Lucio Corsi ha incantato il pubblico rimanendo sé stesso, coi piedi per terra, proprio come gli alberi della sua Maremma. Questo esile menestrello del pop rock, per nulla omologato, è riuscito a conquistare il palco di Sanremo con il suo modo autentico e poetico di raccontarsi. Ma il suo eclettismo vintage e surreale nasce da un duro lavoro, è un “gioco serio” con cui egli mescola abilmente il cantautorato italiano con il glam rock internazionale.
Con Lucio vince la semplicità, basta ascoltarlo una sola volta per rimanere affascinati dal suo mondo fiabesco e onirico di raccontare storie. Emana una semplicità vera cui non è necessario aggiungere altro, a partire dalle copertine dei suoi album, che riprendono i quadri realizzati dalla madre, Nicoletta Rabiti, di cui va molto orgoglioso.
Ecco cosa dice a proposito del suo ultimo album “Volevo essere un duro” con cui ha appena conquistato il secondo posto del podio sanremese.
“Questo disco parla d’infanzia, di amicizia e d’amore. È un disco di fantasia con i piedi per terra. In questo album ho cercato di trovare il sogno non fuggendo nel cielo ma strisciando sui marciapiedi, passando sotto i tavoli da pranzo o nascondendomi negli armadi. È un disco di ricordi personali mescolati a storie di altra gente. (…) La copertina, come per i dischi passati, è un quadro di Nicoletta Rabiti (mia madre).” Lucio Corsi- Instagram
Quando Lucio pensa a un album non pensa solo alle canzoni che ci saranno dentro, ma con lo stesso impegno riflette anche sulla copertina, perché “la copertina è un quadro che vive anche senza le canzoni, esiste”. E in effetti questo è uno di quei rari casi in cui le ragioni del cuore coincidono quelle della qualità.
Mamma Nicoletta è diplomata in Accademia, ma lavora nel ristorante di famiglia, dove la nonna fa i tortelli al ragù a mano dal 1959. Per diletto dipinge quadri con figure prevalentemente femminili, quasi metafisiche, dai colori delicati e surreali. Il Carattere fiabesco e illustrativo delle sue opere ricorda le canzoni del figlio. Hanno lo stesso tratto essenziale e delicato, forse perché fanno parte di un unico vissuto, di un immaginario di cui il cantante maremmano si è certamente nutrito, ereditandone la sensibilità. I quadri di Nicoletta accompagnano da sempre il figlio nel suo estro creativo: sono appesi alle pareti del laboratorio musicale del cantautore, in una dependance della villetta in pietra di famiglia, situata in mezzo agli alberi della Maremma toscana, in un piccolo borgo vicino all’etrusca Vetulonia.
Gli animali dell’album “Bestiario Musicale” sono, invece, disegnati appositamente da Nicoletta. L’upupa, la lepre, la volpe, il lupo, l’istrice, il cinghiale e le lucertole trovano spazio tra gli alberi della Maremma, in quel mondo fantastico dove Lucio ha trascorso la sua infanzia. In effetti per il cantautore maremmano gli alberi sono importanti quanto le persone. Sarà forse perché è nato e cresciuto in un podere circondato dalla natura in campagna, ma la Maremma è da sempre quel posto magico dove egli si rifugia per creare, un luogo a cui tiene particolarmente, che lo affascina ancora oggi, una sorta di “far west” italiano. È in mezzo a quegli alberi, a quella noia, a quel silenzio, a quella solitudine, a quel buio vero con il cielo stellato (non in quello artificiale delle città) che Lucio coltiva la sua scrittura onirica, collezionando storie che sembrano favole, filastrocche e magiche avventure. È lì, in mezzo a quegli alberi e a quei quadri, che nascono le sue canzoni.
Certamente le opere della Rabiti hanno contribuito a nutrire quest’immaginario e chissà quanti ricordi personali si sono mescolati con le immagini scelte per le copertine. Ma Lucio deve moltissimo a entrambi i genitori, è lui stesso ad ammetterlo. Quei genitori che gli hanno permesso realizzare con semplicità il suo daimon, con la giusta dose di libertà, abbandonandosi alla fantasia ma senza eccessi e secondo misura. Perché, come ha ammesso lo stesso cantautore, “è bello rimettere i piedi per terra quando si scende dal palco”.
Se è vero che un adulto creativo è un bambino sopravvissuto (Ursula Le Gun), Lucio è sopravvissuto davvero bene nel mondo reale e non è un caso che il suo delicato lirismo tragga spunto dai dipinti della madre, che sono nelle sue corde e hanno le sue stesse radici.