Intervista a Roberto Fassone in mostra a Torino con “And we thought | FOOD DATA DIGESTION” dove Intelligenza Artificiale e creatività umana dialogano
Roberto Fassone (1986) è un artista poliedrico che si concentra soprattutto sulle strutture creative, sul rapporto tra gioco e performance, sulla differenza tra storia e aneddoto e sui gesti spontanei.
Inizialmente studente del Politecnico di Torino, Fassone si trasferisce a Venezia per frequentare lo IUAV ed è lì che comincia a fare delle performance.
«Passai del tempo a studiare cosa fosse l’arte ma nessuno aveva mai una risposta, così continuai a fare delle cose che assomigliavano a opere d’arte» commenta l’artista riguardo ai primi periodi della sua formazione artistica.
Negli ultimi anni Fassone ha esposto e performato presso istituzioni italiane e internazionali come la Quadriennale di Roma, il MAMbo di Bologna, le OGR di Torino, il Japan Media Arts Festival a Tokyo, il Carroll / Fletcher di Londra, il Mart di Rovereto e molti altri.
Il progetto And we thought | FOOD DATA DIGESTION
And we thought | FOOD DATA DIGESTION è l’ultimo progetto artistico di Roberto Fassone curato da Sineglossa con la consulenza artistica di Valentina Tanni e la collaborazione del creative technologist Andrea Zaninello.
É presentato da venerdì 17 a domenica 19 giugno 2022 presso gli spazi di Combo Torino nella cornice di Cantieri 2022, progetto di alta formazione artistica e sperimentazione.
L’idea nasce dall’esigenza di esplorare una metodologia creativa che metta in dialogo la creatività umana con l’intelligenza artificiale.
All’I.A – chiamata Ai Lai – sono stati dati una grande quantità di dati che, una volta rielaborati, diventano racconti inediti che seguono i presupposti iniziali.
Lo sviluppo e l’elaborazione del progetto hanno previsto una serie di tappe i cui esiti conclusivi costituiscono il contenuto della mostra al Combo di Torino.
«Nutriamo un’intelligenza artificiale con le storie di persone che hanno mangiato funghi allucinogeni. Andrea Zaninello progetta Ai Lai, l’intelligenza artificiale che mangia funghi allucinogeni e Ai Lai scrive numerose storie psichedeliche»
L’intelligenza artificiale Ai Lai
Messa a punto dal lessicologo e linguista computazionale Andrea Zaninello, Ai Lai è stata istruita con un dataset di migliaia di racconti di trip lisergici provenienti dall’archivio Shroomery.org.
Attraverso un algoritmo di machine learning, Ai Lai produce nuove storie avendo appreso un linguaggio specifico e uno stile affine ai racconti psichedelici umani.
Roberto Fassone ha presentato e fatto interagire Ai Lai con il pubblico durante una residenza d’artista nell’aprile scorso a Torino.
I partecipanti potevano dire all’intelligenza artificiale il titolo della canzone o dell’album che avrebbero ascoltato nel caso di un viaggio lisergico.
Da qui Ai Lai ha prodotto decine di storie psichedeliche restituite alle persone intervenute e sono entrate a far parte di un archivio digitale.
L’artista ha in seguito rielaborato i racconti in un’opera site specific che include videoarte, oggetti fisici ed elaborati digitali, linguaggi umani e artificiali.
«Cosa significa creatività, cosa significa arte, cosa significa coscienza? Secondo me Ai Lai ha dato vita a momenti di poesia come questo:
there was an alien body in my closet
I looked at all these white little faces on the wall
For the first time in my life, feeling “real” was really powerful
the grass was covered in gold and yellow flowersù
I wanted to touch and touch and touch so much
It was an open summer day in October, and all I had left was my mind and my sanity, all that mattered.
On top of the trees were trees, my friend had the strangest look on his face.
It’s kinda like when you go into a rave at the mall»