L’artista rielabora materie e simboli per raccontare la decadenza contemporanea.
A Torino, Osservatorio Futura ospita Ricreazione, mostra personale di Luca Staccioli a cura di Federico Palumbo.
Lo spazio di Osservatorio Futura diventa immagine di un playground. È perturbato da giochi con i quali i bambini diventano adepti obbedienti di una adultità fatta di obblighi, illusioni e passioni distorte.
L’artista infatti rielabora materie e simboli della decadenza contemporanea legata ai processi di omologazione e la messa a profitto dell’emozionalità.
La ricreazione dovrebbe essere spensieratezza, sospensione delle attività lavorative, quindi socializzazione e costruzione identitaria. Tuttavia le opere in mostra ne raccontano il lato oscuro: gli spazi di aggregazione spontanea e il tempo libero sono erosi dai luoghi di consumo compulsivo, palestre di produttività.
L’ARTISTA
Luca Staccioli intende la sua pratica artistica come una ricerca sperimentale, orientata alla processualità, che include differenti media tra cui il video, il suono, la scultura, il ricamo, il disegno, il collage.
Pensate come narrazioni, le sue opere mettono in discussione valori prestabiliti, forme di colonialismo, lo sfruttamento dell’emozionalità, gli immaginari diventati tendenze omologanti del neoliberismo.
La ricerca di Staccioli stratifica e combina micro-storie, memorie sradicate, oggetti quotidiani e immagini nomadiche che prolificano nella dimensione globale-locale e negli apparati tecnologici, al fine di ri-narrare i modelli della rappresentazione e scoprire nuove ecologie.
Staccioli ha studiato filosofia, pittura all’Accademia Ligustica di Genova, arti visive e studi curatoriali presso NABA, Nuova Accademia di Belle Arti, Milano.
Cover Photo Credits: Courtesy Luca Staccioli