Il progetto dell’artista sloveno che decide di colonizzare i Musei da Lubiana a New York.
Nel 1993 l’artista sloveno Tadej Pogačar fonda il P.A.R.A.S.I.T.E Museum of Contemporary Art, che di un museo presenta solo la forma esteriore e il nome.
Si tratta di un’organizzazione mobile, un’istituzione fittizia parallela a quelle ufficiali e un modello operativo di critica.
Sempre al centro della ricerca artistica di Pogačar sono l’azione e il turbamento dello stato delle cose, per la costruzione di quelle che definisce “reti parallele (trasformative), modelli, strategie e istituzioni” concretizzate nel metodo del Nuovo Parassitismo.
Come un parassita che assorbe più nutrimento, ossigeno ed energia che può dal corpo ospite, il P.A.R.A.S.I.T.E. Museum of Contemporary Art invade i musei di tutto il mondo e con azioni sovversive, critiche e talvolta ironiche ne disturba i meccanismi dall’interno.
L’obiettivo è mettere in discussione i principi che regolano l’ambiente istituzionale e dominante dell’arte, ma anche lo spazio urbano, che impone la “normalità” della vita quotidiana.
Già nel 1979, Pogačar mette in scena una sfilata di moda anonima in una discarica di Lubiana, in Slovenia.
Nelle azioni Visit I (1981) e Visit II (1993), Il P.A.R.A.S.I.T.E. occupa il Museo di Storia Naturale di Lubiana e Pogačar inizia a interagire con gli animali imbalsamati che vi sono esposti: medita con i mammuth, nutre gli orsi e si sdraia accanto ai loro scheletri.
Non senza ironia, questa azione parassitaria nel Museo non fa che metterne in evidenza la staticità e la mancanza di interazione.
Dal 1997 al 2013 con il progetto School’s Out mette in discussione il sistema educativo post-sovietico, basato su rigore, ordine e controllo con otto collage su carta, che si estendono a venticinque durante il decennio seguente e culminano in una mostra-intervento alla Sentvid Secondary School.
Anche lo spazio pubblico viene colonizzato dalla forza parassita di Pogačar. Nella performance Kings of The Street del 1995, il P.A.R.A.S.I.T.E. Museum ha collaborato con la comunità dei senzatetto di Lubiana, mettendo loro a disposizione delle poltrone, “podi” situati in alcuni punti della città dove avrebbero potuto comunicare con i passanti. Il progetto riflette su cosa i senzatetto possono insegnarci sull’economia della vita quotidiana: come si resiste ai modelli economici dominanti e come crearne di nuovi e autonomi?
Tra eventi attivisti, progettazione di piattaforme collaborative, interventi nella struttura urbana delle città e nelle collezioni museali, azioni di strada e giochi didattici, il P.A.R.A.S.I.T.E. Museum of Contemporary Art ha girato per città e istituzioni artistiche di tutto il mondo, quali: Visor Gallery, Valencia (2014); Gallery for Contemporary Art di Lipsia (2012), lo ZKM – Center for Art and Media a Karlsruhe (2011–2012), il Vojvodina Museum of Contemporary Art di Novi Sad (2011), il Museum of Contemporary Art Metelkova di Lubiana (2011 ).
È stato alle biennali di San Paolo, Venezia, Istanbul, Praga e Tirana e a Manifesta 1 a Rotterdam. Ha inoltre esposto al MUMOK di Vienna (2009), al San Francisco Art Institute (2007), al NGBK di Berlino (2007), allo Stedelijk Museum (2004), alla Central House of Artists di Mosca e al Museo de Arte Carrillo Gil a Città del Messico.
Cover Photo Credits: Tadej Pogačar, Visit II, 1993, courtesy of Artsy