Biennale di Venezia, “Stranieri Ovunque”. Tutto quello che dovete sapere sull’appuntamento più importante dell’anno

La sessantesima Biennale di Venezia aprirà le porte tra poco, il 20 aprile, e noi di Artuu dedicheremo una sezione speciale del giornale a questa manifestazione, che rimane una delle più importanti al mondo nel campo dell’arte contemporanea. In questo nostro Speciale Biennale documenteremo, giorno per giorno, le novità che via via emergeranno sulla mostra internazionale, quelle provenienti dai vari Padiglioni Nazionali, gli appuntamenti, gli eventi, gli artisti, le mostre collaterali, le curiosità, e anche ciò che avviene “dietro le quinte” di questa manifestazione.

Adriano Pedrosa

Molti dei nostri collaboratori, a cominciare ovviamente dai molti e rinomati critici d’arte che figurano tra i nostri contributors, avranno, da qui fino all’apertura della manifestazione e nei mesi successivi, le antenne puntate e le orecchie ben aperte per captare i segnali provenienti dai diversi paesi partecipanti, per documentare, testimoniare e spiegare ai lettori di Artuu cosa sta succedendo e come si sta muovendo ’arte contemporanea globale a partire proprio da questa Biennale.

Ma come sarà strutturata la sessantesima Biennale? Quali saranno le diverse sezioni in cui è divisa la manifestazione? Quali saranno i padiglioni nazionali, quali artisti saranno chiamati a rappresentare i diversi paesi, quali gli artisti più interessanti della mostra internazionale?

Iniziamo col dire che la Biennale sarà aperta al pubblico da sabato 20 aprile a domenica 24 novembre ai Giardini e all’Arsenale, sarà curata da Adriano Pedrosa, argentino, curatore e direttore del Museo di San Paolo; il titolo è Stranieri Ovunque – Foreigners Everywhere (e già il titolo, va detto, è tutto un programma).

Il titolo dell’esposizione è tratto da una serie di lavori realizzati dal collettivo Claire Fontaine, nato a Parigi e con sede a Palermo. Queste opere consistono in sculture al neon di vari colori che riportano in diverse lingue le parole “Stranieri Ovunque”. L’espressione è stata a sua volta presa dal nome di un omonimo collettivo torinese che nei primi anni Duemila combatteva contro il razzismo e la xenofobia in Italia.

L’esposizione si snoderà tra il Padiglione Centrale dei Giardini e l’Arsenale e sarà divisa tra Nucleo Contemporaneo e Nucleo Storico. Il Nucleo Contemporaneo sarà dedicato alle diverse letture del termine “straniero” – queer, outsider, ma soprattutto indigeno. L’artista queer, che si muove all’interno di diverse sessualità̀ e generi; l’artista outsider, che si trova ai margini del mondo dell’arte; l’artista indigeno, spesso trattato come uno straniero nella propria terra, avrà una presenza emblematica e molto significativa.

Il pubblico sarà accolto da un murale monumentale realizzato dal collettivo brasiliano Mahku e nelle Corderie, il collettivo Maataho di Aotearoa/Nuova Zelanda presenterà̀ una grande installazione. Gli artisti queer saranno presenti in ogni spazio e costituiranno il fulcro di un’ampia sezione nelle Corderie, nonché́ di un’area dedicata all’astrazione queer nel Padiglione Centrale.

Sempre nelle Corderie, ci sarà una sezione speciale dedicata a Disobedience Archive, un progetto di Marco Scotini. Questa sezione sarà suddivisa in due parti principali, dal titolo Attivismo della diaspora e Disobbedienza di genere.

Il Nucleo Storico sarà invece composto da opere del XX secolo provenienti dall’America Latina, dall’Africa, dall’Asia e dal mondo arabo, in una rilettura del modernismo globale, e sarà suddivisa in tre sale nel Padiglione Centrale: la sala intitolata Ritratti, la sala dedicata alle Astrazioni e una terza sala dedicata alla diaspora artistica italiana nel mondo lungo il corso del XX secolo

In questa sala saranno esposte le opere di 40 autori italiani di prima o seconda generazione, collocate negli espositori a cavalletto in vetro e cemento di Lina Bo Bardi, italiana trasferitasi in Brasile, vincitrice del Leone d’Oro speciale alla memoria della Biennale Architettura 2021.

La Mostra, dedicata al tema Stranieri Ovunque – Foreigners Everywhere, ha privilegiato artisti alla loro prima partecipazione alla grande mostra collettiva, coinvolgendoli anche in progetti speciali ed eventi collaterali, e sarà affiancata da 90 Partecipazioni Nazionali negli storici Padiglioni ai Giardini, all’Arsenale e nel centro storico di Venezia. New entry: Repubblica del Benin, Etiopia, Repubblica Democratica di Timor Leste e Repubblica Unita della Tanzania.

Nicaragua, Repubblica di Panama e Senegal partecipano per la prima volta con un proprio padiglione. Il Comune di Venezia partecipa, come sempre, con il Padiglione Venezia, ai Giardini di Sant’Elena.

Uninstallazione di Masssimo Bartolini

Il Padiglione Italia alle Tese delle Vergini in Arsenale è a cura di Luca Cerizza, con il progetto Due qui / To hear dell’artista Massimo Bartolini.

30 gli Eventi Collaterali, da Bangkok alla Palestina, organizzati in numerose sedi della città con un vero pluralismo di voci.

Nedda Guidi

Due i progetti speciali. Dieci opere dell’artista italiana Nedda Guidi saranno esposte a Forte Marghera all’interno dell’edificio chiamato Polveriera Austriaca. Una scultrice fondamentale per l’evoluzione della ceramica contemporanea.

Lo studio di Beatriz Milhazes a Rio de Janeiro foto Vicente de Mello

Il secondo progetto, al Padiglione delle Arti Applicate (Arsenale, Sale d’Armi), è quello dell’artista brasiliana Beatriz Milhazes, nota per il suo lavoro che sovrappone l’immaginario culturale brasiliano e i riferimenti alla pittura modernista occidentale, presenterà̀ sette dipinti e altrettanti collage di grandi dimensioni.

Anna Maria Maiolino

Il Leone d’oro alla carriera è stato attribuito ad Anna Maria Maiolino, artista brasiliana, ma italiana di nascita, e a Nil Yalter, artista turca, residente a Parigi. “La mia scelta, in tal senso”, ha spiegato Pedrosa, “ricade su due artiste straordinarie e pionieristiche, nonché migranti, che incarnano in molti modi lo spirito di Stranieri Ovunque – Foreigners Everywhere: Anna Maria Maiolino nata a Scalea, Italia, emigrata in Sud America, prima in Venezuela e poi in Brasile, dove oggi vive, e Nil Yalter nata a Il Cairo, trasferitasi a Istanbul e infine a Parigi, dove risiede”.

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