Presentato anche a Milano il palinsesto degli eventi autunnali che si terranno ad Anversa per celebrare l’artista
Rivoluzionario, anticonformista, sperimentatore senza limiti di generi e tecniche pittoriche: James Ensor ha lasciato un segno indelebile nell’ambito della pittura fiamminga e non solo, riuscendo al contempo a omaggiare i grandi maestri che lo hanno preceduto e a creare qualcosa di nuovo. Così, a 75 anni dalla sua scomparsa avvenuta nel 1949, la regione belga settentrionale delle Fiandre gli rende omaggio con una serie di iniziative calendarizzate in tutto l’arco del 2024.
La prima parte dell’anno ha visto come palcoscenico d’elezione Ostenda. Lì Ensor è nato nel 1860 da padre inglese e madre fiamminga: i panorami della costa belga del Mare del Nord ricorrono spesso nei suoi lavori. Ostenda è sempre stata una località turistica, frequentata soprattutto da britannici e irlandesi tra cui James Joyce.
Non sappiamo se i due creativi si siano mai incontrati, ma ciò che c’è di certo é che i genitori di Ensor gestivano un negozio di souvenir. Molti degli strani oggetti e personaggi che l’artista inserisce nei suoi lavori, creando un immaginario molto apprezzato dai surrealisti, derivano proprio da questa esperienza. L’attività commerciale di famiglia non gli è servita, invece, per migliorare il carattere: nel corso della sua lunga vita si è sempre dimostrato vanitoso e polemico in special modo con gli altri colleghi.
La pittura di Ensor è complessa: assorbe e poi respinge tutti gli impulsi con cui viene in contatto ed è per questo che agli occhi del pubblico risulta originale e anticonformista.
Per esercitarsi sceglie di dipingere nature morte, mentre quando si dedica ai paesaggi li rielabora sempre. Compaiono anche tradizionali scene d’interni fiamminghe in cui aggiunge elementi grotteschi che ben si confanno all’immaginario delle Fiandre: maschere, scheletri e altri oggetti e personaggi tra fantastico e surreale. Insofferente a qualsiasi forma di costrizione, un po’ performer e un po’ poeta, partecipa al collettivo belga Les XX, facendo proprie molte istanze sociali.
Nel 1887 il gruppo invitò Georges Seurat a esporre a Bruxelles “Una domenica pomeriggio sull’isola della Grande-Jatte nel 1884” da poco terminata. Il successo di pubblico e critica stuzzicò il caratteraccio di Ensor che iniziò una personale crociata contro gli artisti stranieri. Nonostante sia indiscutibilmente stato influenzato dagli impressionisti, in particolare da Claude Monet, lo definì più volte troppo superficiale ed ottimista per indagare realmente le sfaccettature dell’animo umano.
Dunque una personalità complicata quella di Ensor che, a partire da settembre 2024, verrà approfondita ad Anversa. Inaugurerà infatti al KMSKA, istituzione che già custodisce il numero più alto di opere dell’artista, “In Your Wildest Dreams. Ensor Beyond Impressionism”: i lavori del pittore si confronteranno non solo con i maestri belga, ma anche con famosi creativi internazionali come Munch, Courbet e lo stesso Monet, a dimostrazione di come Ensor sparigliasse le carte in tavola con la sua pittura. Nel suo lavoro si rintracciano elementi modernisti, ma soprattutto postmodernisti.
Forse è proprio per questo che il creativo risulta al giorno d’oggi così apprezzato: le ansie che esperiamo nel nostro quotidiano lui riusciva a renderle su tela.
Ma il programma di manifestazioni non include solo la retrospettiva di cui sopra.
Tutta Anversa verrà coinvolta assieme alla sua cittadinanza grazie ad un palinsesto che si snoderà su più istituzioni.
Al Museo Plantin Moretus una mostra indagherà il lato grafico della sua arte (“Ensor’s States of Imagination” | 28/09-05/01/2024), al ModeMuseum ci si concentrerà più sull’esperienza estetica e etnografica (“Masquerade, Makeup & Ensor” fino al 19/01/2025), mentre al FOMU si giocherà con l’identità. Nello specifico dai tantissimi ritratti di Ensor si passerà ad una personale dell’artista Cindy Sherman (fino al 02/02/2025) in cui i confini del riconoscimento del singolo soggetto vacilleranno.
Chissà che anche la figura di James Ensor non ne esca sotto una nuova luce. Dovremmo aspettare settembre per scoprirlo.