L’artista belga Tom Herck presenta la sua ultima opera, “Once We Ruled the World”, alla 60esima Biennale di Venezia. Quest’installazione monumentale, alta 10 metri, situata nel giardino di Palazzo Balbi Valier, visibile dal Canal Grande e dal Ponte dell’Accademia, metterà in scena un’interazione tra scheletri umani giganti e scheletri di dinosauri a grandezza naturale, evidenziando metaforicamente l’ego e la vanità umani. L’opera riflette su temi di estinzione, evoluzione, passaggio del tempo e natura ciclica della storia, con il suo sorgere e cadere di civiltà e specie che hanno un tempo dominato il pianeta.
L’opera di Herck si collega profondamente con la ricca storia di Venezia e la narrativa dell’umanità nel suo insieme, interrogando in modo giocoso la nostra relazione con essa. Prima della sua presentazione a Venezia, “Once We Ruled The World” è stata esposta nei giardini del Castello di Ordingen in Belgio. L’installazione include un codice QR che conduce a un’app di realtà aumentata, offrendo un dialogo interattivo tra gli spettatori e l’installazione, e di notte, una vernice “luce nera” trasforma l’installazione in una sorta di radiografia.
Chi è Tom Herck
Tom Herck è un artista neo-concettuale multidisciplinare belga, nato a Saint-Trond nel 1984 e attualmente residente a Ordingen. È noto per le sue installazioni d’arte pubblica monumentali non convenzionali e di grande impatto. Il lavoro di Herck include sculture, installazioni e creazioni miste, che spiccano per la loro autenticità non filtrata e stimolano una profonda introspezione. Attraverso l’uso abile di tecniche artistiche sia tradizionali che atipiche, le sue opere risuonano su molti livelli con il pubblico, invitandolo a una riflessione critica.
Il percorso artistico di Herck è caratterizzato da un’esplorazione continua di temi sociopolitici e questioni esistenziali. La sua arte indaga la complessità dell’esistenza umana, affrontando argomenti come la vanità, la storia, la religione, l’ascesa e il declino degli imperi, l’estinzione, l’evoluzione e la natura ciclica della storia. Questi temi sottolineano la profondità intellettuale ed emotiva delle sue creazioni, spingendo il pubblico a meditare sulle complessità dell’esperienza umana.
Tra le opere più importanti di Tom Herck spiccano:
- Holy Cow (2017): Un’installazione che esplora la complessità sociale attraverso una mucca crocifissa e un’enorme vasca di latte, sollevando questioni sulla produzione alimentare e il declino degli spazi religiosi
- The Wall (2019): Presentata al Burning Man, questa opera si ispira al cavallo di Troia e esplora temi di metamorfosi e trasformazione, utilizzando una pinata vuota per simboleggiare l’illusione e la fragilità del potere
- Catacombs: Un progetto che trasforma un’area industriale in un centro culturale e artistico, ospitando una varietà di sculture e installazioni che riflettono su temi socioculturali universali.
- The Decline (2016): Una massiccia casa di carte in cemento alta undici metri, che rappresenta il delicato equilibrio di varie prospettive politiche, filosofiche e religiose, riflettendo sulle conseguenze del dogmatismo e del governo autoritario
Una caratteristica distintiva dell’arte di Herck è la sua capacità di sfidare le norme sociali e di disturbare le percezioni consolidate.