L’estate degli artisti (pt.2)

Prendiamo in prestito un’opera di Pablo Picasso per introdurre la nostra curiosità di scoprire come gli artisti affrontano l’estate.

“Il nuotatore” di Picasso invita lo spettatore a riflettere sulla natura del movimento, non solo fisico ma anche psicologico ed emotivo. Il movimento fa parte della nostra vita, un continuo fluire attraverso esperienze e trasformazioni, in un mare di possibilità infinite.

Cosa faranno gli artisti in estate, andranno in vacanza o lavoreranno a nuovi progetti?

Anna Muzi Falconi

Anna Muzi Falconi

Nella sua pittura traspare l’amore che nutre per  tutto ciò che la circonda, per gli oggetti che l’accompagnano nel tempo e che nel tempo ha raccolto. 

Non smetto mai di progettare e pensare al mio lavoro, nel senso che fa parte  della mia crescita personale, di un mio percorso, un cammino. Quando sarò a Milano, mi alzerò molto presto per fare yoga e poi lavorare. Ho in mente di andare in Liguria, dove abbiamo una casa di famiglia e lì, camminerò nei boschi, come sono solita fare, con la macchina fotografica o con un album, per fare degli acquerelli.

La Liguria è meravigliosa perché dai boschi  puoi scendere al mare,  nuotare e rigenerarti, e io ho bisogno di lavorare molto col corpo. Andrò, poi,  una settimana a camminare sui Monti Sibillini con cinque amici e dormiremo in tenda.

Mangeremo cucinando con il fuoco, berremo l’acqua dei torrenti vergini, insomma un ritorno alla natura a quella vera, che ti restituisce energia.

Filippo Riniolo

Filippo Riniolo

Filippo Riniolo, milanese ma romano d’adozione, la sua ricerca spazia tra temi poetici, politici, storici e d’attualità, come il rapporto fra corpo e potere, e lo fa attraverso fotografia, installazione, performance, soundart e video.

Per la seconda estate insieme a Latitudo art project stiamo realizzando un grande progetto, a cui partecipano anche altri artisti, come John Cascone, nelle periferie di Roma. Ci siamo ispirati a Calvino e alle sue città invisibili, il progetto lo abbiamo chiamato Riciclo cosmico. L’idea mi è venuta osservando i cassonetti della spazzatura davanti casa mia, mi sembravano degli scrigni del tesoro, perché hanno proprio la forma di uno scrigno e quindi ho pensato di fare un workshop coinvolgendo giovani che vivono in periferia.

Leonia, che una delle città delle città invisibili, produce spazzatura, e partendo da questo concetto con i ragazzi abbiamo utilizzato cartoni, tappi di plastica e altro materiale di recupero  per un riciclo creativo, creando un tesoro.

Abbiamo coinvolto giovani che abitano nelle periferie come, Corviale, Tor Bella Monaca, e altre facendo tre incontri a luglio e ne faremo un altro ad agosto. A settembre poi finiti i workshop faremo un incontro finale con una  caccia al tesoro, e i bambini guideranno gli adulti a scoprire che il tesoro in realtà sono i rifiuti che vengono utilizzati in modo saggio quindi riutilizzati in modo creativo. Dopo questo lavoro anche io andrò al mare e mi riposerò.

Paolo Cassarà la scultura in mostra a Città del Messico

Paolo Cassarà

Le sue creature in terracotta policroma nascono dall’analisi del mondo giovanile, attraverso opere ironiche e sottilmente malinconiche che rivelano la ricerca di un’identità di fronte a un sistema dominato dal conformismo e da mode effimere.

Quando vado in vacanza vorrei staccare perché ho bisogno di ricaricarmi. Il punto è che, se faccio un bel viaggio, interessante e stimolante è inevitabile che mi vengono fuori delle idee e che una volta tornato a casa cerco di mettere in atto.

Quando andai in Messico, ad esempio, dove sono rimasto sei mesi, mi è scattata la voglia di creare qualcosa, con tutte le difficoltà che questo comportava. Volevo assolutamente fare una delle mie sculture, reperire il materiale non è stato per niente facile. E con grandi difficoltà ho fatto un giro nelle zone periferiche di Città del Messico anche in posti pericolosi, per cercare  in questi piccoli laboratori i miei materiali e sono riuscito.

Alla fine, la mia scultura ha visto la luce ed è stata addirittura esposta in una galleria della città è stato difficile,  ma anche molto divertente.

E’  inevitabile, con il mio lavoro non si riesce a staccare totalmente. Anche se non vorrei per forza di cose mi ritrovo a pensare alla mia scultura, perché comunque ti capitano sempre delle situazioni da cui prendere spunto. La mia ricerca è la strada, e quindi viaggiando l’ispirazione è continua.

L’estate continua e anche le nostre interviste…

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