Non si può non pensare a Marcel Proust e ad Orhan Pamuk quando ci si imbatte nel Museo dei Quaderni di Scuola (museoquaderni.it) aperto nel 2024 a Milano, nella centralissima Via Broletto. In questo luogo, infatti, la ricerca della memoria e dell’identità passano attraverso una narrazione che non ha nulla di epico ma che piuttosto celebra il quotidiano e le esperienze personali come fonte di connessione e comprensione dell’umanità.
E se Proust lo ha fatto attraverso i suoi ricordi evocati da una madeleine e Pamuk attraverso il girovagare di Kemal per i musei più piccoli e meno frequentati di Parigi, il Museo dei Quaderni di Scuola ha aderito a questo tipo di poetica per rivelare anch’esso l’unicità delle storie individuali piuttosto che limitarsi a raccontare grandi eventi o narrazioni collettive.
Nella sua piccola sede questa istituzione porta avanti da neofita un’attività immensa di collezione, esplorazione e valorizzazione di quaderni, lettere o diari d’infanzia, per un totale di 36 paesi coinvolti e 18 lingue diverse e più di 2500 testimonianze in archivio che vanno dal 1700 ai giorni nostri.
Riconosciuto nel 2019 dalla Sovrintendenza Archivistica e Bibliografica della Lombardia come “archivio di interesse storico particolarmente importante” questo luogo non si presenta come mero deposito polveroso di esemplari classificati, ma fa della partecipazione un elemento chiave della sua identità. Chiunque ad esempio – a patto che sia maggiorenne – può effettuare una donazione, contribuendo così sia ad arricchire la raccolta sia ad ampliare gli orizzonti stessi del museo che si mantiene vitale valorizzando il potere evocativo di questi inconsapevoli e perciò autentiche testimonianze letterarie.
Per questo il museo è dinamico e aperto a persone di tutte le età, dai bambini agli adulti, dai ragazzi agli anziani, il cui legame scaturisce dalla lettura delle storie presenti nei vari quaderni, che mettono in relazione generazioni e modi di vivere diversi: ciascun individuo in questo posto ha valore per la sua storia o per le considerazioni personali che emergono dal suo scritto o per il suo personale modo di fruire delle storie che lo incuriosiscono o appassionano.
Esperienze, storytelling e interpretazioni ogni volta diverse foraggiano poi a loro volta idee che si concretizzano in innovative proposte che Thomas Pololi – direttore del museo e promotore originario del progetto – attua sia nelle scuole che nel museo stesso, tra iniziative didattiche, reading, incontri, interviste, mostre specifiche, all’interno di un programma pluriennale di approfondimento e scambio continui, in modo da abitare i ricordi e renderli partecipati.
Per questo il museo è stato coinvolto anche dalla Fondazione Terzoluogo (https://fondazioneterzoluogo.org/it) che, quando si è interrogata su come la cultura possa entrare in territori ad elevata vulnerabilità sociale, come quello del quartiere di San Siro a Milano e di S. Anna a Capuana a Napoli, ha considerato opportuno far riferimento all’associazione di promozione sociale “Quaderni Aperti”, che gestisce l’archivio, per sperimentare insieme e con il coinvolgimento della comunità locale nuove opportunità di partecipazione basate su una fruizione moderna che favorisca la relazione e il senso di appartenenza alla vita del territorio.
E le memorie di infanzia sono stati riconosciute come un tassello centrale di questo percorso partecipativo di ascolto, consultazione e connessione tra persone della comunità: laboratori dedicati e altre iniziative specifiche di coinvolgimento attivo renderanno gli spazi culturali messi a disposizione dalla Fondazione uno strumento per accompagnare la comunità in un percorso di riappropriazione della propria identità e specificità, collettiva e individuale, dimostrando come il cambiamento culturale che passa per la singola storia possa trasformare le abitudini di pensiero della collettività.
La cura delle relazioni che passa quindi attraverso queste testimonianze scritte ingenue e storiche non è quindi solo un mero recupero delle memorie, ma diventa anche possibilità di andare oltre i quaderni per costruire insieme ragioni, significati, critiche, per aprirsi attraverso secoli e luoghi diversi al senso delle cose, degli altri, della realtà e della vita, costruendo e rinsaldando legami, rielaborando le testimonianze lette e vissute insieme, diventando occasione di conoscenza e accoglienza reciproche.
Molto bello! Complimenti per l’articolo interessantissimo.