La plastica tra etica ed estetica: la nuova installazione di Cracking Art 

Lo scenario mondiale del consumo di plastica nel 2060 si rivela allarmante alla luce dei recenti sviluppi economici e politici: secondo il Global Plastics Outlook 2022, il report elaborato dall’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, l’uso e lo spreco di plastica potrebbe potenzialmente triplicare e la sua dispersione nell’ambiente raddoppiare. 

La plastica ha visto uno sviluppo esponenziale dal XIX secolo ad oggi, dalla celluloide alle piú moderne forme sintetiche, affermandosi come una soluzione vincente grazie alla sua flessibilità e funzionalità. Ogni settore, da quello industriale a quello chimico, dalla moda al design, ha saputo sfruttare le potenzialità di questo materiale raggiungendo prestazioni e specifiche tecniche di inestimabile qualità.

Nonostante l’evoluzione e la ricerca, lo smaltimento della plastica rimane il piú grande ostacolo per uno sviluppo sostenibile della società contemporanea: solamente il 9% viene riciclato, il 22% smaltito illegalmente e il 69% finisce ancora nelle discariche e negli inceneritori. 

A partire da questi dati è evidente l’urgenza di individuare mezzi e metodi per riutilizzare la plastica, non solo da parte delle grandi realtà, che senza dubbio hanno un maggiore impatto sull’inquinamento globale, ma anche e soprattutto guardando ai linguaggi meno convenzionali che hanno fino ad ora privilegiato altri materiali.

Il mondo del design è uno tra quelli che è riuscito a declinare la plastica maggiormente, in diverse forme, colori e utilizzi; ma oltre a plasmare la celluloide c’è chi ha trovato il giusto connubio tra etica ed estetica, riuscendo cosí a creare opere affascinanti che perseguano una logica sostenibile. 

Cracking Art è un collettivo che nasce nel 1993 con l’intenzione di rivoluzionare il tradizionale approccio alla materia, introducendola nella produzione per darle un nuovo volto; lo stesso nome del gruppo richiama il processo di trasformazione del petrolio in plastica, il cracking per l’appunto, «un procedimento drammatico, se non è controllato, una scissione che ci mette tutti di fronte a realtà nuove».

Le opere di Cracking Art sono la risposta all’inevitabile consapevolezza di un rapido cambiamento che vede protagonista l’artificiale a discapito del naturale e che rincorre l’innovazione tralasciando la cura e la tutela dell’ambiente. Cosí come l’incontrollato proliferare della plastica interessa l’intera popolazione, allo stesso modo anche la riflessione che suggerisce il gruppo artistico è universale: come rompere una catena tanto necessaria quanto potenzialmente dannosa? 

La plastica riciclata si reincarna in simpatici animali dalle dimensioni mastodontiche che invadono inaspettatamente luoghi piú o meno comuni di una città creando un effetto di straniamento e sorpresa. Questo è avvenuto anche a Novara, in Piazza Garibaldi davanti alla stazione centrale, con l’opera Re-Generation dove sei chiocciole popolano i giardini portando con sé un messaggio per chiunque passando distrattamente, salendo o scendendo dal treno, abbia la cura di fermarsi e leggere. 

Rigenerare, rivivere, ritrovare, riconoscere, riconciliare e ricreare: queste le strade che possiamo seguire per partecipare a un futuro migliore: in questo caso l’iniziativa é promossa dall’amministrazione cittadina che, quasi come una lettera di intenti, accoglie questa manifestazione artistica per parlare al pubblico, residente o di passaggio che sia.

Uno spazio che si riscopre hub sostenibile, portavoce di valori comuni ma spesso non condivisi, necessari ma spesso non urgenti: l’azione di Cracking Art va oltre all’idea di installazione per trovare una nuova chiave di lettura all’emergenza ambientale e renderla accessibile a tutti. 

Riuscirà a ispirare nuove pratiche piú responsabili e consapevoli? La risposta sta a noi. 

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