“Oliviero, ovunque si trovi ora, starà già lavorando come art director” il ricordo di Maurizio Galimberti

Oliviero Toscani è stato molto più di un fotografo. Era un visionario, un rivoluzionario dell’immagine, capace di usare la fotografia per raccontare storie, provocare riflessioni, rompere tabù e cambiare prospettive. Le sue campagne, spesso oggetto di dibattiti accesi, hanno trasformato la fotografia in uno strumento potente di comunicazione sociale e culturale. A distanza di tempo dalla sua scomparsa, il suo nome resta sinonimo di creatività, coraggio e autenticità.

In questa serie di interviste, abbiamo scelto di ricordarlo attraverso le parole di chi lo ha conosciuto, lavorato con lui o, semplicemente, incrociato il suo cammino. La memoria di Toscani, infatti, vive non solo nelle sue opere ma anche nei racconti di chi ha condiviso con lui momenti intensi, di dialogo o di confronto. A inaugurare questa raccolta è Maurizio Galimberti, maestro della fotografia istantanea e figura di spicco del panorama fotografico contemporaneo.

“Oliviero Toscani…non si può non volergli bene,” afferma Galimberti con una sincerità disarmante. “Era una persona con cui non era sempre facile interagire. Io stesso ho avuto con lui momenti di tensione, degli ‘schiazzi’ molto forti per motivi banali, come accade tra fotografi che commentano il lavoro degli altri. Ma al di là di tutto, c’è sempre stata una grandissima stima nei suoi confronti. Era una figura di enorme carisma, capace di catalizzare l’attenzione su temi importanti attraverso le sue immagini.”

Galimberti prosegue con un aneddoto personale, rivelando l’aspetto più umano di Toscani. “Negli ultimi mesi ci eravamo sentiti. In quell’occasione gli avevo detto apertamente che gli volevo bene. Perché era impossibile non provare affetto per lui, nonostante il suo carattere forte e talvolta spigoloso. Era una figura così trasversale, capace di fare della fotografia una voce potente. Questo, per noi fotografi, è qualcosa di impagabile.”

La riflessione di Galimberti si sofferma poi sull’eredità lasciata da Toscani, non solo nel mondo della fotografia, ma nella cultura visiva in generale. “Oliviero è entrato nel mito, nella leggenda. Sono sicuro che, ovunque si trovi ora, starà già lavorando come art director in qualche nuova veste. Le sue campagne, soprattutto quelle a favore delle persone più fragili, parlano per lui. Se esiste un paradiso, Oliviero ci è sicuramente arrivato, portandosi dietro la sua visione, il suo impegno e il suo talento unico.”

Le campagne di Toscani, spesso al centro di accesi dibattiti, sono state capaci di scuotere coscienze e sollevare temi scomodi, dalla discriminazione razziale alla condanna della pena di morte, passando per la lotta contro l’AIDS e la celebrazione della diversità. “Sono queste campagne,” sottolinea Galimberti, “che gli garantiscono un posto speciale nella storia della fotografia e, oserei dire, nell’immaginario collettivo. Erano immagini che parlavano da sole, che non lasciavano indifferenti e che, ancora oggi, continuano a far riflettere.”

Concludendo il suo ricordo, Galimberti non può fare a meno di rivolgersi direttamente a Toscani: “Grande Oliviero, ti mando un abbraccio eterno, perché te lo meriti. Sei unico, unico, unico. E non smetterai mai di ispirare chi come noi vive per la fotografia. Chapeau a te e a tutto quello che hai fatto.”

Attraverso queste parole, emerge un ritratto di Oliviero Toscani che va oltre la figura pubblica e il suo immenso contributo professionale. È un ritratto di un uomo complesso, intenso, capace di accendere discussioni ma anche di suscitare ammirazione e affetto. Nel ricordo di Galimberti, Toscani appare non solo come un genio della comunicazione visiva, ma anche come un uomo che ha saputo lasciare un segno profondo nei cuori di chi lo ha conosciuto.

Questa raccolta di memorie vuole essere non solo un omaggio, ma un invito a guardare il mondo con lo stesso coraggio e la stessa irriverenza con cui Oliviero Toscani lo ha sempre raccontato. La sua eredità ci ricorda che la fotografia, quando è vera, non si limita a rappresentare il mondo: lo cambia.

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