei vecchioni (no, non quella di Artemisia Gentileschi) o come Leda che il più delle volte accoglie il cigno tra le braccia con un luccichio goloso nello sguardo. Il dopo è quasi sempre affidato alla fantasia. Qualche volta, però, l’arte si è spinta fino a raccontare quella cosa proibitissima e avvolta nel mistero che è il piacere delle donne.

Katsushika Hokusai Il sogno della moglie del pescatore

Certo, il Giappone è il paradiso dell’arte erotica, ma Il sogno della moglie del pescatore di Hokusai – forse per la firma blasonata – è una vera e propria chicca. Piacere esplicito e anche un bel po’ torbido, visto che l’oggetto d’amore è un polipo i cui tentacoli non lasciano nulla al caso (nella pellicola del 1981 di Andrzej Zulawski, Possessione, una conturbante Isabelle Adjani vive una storia simile).

Gustav Klimt Danaë 19071908

Nemmeno Gustav Klimt si risparmia, e la sua Danae – dita artigliate in uno spasmo e cosce strette intorno alla pioggia d’oro – sembra apprezzare molto la visita di Giove. Come del resto non si risparmia il collega Egon Schiele, quando racconta l’intimità delle sue ragazze.

Gustave Courbet, autore del sesso femminile più amato del pianeta, non è tipo da tirarsi indietro: se ne Il sonno, l’espressione di Constance Quéniaux, con quel vago sorriso ancora aleggiante sul viso, dice molto sugli abbracci dell’amica, il Nudo dormiente tra lenzuola stropicciate non lascia dubbi.

Gustave Courbet Nudo dormiente

E poi naturalmente c’è lo scultore Auguste Clésinger, con la sua Donna morsa da un serpente che scandalizzò il Salon del 1947 (quasi comico il commento stizzito della Revue des deux mondes: “Il titolo e il serpente sono delle concessioni fatte alla giuria! Chi vogliamo prendere in giro! Questa donna non soffre, ma gioisce!”, e non sia mai). L’accusa di oscenità si vestì di pettegolezzo quando si scoprì che la modella per questo gaio contorcimento – si parlò addirittura di calco sul corpo – altri non fosse che Apollonie Sabatier, la mantenuta più famosa di Parigi, e che l’opera fosse stata commissionata dal suo amante Alfred Mosselman.

Auguste Clésinger Donna morsa da un serpente

E poi lo possiamo dire, una volta per tutte, che anche Gian Lorenzo Bernini, insomma, non ce la conta proprio giusta con quell’estasi di Santa Teresa?

Così, però, il piacere femminile ce lo spiegano gli uomini. Ma, come dice Erica Jong (celebre la sua disamina sulla sessualità femminile in letteratura, dove il godimento di Lady Chatterly in realtà secondo lei è quello di D. H. Lawrence), che ne sanno loro?

Carolee Schneemann Fuses 19641967

I dubbi ce li toglie Carolee Schneemann, Leone d’oro alla carriera nel 2017 e artista femminista tra le più agguerrite. È proprio per raccontare la sua versione dei fatti che nel 1964 realizza il video Fuses: reportage di una sessione hard con il suo compagno James Tenney. Dice che bisogna smetterla una volta per tutte con l’oggettivazione del corpo femminile e che è ora che il sesso lo raccontino le donne. Ma alle donne, si sa, non interessa tanto il dettaglio anatomico, quanto piuttosto l’atmosfera e la poesia. Dunque se cercate emozioni forti lì non ne troverete: frammenti di corpi e espressioni di piacere sfumano in una sequenza di inquadrature scorciate che si muovono a ritmo sincopato, seminascoste da disturbi visivi a colori acidi.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

MEGA Art Fair: a Milano una fiera oltre gli schemi. Parola ai founder

In questa intervista esclusiva, esploriamo con il team di MEGA Marta Orsola Sironi, Mattia Pozzoni e Mauro Mattei, le ragioni e le strategie dietro una selezione sempre più internazionale, il valore aggiunto della scelta di spazi dalla forte identità architettonica

Artuu Newsletter

Scelti per te

La fragile potenza dei fiori al Chiostro del Bramante: tra Brueghel, Ai Weiwei e l’IA

In un percorso che tocca cinquecento anni di arte, si è guidati in un viaggio nel tempo che non segue una direzione cronologica, non è una storia dei fiori nell’arte, ma un invito a ricentrare la nostra attenzione sulla più semplice espressione di bellezza, fragilità e perseveranza

Al MAST il lavoro si ricompone: corpi, archivi, fughe e utopie

Da un paio di mesi ha aperto al pubblico la mostra curata da Urs Stahel che raccoglie i progetti realizzati dai cinque finalisti del “MAST Foundation for Photography Grant on Industry and Work”.

Seguici su Instagram ogni giorno