Per DAMA il 2019 è stato CHANGE! Cambia nella sede ma non nella qualità: ecco tutte le novità della quarta edizione di DAMA
Si è conclusa la quarta edizione di DAMA , diventato ormai un appuntamento fisso durante l’Art Week torinese. Tra la moltitudine di fiere, eventi e mostre che arricchiscono il programma della settimana dell’arte DAMA si segnala per l’originalità del progetto e per l’atmosfera accogliente e intima che si respira visitando le sale dei palazzi in cui è ospitato.
DAMA nasce come progetto indipendente che si svolge all’interno di un palazzo storico del centro di Torino. Le prime tre edizioni si sono svolte presso il palazzo di epoca settecentesca, Palazzo Saluzzo Paesana, dove una selezione di gallerie internazionali ha presentato i propri artisti con opere site specific elaborate ad hoc. Quest’anno DAMA ha lasciato Palazzo Saluzzo Paesana per occupare due palazzi storici del centro città: Palazzo Coardi di Carpeneto in Via Maria Vittoria 26, e Palazzo Birago di Borgaro, sede della Camera di Commercio di Torino, in Via Carlo Alberto 16.
Ispirato al romanzo di Italo Calvino “Le città invisibili”, l’obiettivo di DAMA è riportare l’attenzione sul centro della città come luogo contemporaneo, restituendo a un’antica dimora l’intimità di un appartamento privato attraverso l’allestimento di una mostra su misura dove le opere, presentate dalle gallerie partecipanti, entrano in pieno dialogo con la storia.
Così le 11 gallerie internazionali provenienti da Australia, Belgio, Canada, Germania, Gran Bretagna, Polonia, Svizzera e Italia hanno presentato 11 artisti emergenti con opere site-specific dialogando con le sale, caratterizzate da atmosfere barocche, soffitti con stucchi, e affreschi di Domenico Guidobono originali dell’epoca.
Tra queste segnaliamo la returning gallery Berthold Pott (Colonia) e la new entry GALERIE MAIN (Melbourne) che abbiamo intervistato per l’occasione qui.
Una menzione speciale va alla nuova sezione The Wall, vera novità di quest’anno, affidata all’artista inglese Sam Porritt presentato dalla galleria Vitrine con sede a Londra e Basilea, che ha presentato un progetto all’interno di una piccola parete, per dimostrare come anche spazi più intimi all’interno di un appartamento possano contenere dei tesori e suscitare stupore e riflessione.
Infine, ricco e di forte richiamo è stato Learning Better , il Live Programme svoltosi presso Palazzo Birago, affidato alla curatela di Elise Lammer, curatrice svizzera presso SALTS a Basilea e fondatrice della piattaforma di ricerca Alpina Huus, che ha ideato il progetto di video e performance sui concetti di potere e resilienza.
Learning Better ha messo in discussione la retorica su razza, classe, specie e genere, suggerendo che la libertà e l’autoconservazione possono essere raggiunte mediante risposte non violente, a volte persino gioiose. Gli artisti invitati a rappresentare questa tematica sono stati Bekim Sébastien Krivaqa, Lonely Boys, Caroline Mesquita, Adrian Piper, Dorian Sari.
Tra questi, particolarmente interessanti sono stati Adrian Moves to Berlin (2007), un video documentario dell’artista concettuale Adrian Piper che balla per un’ora su una playlist di brani di musica house e A&a (if art fails, thought fails, justice fails…) (2019), un film che mostra un affascinante incontro tra due uomini presentato da Dorian Sari.