Cinquanta artisti internazionali, decine e decine di performance, spettacoli dal vivo, video installazioni per documentare, attraverso una molteplicità di linguaggi artistici differenti, questioni come la povertà, l’emarginazione, il cambiamento climatico, l’ambiente, la migrazione, l’accessibilità, l’uguaglianza sociale e di genere, la giustizia e la pace. Un week end all’insegna dell’ompegno è quello rappresentato dall’ottava edizione dell’ormai storica e seguitissima Venice International Performance Art Week, quest’anno intitolata “DigiLabAir | Emergenze del Contemporaneo”, che si terrà a Venezia, nella cornice di Palazzo Mora, a partire dal 15 al 17 dicembre (in collaborazione con RUFA, University of Fine Arts, Roma).
Non conterrà solo performance dal vivo, però: l’esposizione “Digilabair” consiste ad esempio di 24 video, 15 dei quali realizzati durante una serie di residenze digitali ospitate da un consorzio di 5 associazioni culturali no profit europee. I video verranno disseminati in rete dalla piattaforma digitale PAV (Performance Art Video) che verrà inaugurata per l’occasione. Le performance live saranno invece concentrare nella mostra “Emergenze del Contemporaneo”, che riunisce artisti riconosciuti a livello internazionale ed altri emergenti, tutti impegnati nel ragionamento sulle emergenze di questi anni tormentati, spaziando appunto dai flussi migratori all’emergenza climatica fino alle emergenze umanitarie causate dalle guerre.
Tra gli artisti presenti, molti nomi noti della scena della performance internazionale e molti nomi emergenti. Tra gli altri, Franko B., performer estremo dal carattere in infondibile e dalla forte corporeità, che proporrà una performance dal titolo Reflecting Wounds, che si svolgerà sabato 16 dicembre dalle 14:30 alle 18:30 in un percorso all’aperto (non è necessaria la prenotazione) e alle 18:45 alle 19:15 al coperto presso Palazzo Mora (su prenotazione). “Questa performance è un viaggio nella memoria e nella storia personale e collettiva”, spiega l’artista. “Il corpo e il corpo dell’artista diventano tela, scultura, poesia, ma anche suono”.
La performer serba Marta Jovanovic, la cui pratica riflette sul corpo e sull’identità femminile, presenterà invece la performance live Sola, sabato 16 dicembre alle 19:45. Utilizzando i capelli come simbolo, la performance riflette sulle esperienze di solitudine e isolamento, ma anche sulla solidarietà e sulla speranza che resiste contro di esse.
La performer e fotografa Sabrina Bellenzier, invece, nella sua performance live intitolata 112, che si terrà domenica 17 dicembre, tra le 17:00 e le 20:00, imbastirà un ragionamento sullo stato di emergenza del nostro tempo, indagando le relazioni tra il corpo e le strutture di potere, ricercando contro-narrazioni, mettendo il pubblico a confronto con la realtà delle emozioni, con i propri stati emotivi e sentimenti nascosti.
Ancora, Giorgi Rodionov, artista e curatore georgiano molto attento alle dinamiche di potere e alle questioni riguardanti i diritti umani, domenica 17 dicembre presenterà lo spettacolo live Amico Militare, una performance partecipativa che reinterpreta e mette in scena le azioni appartenenti all’addestramento militare, ragionando anche sulle regole di costrizioni a cui sono soggetti i soggetti migranti nel contemporaneo.
Gabriele Provenzano indaga invece le problematiche generazionali, approfondendo il rapporto tra intimità e mondo esterno. Nella sua performance intitolata Boel, che si terrà domenica 17 dicembre, cercherà di “far percepire al pubblico la violenza di coloro che lo vogliono domare l’altro a tutti i costi”. “Forse”, spiega l’artista, “i miei gesti verranno rifiutati, lasciandomi nella solitudine di un’occasione sprecata. Forse la performance avrà successo esattamente allora”.
La coppia Steef Kersbergen e Vicky Maier, invece, nella loro performance che sarà presentata domenica, intitolata Becoming My Non-Binary Body: Roots Extending Invisibly, ragionano su identità di genere e transizione, mettendo in discussione le convenzioni sui generi, “omaggio a coloro che hanno aperto la strada alla fondazione delle nostre identità trans*non binarie”.
Niya B, artista transfemminile che lavora nell’intersezione tra arte visiva e performance su temi quali l’ecologia, l’identità di genere, le dinamiche di potere e di classe, presenterà invece la performance Re:Rooted, che “riguarda corpi, piante e macchine”, tra la bassa tecnologia e l’alta tecnologia, una sorta di “rituale di guarigione in cui le tradizioni ancestrali vengono celebrate e contestate, i metodi basati sul corpo si incontrano con la conoscenza basata sulla terra e i traumi del passato incontrano i fallimenti del presente”.
Priiya Pretora presenterà invece la mostra itinerante O Nodire, rituale ambulante di inni, preghiere, proteste, canti popolari, lettere d’amore e addio, da raccogliere attraverso la voce.
Dyana Gravina, artista interdisciplinare, curatrice e attivista, presenterà la performance Birthing Subversive Consciousness, attraverso la quale esaminerà il modo in cui l’iconografia religiosa occidentale storica e le norme patriarcali binarie influenzano le rappresentazioni contemporanee del femminile. Rivendicando il potenziale sessuale del parto, la performance esplorerà movimenti e comportamenti etichettati come malattie e osserverà come gli stereotipi di genere reprimono le esperienze degli atti sessuali.
Nicola Fornoni, artista che utilizza performance e videoarte come linguaggi per analizzare le questioni sociali e i temi dell’alterità, della connettività impegnata, dell’accessibilità e dell’unione, venerdì 15 dicembre alle 20:15 presenterà la performance live The Beginning (Light), dove l’artista soffierà su 3 chili di piume bianche invitando il pubblico ad unirvi a lui. “I nostri respiri si incontreranno tra ordine e disordine, aiuto e ostacolo”, dice.
L’artista multidisciplinare Yiannis Pappas esplora il rapporto tra spazio e corpo umano posto in ambienti naturali e urbani. Nella sua performance Universal Rights i.e. Naked Staelessness che si terrà sabato 16 dicembre alle 19:15, ragiona su principi morali e rapporto del corpo con la cittadinanza dal punto di vista della filosofia stoica. “Un discorso contagioso, simbolico”, dice, “che funge da meccanismo per sfidare l’inclinazione prevalente verso l’uniformità del pensiero e del comportamento”.
Marianna Andrigo e Aldo Aliprandi combinano danza, performance art, sound motion, filosofia, video, installazioni e performance site-specific spesso caratterizzate dalla piena verticalità e dal conseguente brivido che scatena. Le loro poetiche si raggruppano intorno ai dettagli, al silenzio e alle dinamiche entropiche causate dalle emozioni e dalla percezione. Venerdì 15 dicembre alle 18:30 presentano il live collettivo 7 [arias] con Anna Maschietto, Ilaria Bagarolo, Elena Ajani, Maria Cargnelli, Michela Lorenzano, Valentina Milan e Elisa Righi al violino. “I corpi creano possibili vuoti, complicando la coerenza. Gli epicentri si sbriciolano: spostamento, accelerazione e rotazione permettono alla voce dei nervi di emergere e dire qualcos’altro – rotto, di nuovo”.
Petra Kuppers, performer comunitaria, attivista della cultura della disabilità e ballerina su sedia a rotelle, utilizza la somatica sociale, la performance e la scrittura speculativa per coinvolgere il pubblico verso futuri socialmente più giusti e piacevoli. È impegnata nella produzione di danza comunitaria e cultura della disabilità dalla fine degli anni Ottanta e continua a condurre workshop a livello internazionale. Il suo live Terrestrial Crip Drift: Venice, venerdì 15 dicembre alle 18:30, sarà “un viaggio da sogno che ci permetterà di stare in contatto con il tempo, con gli altri, con umani e più che umani che hanno vissuto in questo sito”. “Come possiamo espandere il nostro senso di sé?”, chiede l’artista. “Come possiamo immergerci in tutte le acque connesse? Come possiamo aprirci al mondo? Diventiamo permeabili insieme, alla deriva e sognando in questo luogo”.
Esposizione Video Francesca Fini, Nicola Fornoni, Franko B, Kirsten Heshusius, Vicky Maier & Steef Kersbergen, Sara Kostic, Fenia Kotsopoulou, Petra Kuppers, Virginia Mastrogiannaki, Kat Noli, Yiannis Pappas, Kyrahm & Julius Kaiser/Julia Pietrangeli, Guillermo Gómez-Peña & La Pocha Nostra, Priiya Prethora, Pacha Queer, Katarina Rankovic, Sabrina Bellenzier & Giorgi Rodionov, Matilde Sambo, Joseph Morgan Schofield, Chantal Spapens, Despina Zacharopoulou, Aleksander Zain. Performance dal vivo Andrigo/Aliprandi (con Anna Maschietto, Ilaria Bagarolo, Maria Cargnelli, Michela Lorenzano, Valentina Milan, Elisa Righi), Franko B, Niya B, Nicola Fornoni, Dyana Gravina, Marta Jovanovic, Petra Kuppers, Steef Kersbergen & Vicky Maier, Yiannis Pappas, Priiya Prethora, Gabriele Provenzano, Sabrina Bellenzier & Giorgi Rodionov.
La direzione artistica della VENICE INTERNATIONAL PERFORMANCE ART WEEK 2023 è affidata ai suoi fondatori, il duo artistico VestAndPage (Verena Stenke e Andrea Pagnes), affiancati in questa edizione da un team curatoriale composto da Anja Foerschner (ECC Performance Art), Marta Jovanovic (G12 Hub), Francesco Kiais (Mind the G.A.P.), Agustin Arguello & Gabriel Lyons (PAV).
VIII VENICE INTERNATIONAL PERFORMANCE ART WEEK 2023 DigiLabAir | Emergenze del Contemporaneo European Cultural Center – Palazzo Mora, Strada Nova 3659, Venezia 15 – 17 dicembre 2023 Inaugurazione: venerdì 15 dicembre, ore 17:00 Sabato 16 e domenica 17 la mostra aprirà alle ore 11:00. L’ingresso è gratuito – RSVP via Eventbrite https://www.eventbrite.com/e/venice-international- performance-art-week-2023-tickets-761079859347.