Multiart: un’app fa “suonare” le opere d’arte per i non vedenti

Catturare un’immagine con la fotocamera di uno smartphone e, attraverso un algoritmo avanzato, trasformarla in una composizione musicale. E’ questa “Multiart”, un’applicazione che vuole essere un atto di inclusione profondamente umano: permettere ai non vedenti e agli ipovedenti di sperimentare l’arte in una dimensione completamente nuova.

Ogni immagine, dai classici di Da Vinci, Van Gogh e Picasso fino alle foto quotidiane, diventa una sinfonia unica, un’esperienza sensoriale che si stacca dalle tradizionali cornici visive. L’intuizione (brevettata) di Multiart è firmata Fabio Rebuschi, sviluppata in collaborazione con Mauro Maisel Zuliani e Igor Costanzo, oggi insieme nel collettivo The DouglaS MortimerS.

Un algoritmo “creativo” dunque, che lega i colori alle note musicali, creando melodie che sono tanto uniche quanto le opere che le ispirano. Questo processo non solo democratizza l’arte, rendendola accessibile a chiunque, ma inaugura anche un nuovo linguaggio artistico, un dialogo tra vista e udito.

Il carattere inclusivo di Multiart si manifesta nella sua disponibilità in 170 paesi e in cinque lingue, offrendo una versione gratuita e una premium. È una celebrazione dell’arte senza confini, una testimonianza del potere unificante della tecnologia e della creatività.

Gli artisti di The DouglaS MortimerS si ispirano a visioni culturali profonde, dal sogno wagneriano dell’opera d’arte totale alla teoria dei colori e dei suoni di Kandinskij, evidenziando come il digitale possa arricchire e non sminuire l’esperienza umana.

Multiart non è solo una piattaforma per l’arte multimediale; è un ponte verso un mondo dove la bellezza, l’espressione e l’inclusione si fondono in un’armonia senza precedenti. In questa nuova dimensione, l’arte non è solo da vedere, ma da ascoltare, sentire e vivere in modi mai immaginati prima.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

Il premio Palombini a Tarquinia, connettere antico e quotidiano attraverso la ceramica

Tarquinia, culla di antiche civiltà, continua a essere un crocevia di cultura e innovazione artistica grazie al lavoro della STAS (Società Tarquiniense d'Arte e Storia), da oltre un secolo custode del patrimonio artistico cittadino, e a iniziative come la mostra "Orizzonte Terra" e il Premio “Vasco Giovanni Palombini”.

Artuu Newsletter

Scelti per te

Seguici su Instagram ogni giorno