Premio Cairo 2023: la vincitrice e i protagonisti

Sembra che quest’anno il Premio Cairo, il prestigioso concorso giunto alla sua 22ª edizione che premia i giovani artisti in Italia, a cura del mensile Arte, sia finalmente ritornato alla sua originaria vocazione: quella di esibire e premiare la buona pittura che nasce e cresce in Italia.

Ideato nel 2000 dalla volontà del presidente Urbano Cairo di sostenere i giovani artisti italiani e di far conoscere al pubblico nuovi protagonisti dell’arte italiana, è ormai riconosciuto come un importante trampolino di lancio che offre agli artisti la duplice occasione di consolidarsi nel panorama artistico nazionale e internazionale e di vivere una grande esperienza espositiva.

Negli anni sono stati premiati pittori del calibro di Luca Pignatelli, Bernardo Siciliano, Andrea Chiesi, Valentina D’Amaro e scultori quali Chris Gilmour e Fabio Viale.

Molte polemiche aveva suscitato lo scorso anno la vittoria di Giulia Cenci, con la sua installazione di una vasca idromassaggio che conteneva il calco di una sagoma da tassidermista di un lupo.

Quest’anno, invece, ha vinto la pittura e una sua giovane protagonista di Chivasso, Giuliana Rosso (1992),con l’opera inedita Stiamo bene negli acquitrini. La vincitrice è stata scelta dalla prestigiosa giuria presieduta dal Maestro Emilio Isgrò e composta da Luca Massimo Barbero, Mariolina Bassetti, Ilaria Bonacossa, Lorenzo Giusti, Gianfranco Maraniello.

L’opera di grandi dimensioni, realizzata mediante carboncino e gessetti su carta, secondo la motivazione della giuria “rappresenta l’inquietudine e l’indeterminatezza dell’adolescenza in un paesaggio tossico che evoca l’urgenza della questione ambientale e il disagio di una comune solitudine”. Tre ragazze sono ritratte in una foresta distrutta, in mezzo a tronchi galleggianti, come dopo una violenta tempesta, illuminate dal cuneo di una luce giallo fosforescente.

Anche in questa edizione sono stati chiamati all’appello dalla redazione di Arte 20 artisti, invitati a realizzare per l’occasione opere inedite che sono esposte nella cornice del Museo della Permanente di Milano. Dopo le ultime edizioni un po’ tentennanti, in cui i linguaggi della pittura e della scultura avevano spesso ceduto il passo a installazioni e prove espressive spesso di dubbia fattezza e interpretazione, in questa occasione i pittori coinvolti sono stati ben undici, più della metà dei protagonisti totali del Premio, mentre cinque gli scultori.

Tra gli autori che si distinguono per bravura e maestria, Eric Pasino (Vercelli, 1997) il cui dipinto di 2×2 m in concorso ci presenta una natura morta divisa in due parti che può essere interpretata come una rivisitazione pittorica del perturbante freudiano; Ismaele Nones (Trento, 1992), recentemente secondo classificato anche del Premio Artivisive San Fedele, con un quadro dalle linee bidimensionali in cui si fondono riferimenti antichi e spunti contemporanei; Luca Grimaldi (Roma, 1985) che ha fatto della pittura il medium per rappresentare la realtà nella sua dimensione frammentata e sfaccettata, realizzando lavori figurativi con pennellate ampie, talvolta squadrate e frazionate; Roberto de Pinto (Terlizzi, Bari, 1996) con la grande tela Prima il dovere, poi il piacere realizzata mescolando direttamente sul supporto cera e pigmento e intervenendo poi con pastelli e olio per presentare l’atto del disegnare e del creare; il duo bn+BRINANOVARA (Giorgio Brina, Milano, 1993, e Simone Novara, Milano, 1994) che a partire da un singolo spunto tratto dalla storia dell’arte, rielaborato con taglio ipercontemporaneo, costruiscono attorno l’intero quadro.

Ma anche la scultura è degnamente rappresentata da Alessio Barchitta (Barcellona Pozzo di Gotto, Messina, 1991), già vincitore del Premio Artivisive San Fedele, che utilizza materiali vari come argilla, gesso, cera, sabbia vulcanica, polvere di marmo, tessuti, specie vegetali e oggetti trovati per creare sculture e installazioni che testimoniano il passare del tempo, in relazione al luogo. Oppure da Giorgio Salvato (Vimercate, 1984) la cui opera in ferro saldato, realizzata per il Premio Cairo, si compone di due corvi in ferro saldato appollaiati su una bombola del gas esplosa.

Opere testimoni, dunque, di un ritorno al piacere della manualità del fare, del dipingere e dello scolpire che caratterizza questa nuova generazione di artisti selezionati per la 22ª edizione del Premio Cairo,in mostra a Palazzo della Permanente fino al 15ottobre a ingresso libero.

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