La parola a Pedro Matos, artista e co-fondatore della piattaforma Aujourd’hui
Cosa comunichi con le tue opere? Qual è la particolarità che colpisce i collezionisti e rende la tua arte unica?
Penso che a seconda delle diverse opere comunico idee diverse, ma ciò che unisce il tutto è l’idea di sollevare questioni di valore. Non sto cercando di forzare alcuna idea con il mio lavoro, ma di sottoporre continuamente nuove domande, stimolando la riflessione e tentando di indagare nuovi punti di vista.
Potresti darmi la tua opinione sul collezionismo di artisti emergenti? Quanto è difficile questo mercato e in che modo le gallerie lo finanziano?
Penso che il collezionismo di opere di artisti emergenti sia il modo migliore e più economico per sostenere le pratiche dell’arte contemporanea mentre si costruisce una collezione a prezzi accessibili. C’è un rischio maggiore, naturalmente, ma anche ricompense più grandi in tutti i sensi. Le gallerie sembrano sostenere molto oggi i giovani artisti, ma la capacità di farcela finanziariamente sta diventando sempre più difficile con gli aumenti degli affitti e gli alti costi del circuito artistico. Tuttavia, i galleristi sono bravi ad adattarsi a nuove realtà così che nuovi ed entusiasmanti progetti nascono come alternative allo status quo. Penso a progetti come DAMA e CONDO per esempio.
Hai esposto in Europa, negli Stati Uniti e in Sud America: come sono state accettate le tue opere e qual è la differenza tra questi paesi riguardo al mercato dell’arte contemporanea?
È sempre più difficile evidenziare differenze oggi in un mondo sempre più globalizzato. Siamo tutti collegati e parte della stessa cultura e sottoculture. Tuttavia, forse a causa della sua storia e delle sue tradizioni, l’Europa sembra essere più focalizzata su progetti accademici e di ricerca quasi scientifica piuttosto che in America, dove un approccio più commerciale può essere sentito più forte. Ma le linee sono molto sfocate ora.
Hai curato esposizioni, sei stato redattore in diverse pubblicazioni e fondatore di Aujourd’hui. Sei molto più di un artista: pensi che questo tipo di approccio multidisciplinare sia utile per crescere nel mondo dell’arte?
Mi considero un artista sopra ogni altra cosa e non mi definisco un curatore o un editore. Tuttavia, non voglio limitarmi a nessuna etichetta e se ci sono altri modi in cui posso contribuire alla produzione, promozione e comunicazione dell’arte contemporanea, sono felice di farlo, ad esempio curando mostre o realizzando progetti come Aujourd’hui.
Veniamo a Aujourd’hui: di cosa si tratta?
Aujourd’hui è una piattaforma editoriale e curatoriale indipendente. È iniziato a Lisbona con un gruppo di amici, ma abbiamo ricevuto contributi da tutto il mondo. Al progetto collaborano infatti editors, curatori e professionisti che aiutano a creare e curare i contenuti per il nostro sito web e i nostri progetti. La nostra mission è promuovere e sostenere le pratiche artistiche contemporanee attraverso una selezione curata di mostre e progetti insieme alla produzione di contenuti, programmi, eventi ed edizioni esclusivi.
Il mercato dell’arte contemporanea in Portogallo: qual è la situazione? In che modo vengono promosse e supportate le pratiche dell’arte contemporanea?
È una scena molto rinfrescante al momento. Con il recente interesse in città come Lisbona e Porto sono arrivati nuovi progetti, musei, fiere, gallerie e artisti internazionali. In questo momento si percepisce aria di fermento.
Realizzi dipinti, installazioni, stampe: secondo te c’è un tipo di espressione artistica che è più attraente per il pubblico e per i collezionisti?
Penso che diverse persone si cimentino con molteplici forme espressive. Tradizionalmente, la pittura era il mezzo più popolare, per così dire, ma oggi disponiamo di ottimi mezzi di documentazione digitale e di comunicazione che danno a progetti più effimeri una nuova forza e durata.
Quali sono i tuoi prossimi progetti?
Al momento sto lavorando alla mia prossima personale alla Galeria Kernel di Caceres, in Spagna, che si aprirà a dicembre.