Cinque curiosità su “Il ragazzo e l’Airone” di Miyazaki.

di Alessio Magnolia

Il Ragazzo e l’Airone, il nuovo film scritto e diretto da Hayao Miyazaki, potrebbe essere l’ultima opera del famoso regista d’animazione giapponese. Il film suona infatti come un testamento, ricco di rimandi alla vita dell’artista, agli altri film da lui diretti e come un messaggio forte e chiaro che sembra essere rivolto al (tanto odiato) figlio, Goro Miyazaki.

Ecco alcune delle curiosità che si celano all’interno della pellicola:

La “ricerca di un successore”

Possiamo dire che sia il movente principale all’interno del film, in cui il protagonista, Mahito, incontra il suo prozio, che governa il mondo magico della torre, il quale gli chiede di diventare il suo successore. Questo riferimento è stato interpretato come il regista Hayao Miyazaki vorrebbe che suo figlio Goro (autore già di diversi film dello studio Ghibli ma criticati e disprezzati dal padre stesso) diventasse, ovvero come lui. Secondo altri invece il prozio sarebbe Takahata, il mentore del regista.

I “tredici pezzi”

Ovvero i blocchi che il prozio di Mahito utilizza per mantenere l’equilibrio all’interno del mondo e che cerca di donare al protagonista, altro non sono che i 13 film dello studio Ghibli diretti dal regista Miyazaki.

La scomparsa della madre

Un altro rimando alla vita del regista è la scomparsa della madre del protagonista del film, difatti anche la madre di Miyazaki morì e il padre si risposò con la zia, altra analogia con Mahito.

La paura del fuoco

La paura del fuoco ritorna anche in questo film, difatti, nella scena iniziale, possiamo ammirare una fantastica animazione del protagonista che corre verso l’ospedale in fiamme in cui è ricoverata la madre e nel quale da lì a poco morirà. Questa “ossessione” per il fuoco è relativa ad un trauma che il regista subì da piccolo.

La giovinezza

Altro riferimento alle vecchie pellicole è il tema della giovinezza. Ciò che ritorna è come il protagonista, poco più di un bambino, debba farsi carico delle responsabilità degli adulti, cosa che possiamo ritrovare in quasi tutte le pellicole dello studio d’animazione.

In conclusione, possiamo dire che questo capolavoro lascia molti interrogativi allo spettatore. Chi ha poca dimestichezza con i lavori del regista si troverà a pensare, dopo le scene finali, che questo film non abbia senso e sia molto confusionario, mentre è, probabilmente, l’opera migliore e più pregna di significato di Hayao Miyazaki.

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