Ricordando la Giusta Indignazione e la Gioia di Faith Ringgold

Rammento ancora all’improvviso l’emozione che pervadeva il mio giovane io quando per la prima volta, mia madre mi portò a casa “Tar Beach”, nel 1996. Avevo di fronte a me un tesoro letterario, una pietra miliare dell’arte afroamericana. Io, come la piccola Cassie, protagonista, mi immergevo nei personaggi ritratti da Ringgold, tutti seduti su sedie da giardino, su un caldo tetto di catrame a Harlem. L’opera, che fa parte della serie “Woman on a Bridge” di Ringgold del 1988, era per me non solo un intrattenimento infantile, ma un racconto che toccava corde profonde, presentando un sapiente equilibrio tra l’ordinario e il fantastico nella vita degli afroamericani.

La mia strada incrociò nuovamente quella di Faith Ringgold nel 2008, durante il mio ultimo anno di liceo, quando ebbi la fortuna di incontrarla al Metropolitan Museum of Art. Ogni singola interazione con lei è rimasta impressa nella mia memoria, così come il suo consiglio appassionato ai giovani artisti in erba: rimanere ottimisti nonostante le difficoltà incontrovertibili del bianco telaio dell’arte.

Le parole di Ringgold erano infuse di una rara sincerità, di un innato buonumore e un atteggiamento aperto verso il prossimo che la rendevano irresistibilmente carismatica. La sua autenticità rispecchiava la stessa verità che si dipanava attraverso la sua pittura. L’amore per l’umanità, infatti, era una costante non solo nei suoi discorsi, ma anche nelle opere, offrendo una lettura autentica della condizione umana.

“Faith”, Fede in italiano, era il nome perfettamente adatto per Ringgold, che attraverso il suo percorso ha ristabilito la fiducia in molti che si erano sentiti delusi dai vortici e dalla cinica indifferenza del mondo dell’arte. Essenzialmente attivista e artista, Ringgold ha passato la sua vita a battersi per coloro che venivano marginalizzati nella comunità dell’arte e nella società occidentale in generale.

Ringgold era una feroce sostenitrice della liberazione afroamericana e un’attivista per i diritti delle donne, sempre ferma nel difendere la sua voce e le sue capacità. Il suo lavoro si è sforzato di cambiare la percezione del pubblico, ricreando attraverso i suoi dipinti una nuova visione di ciò che un artista dovrebbe e potrebbe essere.

La Ringgold viaggiava su un percorso narrativo che attraversava la quotidianità espressa attraverso i suoi dipinti a forma di quilt, trasformando un classico elemento folcloristico in un veicolo espressivo rivoluzionario.

Il ricordo di Faith Ringgold rimane associato al suo impeto, alla sua gioia, al suo sdegno. Per la sua capacità di lottare per se stessa e per gli altri. Per il suo indomito amore per la sua femminilità e per la sua identità afroamericana. Per la sua gentilezza, per il tempo dedicato alle nuove generazioni, per la sua visione fuori dagli schemi. Faith Ringgold rimarrà una figura indelebile nella memoria collettiva, impossibile da dimenticare, e mancherà profondamente a tutti coloro che ne hanno incrociato il cammino.

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