Title: Nuove Politiche di Sanzioni Portano Sfide per il Commercio d’Arte del Regno Unito
Il commercio d’arte del Regno Unito si trova di fronte a una nuova sfida: le nuove politiche di sanzioni. Queste misure sono state introdotte recentemente e stanno causando un impatto significativo sul mercato dell’arte nel paese. Le nuove normative impattano tanto i venditori e i compratori d’arte quanto le case d’asta e le gallerie d’arte, richiedendo di segnalare qualsiasi sospetto di violazione delle sanzioni finanziarie.
Queste modifiche alle regole sono state definitive nel novembre 2024 e si applicheranno a partire dal 1 maggio 2025. Precedentemente, questo obbligo riguardava esclusivamente il settore finanziario, ma adesso aggiunge un ulteriore strato di burocrazia al commercio d’arte, già alle prese con le complicazioni derivanti dalla Brexit.
L’Inghilterra, patria di grandi case d’asta come Christie’s, Sotheby’s, e Phillips, è il terzo mercato d’arte più grande al mondo con vendite che nel 2023 hanno raggiunto gli 11,05 miliardi di dollari, pari al 17% del totale globale di 65 miliardi. Tuttavia, le autorità britanniche avvertono dei rischi di evasioni finanziarie legate a beni di alto valore, come le opere d’arte.
Ciò include trasferimenti di asset, pagamenti regolari da fonti poco chiare e rischi come intermediari, società di comodo che nascondono individui designati, e la vendita di oggetti culturali per finanziare attività terroristiche. Inoltre, le nuove regole sono perfettamente in linea con l’allerta emessa dall’Agenzia Nazionale del Crimine che evidenzia come il settore dell’arte possa essere utilizzato per eludere le sanzioni.
Questa è la prima volta che nelle regolamentazioni delle sanzioni finanziarie viene incluso specificatamente il commercio d’arte. E tutto ciò comporta inevitabilmente un peso amministrativo aggiuntivo che, però, secondo Martin Wilson, presidente della British Art Market Federation, non appare particolarmente gravoso rispetto ad altre misure come, ad esempio, le procedure di importazione.
Tutto questo avviene in un contesto in cui il mercato dell’arte globale sta ristrutturandosi. Hong Kong ha superato il Regno Unito come secondo mercato dell’arte più grande, dopo gli Stati Uniti. Mentre le esportazioni d’arte britanniche hanno subito un calo del 16% nell’ultimo anno e un drastico calo del 60% dal 2019.
Ciò è evidente anche nei cambiamenti visti nel mercato dell’importazione. Dopo l’introduzione del regime di ammissione temporaneo post-Brexit, che prevede il differimento dell’IVA e dei dazi doganali sulle opere d’arte per un massimo di due anni, le importazioni di belle arti e antichità sono diminuite del 16% anno su anno nel 2023. Una situazione che vedrà le autorità britanniche impegnate a ridurre la burocrazia e le complicazioni relative alla movimentazione transfrontaliera dell’arte, in modo da rimanere competitivi a livello globale.