La ceramica? Oggi parla portoghese

La ceramica portoghese sta vivendo una nuova età dell’oro. Perché se è vero che quando si pensa al Portogallo vengono subito in mente le classiche facciate dei palazzi storici rivestiti con gli azulejos, ovvero le maioliche bianche con disegni azzurri sempre più instagrammate dai turisti che negli ultimi anni hanno riscoperto il paese della saudade e di Fernando Pessoa, è anche vero che oggi il paese vanta una ricchissima produzione di ceramica contemporanea, tanto di essere diventato una delle mete preferite dai buyer di concept store internazionali, oltre che dai collezionisti d’arte. I numeri parlano chiaro: oggi il Portogallo è tra i più importanti produttori di ceramica del mondo e il primo in Europa: esporta il 95% della sua produzione, di cui il 60% in Europa. E ha il vantaggio di avere nel suo territorio le materie prime necessarie per la produzione della ceramica, mentre altri paesi, come l’Italia, proprio in Portogallo li comprano favorendo una crescita continua anche di questo tipo di commercio da Portogallo, notevolmente in rialzo dopo la pandemia.

Antonio Rosa

Ci sono aziende che hanno cominciato a produrre ceramica decine di anni fa, e continuano a farlo sul solco di una tradizione che conta su esperienza e know how, ma ci sono anche tante nuove attività, piccole e medie, che hanno avviato una produzione di tutto rispetto, ognuna con una propria peculiarità stilistica. Il distretto, ovvero la zona del paese dove si concentra e si registra il più alto tasso di produzione ceramica, è quello che si estende a un’ora di auto dalla città di Porto, in un entroterra meraviglioso fatto di zone collinari e pianeggianti, verdeggiante e poco abitato, con scorci mozzafiato che arrivano fino al mare.

Queste aziende producono collezioni diversificate, pensate per mercati e target spesso molto diversi tra loro, ma tutte hanno alcuni elementi che le accomuna. Il primo è la qualità dei prodotti. Che si tratti di una tazza monocolore dalla forma semplice o di un centrotavola molto elaborato con decori pitturati a mano, ogni elemento è pensato, disegnato e poi prodotto puntando sempre a un’estrema qualità del prodotto stesso. Ogni passaggio della lavorazione e ogni controllo finale è costantemente sottoposto ad altissimi standard, e questa scelta è spiegata dalla volontà di poter presentare poi sul commercio un prodotto eccellente, sbaragliando la concorrenza cinese che negli anni è riuscita a produrre e a imporsi sul mercato europeo vincendo sui volumi, ma non sempre sulla qualità del prodotto finito.

IMG 03 Jomaze

Jomaze

Altro elemento in comune tra le aziende di ceramica portoghesi è la sostenibilità ambientale dei processi lavorativi. Per produrre ceramica si consuma acqua e tutte le aziende hanno progettato la propria filiera recuperando l’acqua utilizzata, per poterla poi riciclare e produrre nuovamente. Serve inoltre moltissima energia per i processi di cottura della ceramica, e anche in questo caso le aziende recuperano energia e calore dai forni, trasformandola in nuova fonte energetica, mentre le più grandi usano energia solare ricavata direttamente da enormi impianti solari costruiti sui tetti delle proprie sedi produttive. Grazie poi alla tecnologia sempre più sviluppata, al posto di fare due cotture, cioè due passaggi in forno dei prodotti, con nuove tecniche di decorazione che usa la stampa digitale si riesce a ridurre a il processo a una sola cottura, con un notevole risparmio di energia.

L’ottimizzazione di alcuni processi della lavorazione consente inoltre di evitare qualsiasi spreco della materia prima utilizzata, ottimizzando al massimo la produzione, evitando inutili sprechi e mantenendo così anche prezzi competitivi dei prodotti finali.

Procerâmica

Visitando aziende come Grestel, Jomazé, Matceramica, e ancora Bordallo Pinheiro, Antonio Rosa+Byfly, Ceramirupe, Mesa Ceramics, Sao Bernardo, Porcel si scopre inoltre che la lavorazione delle loro collezioni è ancora largamente fatta a mano. Non solo tanti processi legati alla produzione stessa, ma soprattutto la parte dedicata alle decorazioni e colorazioni. Possono essere semplici segni grafici o complicati decori: tutti vengono ancora oggi realizzati a mano da abili artigiani, che in laboratori dedicati all’interno delle aziende creano opere uniche e preziose. E solo guardandoli al lavoro si capisce quanto tempo ci voglia per fare un decoro: il fattore tempo si dilata, un semplice oggetto diventa un manufatto, un’opera d’arte.

Perpétua Pereira Almeida

Grazie a Portugal Ceramics, l’associazione portoghese dei produttori di ceramica, ho potuto inoltre visitare Vista Alegre, la più antica azienda portoghese di ceramica. Fondata nel 1824 e ancora oggi attiva con una produzione molto importante in termini di volumi e fatturato, si trova a Ilhavo, tra Lisbona e Porto, e mantiene integra la sua struttura e architettura originale. Quello che la rende unica nel suo genere è il fatto che sin dall’origine l’azienda era stata progettata dal suo fondatore all’interno di un progetto sociale. Questo non prevedeva unicamente la fabbrica di produzione, ma anche le case per gli operai, la chiesa, un teatro e una scuola pensata non solo per i figli dei lavoratori, ma anche per offrire un servizio di scuola serale per i lavoratori stessi con scarsa istruzione primaria. Era per l’epoca un progetto molto moderno e ancora oggi si possono visitare le architetture del villaggio, tutte intonacate di bianco e giallo, oltre a un museo che ripercorre gli anni dell’azienda e le evoluzioni produttive sviluppate negli anni.

La dimostrazione che la ceramica portoghese sia oggi richiestissima lo dimostra anche il fatto che tantissime aziende internazionali come Ikea e Zara Home, ma anche attività commerciali come Anthropologie e brand di design come Petite Friture fanno produrre tutte le loro ceramiche in Portogallo, con percentuali di produzioni per conto terzi fino al 90%. Sono cifre importanti che certificano l’inizio di un nuovo processo produttivo, che dopo anni di produzione esternalizzata nel Far East riporta la produzione in Europa, con una maggiore sensibilità etica e green.

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