Our Selves: Photographs by Women Artists from Helen Kornblum è il titolo dell’esposizione che inaugurerà il 16 aprile nelle sale del quinto piano del Museum of Modern Art di New York e che vedrà in mostra l’inedita raccolta di opere fotografiche appartenenti alla celebre collezionista, indiscutibile pioniera della rivendicazione femminista nell’arte.
Tra le opere selezionate non emerge un intento analitico o cronologico, al contrario la moltitudine di linguaggi, dal reportage alla fotografia concettuale, disegna una mappa senza coordinate che connette la tradizione con l’innovazione ritrovando una causa comune. Dalla profondità di Lola Alvarez Bravo, intima lettrice degli animi femminili, alla criticità di Tatiana Parcero per la quale il corpo diventa tela sui cui creare, le artiste in mostra rifuggono la banalità con sorprendente intraprendenza.
Il Moma si afferma tra le istituzioni che dedicano più spazio alla professionalità femminile, dall’attività curatoriale a quella espositiva, partendo dalle tre fondatrici Aldrich Rockefeller, Lillie Plummer e Mary Quinn Sullivan fino alle più affermate curatrici contemporanee, tra cui la stessa Roxana Marcoci Senior Curator responsabile della mostra.
Una lotta che non si è mai estinta del tutto, un percorso a ostacoli in cui ancora oggi non si è giunti al traguardo e che conta ormai sostenitrici in tutto il mondo: la causa femminista non riguarda esclusivamente manifestazioni e trattati, senza dubbio colonne portanti di un’organizzazione con fermi precetti e ideali, ma anche testimonianze visive, prove inconfutabili dell’essenza che ogni donna porta con sé.
Le immagini femministe sono una lente di ingrandimento, un enorme microscopio che analizza capillarmente tutte quelle connessioni e diramazioni della battaglia per l’affermazione della donna; ogni scatto racchiude complessi intrecci di storia, politica e condizioni sociali che aprono un dialogo corale sulla condizione globale del nostro genere e su ciò che è stato fatto e che ancora oggi si potrebbe fare.
La fotografia si rivela un mezzo concreto ed eloquente che pone il visitatore occhi negli occhi con una donna indigena o una statua greca, figure che non hanno mai ricevuto la degna considerazione e che per troppo tempo hanno incarnato modelli asettici, quasi chirurgici. Our Selves ci ricorda un senso di appartenenza, di stato collettivo alimentato da un’unica speranza, nonostante la meravigliosa eterogeneità che ci caratterizza.
Copertina: Sharon Lockhart, Untitled, 2010. Chromogenic print, 37 × 49 in. (94 × 124.5 cm). The Museum of Modern Art, New York. Gift of Helen Kornblum in honor of Roxana Marcoci. © 2021 Sharon Lockhart.