Si dà ormai per scontato l’importante ruolo dei musei a servizio dell’inclusione sociale, ma con quali esiti?
Un esempio da prendere sicuramente a modello è la piattaforma digitale Smithsonian Learning Lab che, a cura dell’omonimo sistema museale statunitense, declina il concetto di inclusione in diverse interessantissime modalità: intanto offre la possibilità di accedere ai contenuti (circa 142 milioni di pezzi nelle sue collezioni) dei 19 musei che ne fanno parte: La National Gallery of Art, lo Smithsonian American Art Museum, la National Portrait Gallery, il National museum of African Art, il National museum of American History, il National Air and Space museum, solo per citarne alcuni tra i più rilevanti. Addirittura appartiene a questa istituzione anche un’etichetta discografica, la Smithsonian Folkways Recordings. Questo per dire che per contenuti non devono essere immaginate solo le opere d’arte ma anche i sussidi educativi in genere delle più diverse materie e nei più diversi formati (audio, video, articoli, foto, etc.), oltre alle pubblicazioni e alle ricerche che, attraverso le risorse e strumenti digitali messi a disposizione, sono utili per creare nuovi contenuti specifici da condividere con la nutrita comunità di altri utenti e da lasciare a disposizione degli interessati per successivi utilizzi.
Questa piattaforma, interattiva e gratuita, è organizzata in 4 sezioni: la prima, “DISCOVER”, attraverso la quale chiunque può scoprire risorse Smithsonian ossia immagini, registrazioni, testi e video digitali, pertinenti l’argomento di interesse tra storia, arte, cultura, società e scienze, utili a immaginare ‘collezioni’ intese
come risorse già organizzate e strutturate per l’insegnamento e l’apprendimento da parte degli educatori ed esperti della materia. Inoltre i risultati ottenuti non sono esclusivi di un determinato percorso, ma possono comparire in più possibilità di ricerca, a testimoniare come i vari percorsi non siano mai esclusivi ma si intreccino l’uno con l’altro offrendo innumerevoli possibilità di esplorazione, a dimostrare il fatto che l’inclusione deve puntare a mettere in evidenza gli elementi comuni piuttosto che le differenze.
La seconda sezione è intitolata “CREATE” ed è stata immaginata per creare raccolte di risorse per coinvolgere i fruitori o adattare liberamente e rapidamente quelle già create da altri utenti di Learning Lab che hanno acconsentito alla condivisione. Gli insegnanti, ad esempio, sono invitati a creare rapidamente lezioni e attività personalizzate adattandole a qualsiasi materia o classe, abbinando e/o adattando le innumerevoli raccolte esistenti per rispondere alle esigenze di personalizzazione di quanto a disposizione. Hanno la possibilità oltre che di scaricare e di condividere quanto già prodotto per utilizzarlo tout court citando la fonte, anche di apportarvi piccole modifiche. La personalizzazione può avvenire tramite l’aggiunta di informazioni, notizie, curiosità e possibilità interattive, a dimostrazione che l’inclusione procede per aggiunta piuttosto che per eliminazione. Questi percorsi poi possono essere poi caricati sulla piattaforma per farvi accedere sia singoli studenti sia intere classi intere nel rispetto delle norme sulla privacy.
La terza sezione si chiama “SHARE” ed è dedicata alla condivisione di ciò che si è scoperto e creato. La pubblicazione può riguardare una sola immagine o un percorso intero o più percorsi indipendenti o collegati. Le immagini possono essere stampate e inserite in postero brochure, o collegate a inserzioni e pubblicazioni online.
Video, post di blog e articoli di riviste possono tutti servire da ispirazione per i lavori visuali o scritti creati dai fruitori.
La condivisione successiva è possibile tanto con la community di apprendimento quanto con tutti coloro che accedendo alla piattaforma Smithsonian e che hanno facoltà di visionare quanto prodotto come esito delle varie ricerche. Può avvenire anche attraverso i social: il linkal percorso può essere diffuso via e-mail, attraverso Twitter, Facebooko Instagram per amplificare esponenzialmente le possibilità di accesso al percorso creato dall’utente, ma anche più in genere alle collezioni del museo, alla cultura in assoluto.
La quarta sezione è dedicata al “LEARNING” e tramite essa si offre una cospicua serie di lezioni, attività e programmi su tutti i tipi di argomenti al fine di offrire indicazioni su come sfruttare al meglio i singoli musei e come condividere idee per renderli più accessibili e invitanti anche ai bambini più piccoli.
I fruitori immaginati per questo tipo di risorsa sono infatti riunificati in 6 categorie-tipo tra educatori, educatori museali, famiglie, bibliotecari/ media specialist, curriculum developers e studenti. Ma anche qui le categorie non sono blindate, bensì fornite solo per mediare con il caos che potrebbe generarsi dato la vastissima quantità di materiale e le possibilità di esplorazione. Non è detto, quindi, che un percorso o delle risorse che vengono proposte sotto una categoria non compaiano a seguito di una ricerca condotta sotto altra veste.
La piattaforma si rivela essere uno strumento molto potente soprattutto per ciò che riguarda l’apprendimento costruttivista, la relazione e l’inclusione. Grazie ad essa i contenuti possono essere personalizzati nella quantità, nel livello di approfondimento, nelle possibilità di fruizione; sia come input alla ricerca che come strumento di output i materiali non vengono mai offerti in un livello o tramite un pacchetto standard, ma la modalità di fruizione
prevede subito il coinvolgimento attivo dell’utente, che secondo i propri interessi o capacità, può cimentarsi nella costruzione del sapere alla sua portata e nello stesso tempo può essere coadiuvato da altri per arricchire il suo percorso tramite competenze diverse. Per questo motivo learning lab è stata anche oggetto di progetti specifici come Museums Go Global (MGG) combinando le sue risorse presenti online con il Project Zero’s Global Thinking Routines (GTRs), allo scopo specifico di includere e vederne i benefici su studenti con neurodiversità. I risultati dello studio non sono ancora stati pubblicati, ma il progetto può vantare il successo di essere riuscito a coinvolgere diverse classi statunitensi in modo inclusivo, grazie ad attività basate sulla multisensorialità e su modalità multiple di accesso a documenti e materiali on line, fornendo nel contempo l’opportunità di mettere in campo e implementare le proprie life skill sia per l’esecuzione di quanto proposto, sia nella relazione con gli altri.
Molto interessante! Grazie