Fino al 4 dicembre 2022 il Mo.Ca a Brescia presenta “DATA DATING DESIRE”, la mostra sull’amore all’era digitale curata da Valentina Peri.
Dopo essere stata presentata a Parigi, Londra, Tel Aviv, Bruxelles e Ginevra, la mostra DATA DATING DESIRE arriva in Italia, a Brescia, al Mo.Ca – Centro delle nuove culture.
La curatrice Valentina Peri si domanda: cosa significa amare nell’era di Internet? In che modo le interfacce digitali stanno ridefinendo le nostre relazioni personali? Quale sarà l’impatto delle nuove tecnologie sulla sfera sentimentale?
Gli schermi condizionano la nostra intimità e il nostro desiderio di connessione, ma come di preciso? L’avvento di Internet e degli smartphone ha fatto emergere nuove problematiche legate all’intimità e alla vita sentimentale: trasformazioni che stiamo ancora cercando di comprendere.
Sono diventate più che mai attuali nel marzo 2020, quando la pandemia globale ha spinto milioni di persone a un totale isolamento, costringendole a riconfigurare la maggior parte delle attività sociali, spostandole online per il tramite di dispositivi tecnologici.
Dallo smart working agli aperitivi online, gli esseri umani di tutto il pianeta hanno cercato di destreggiarsi tra gli inconvenienti della distanza sociale e di vivere una realtà senza contatto come la nuova normalità.
Questo isolamento forzato e l’impossibilità di incontrarsi fisicamente, ha portato molte persone a far evolvere la propria vita sentimentale verso il digitale, le app e i siti di incontri, ispirando nuovi modi di connettersi, cercare partner o sedurre, sia per gli utenti esperti che per quelli alle prime armi.
L’ampiezza del fenomeno comporta un enorme potenziale in termini di profitti diretti e di raccolta di dati personali, e solleva domande sull’obsolescenza programmata che si suppone insita in questo modello di business: l’idea che le app di incontri online vedano la ricerca di partner come un’attività ricreativa e un prodotto dell’economia libidinale da consumare all’infinito.
Secondo il filosofo Paul B. Preciado in Le lezioni del virus (2020), “il soggetto delle società
tecnopatriarcali neoliberali che il covid-19 sta costruendo non ha pelle, è intoccabile, non ha mani. […] Non ha labbra né lingua. Non parla dal vivo, lascia un messaggio vocale. Non si riunisce e non si collettivizza. È radicalmente individuale. Non ha volto, ha una maschera. Per esistere, il suo corpo organico è nascosto dietro a una serie indefinita di mediazioni semio-tecniche, una serie di protesi cibernetiche che sono anch’esse maschere: l’indirizzo email, l’account Facebook, Instagram, Skype”.
Riunendo le opere di vari artisti internazionali la mostra Data Dating Desire cerca di esplorare le nuove forme del romanticismo contemporaneo e di mappare le connessioni inedite tra desiderio, emozione, tecnologia ed economia nel mondo della post-pandemia.
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Immagine di copertina: !Mediengruppe, Ashley Madison Angels at Work in Brescia, 2017-2022, Installazione video 16:9 HD a 5 canali, suono 5 schermi LCD 42”, trolley TV, lettori video, cavi, luci LED rosa 8:30 min, a ciclo continuo, Installazione al Mo.Ca. Courtesy Fabio Cattabiani