Phillip Toledano, “Another America”. Una storia alternativa, grazie all’Intelligenza Artificiale

Londinese, classe 1968, Phillip Toledano è riconosciuto come uno dei fotografi più attivi e più apprezzati della scena internazionale. Dopo aver realizzato ben 7 progetti (come When i Was Six, che racconta della sorella morta quando l’artista aveva sei anni,  Days With My Father, un manifesto d’amore per il padre o Another Kind Of Beauty, dove l’artista si interroga sul futuro della chirurgia estetica), Toledano torna a scuoterci con un nuovo libro, Another America, pubblicato dalla casa editrice L’Artiere, nel quale l’artista sfida la percezione della fotografia come mezzo di verità facendo ricorso a immagini generate dall’Intelligenza artificiale, accompagnate da una serie di brevi racconti firmati dello scrittore John Keeney.

Phillip Toledano

L’ambientazione delle scene si rifà all’immaginario degli Stati Uniti negli anni Quarnta e Cinquanta, catapultandoci in un mondo onirico e surreale. Nelle scene si susseguono scene e situazioni bizzarre al limite dell’assurdo (dalle sigarette per signore che si espirano dal retro della testa, alle teste di persone che prendono fuoco a causa del buon latte di petrolio, passando per meduse volanti create dall’inquinamento nelle metropoli fino agli animali che accudiscono gli orfani). Rappresentazioni che, tuttavia, ci appaiono come familiari, destabilizzando la nostra percezione di ciò che è reale e ciò che non lò è. Le immagini create con l’Intelligenza Artificiale portano a interrogarci sulla veridicità dell’immagine, ora che il confine tra realtà e finzione è sempre più sottile, perché, come dice l’artista, “l’arrivo dell’Intelligenza Artificiale ha avuto come conseguenza che ogni bugia può avere ora una prova visiva convincente”, arrivando così a dimostrare il potere della fotografia di influenzare la memoria collettiva.

All’inizio del libro troviamo scritto: “La verità in America è andata lentamente morendo nell’ultimo decennio. Il paese è consumato dalle teorie del complotto. Per milioni di persone, i fatti sono una scelta. Per milioni di persone la storia è una scelta. L’arrivo dell’Intelligenza Artificiale è la fase successiva nella scomparsa della verità. Possiamo ricreare il mondo come non è mai stato. Per ogni teoria del complotto può esserci una prova visiva. Prove convincenti che rendono reale la menzogna. ‘Un’altra America’ prende questa idea e crea una storia che non è mai esistita. Un mondo completo di persone, eventi e disastri, espresso nella veridicità del passato. È successo davvero? È questa la vera storia? Le immagini sono allo stesso tempo familiari e strane, proprio come il mondo in cui viviamo”.

Qui di seguito, l’intervista che Phillip Toledano ci ha rilasciato in esclusiva per Artuu.

Phillip Toledano Dozens of bison in the streets in 1950s New York © Phillip Toledano

Com’è stato avvicinarsi a questo nuovo strumento, l’AI, per creare il tuo progetto ‘Another America’? Come è cominciato tutto?

Ho realizzato una piccola serie sull’idea “e se Donald Trump fosse nato come una persona della classe media a New York, come sarebbe la sua vita?”. E questo mi ha aperto gli occhi su quella che considero la cosa più affascinante dell’Intelligenza Artificiale, la capacità di ricreare/reinventare la storia, che culturalmente è il punto in cui ci troviamo negli Stati Uniti in questo momento.

Phillip Toledano Airplane buried in the snow in the street 1950s New York City Courtesy © Phillip Toledano

Nel definire il tuo lavoro parli di surrealismo storico, vuoi parlarcene?

Sì, nello specifico è l’uso dell’Intelligenza Artificiale per re-immaginare la storia in modo convincente, è la distorsione della storia che ci fa dubitare di ciò che è reale, che penso sia il futuro che abbiamo di fronte a noi, la presenza stessa dell’Intelligenza Artificiale rende tutto vero e niente vero, contemporaneamente.

Hai usato l’Intelligenza Artificiale per creare una storia alternativa dell’America, nella quale le immagini sono spesso plausibili, collocando i fatti negli anni Quaranta e Cinquanta. Puoi raccontarci nello specifico perché questa scelta?

Siamo tutti cresciuti con le immagini degli anni Quaranta e Cinquanta, e penso che quando guardiamo quel tipo di immagini diamo per scontato che siano vere e reali: volevo sfruttare quel riflesso per queste nuove immagini AI, per confondere ulteriormente lo spettatore.

Phillip Toledano Empty New York filled with huge iridescent bubbles Courtesy © Phillip Toledano

Se il concetto di “verità” è morto, credi che esista ancora una verità visiva?

Naturalmente la verità visiva esiste ancora, ma sarà molto più difficile distinguere la verità dalla finzione, e la finzione ora è così facile da creare.

Qual è stato l’aspetto più interessante del lavorare con l’AI? E l’aspetto più difficile? 

La cosa più interessante è che tutto è possibile, il che in un certo senso lo rende anche impegnativo, perché significa che il concetto di lavoro iniziale deve essere molto forte. L’altra cosa che ho trovato stimolante è che l’Intelligenza Artificiale è molto brava nel surreale, ma a volte trova più difficile gestire diverse idee opposte contemporaneamente, ad esempio creare una credibile scena di strada a New York degli anni Cinquanta e poi iniettare un po’ di surrealismo in quella scena.

Phillip Toledano Collapsed Giant Courtesy © Phillip Toledano

Tu hai anche definito lavorare con l’AI come una sfida nel riuscire a trovare gli ingredienti giusti (le parole, le frasi) per orientare l’AI verso il risultato che hai in mente. Puoi parlarci di questo aspetto?

Quando scriviamo, abbiamo sempre dato per scontato che il pubblico sia umano, ma quando parli con AI, sai che lei capirà le frasi e l’ordine delle parole in modo diverso, quindi devi capire un po’ come pensa, è un’esperienza molto interessante comunicare con qualcuno di non umano.

Phillip Toledano Man buried in snow up to his head 1950s New York City Courtesy © Phillip Toledano

Come definiresti il rapporto con l’AI? è stato difficile realizzare l’idea che avevi in mente? E credi che questo rapporto evolverà ancora in futuro?

La mia analogia è che lavorare con l’Intelligenza Artificiale è come lavorare con una persona molto creativa ma molto ubriaca: a volte capisce completamente quello che stai dicendo, e altre volte ci vogliono ore per ottenere il risultato desiderato. E poi, a volte, suggerirà una versione del tutto sorprendente di ciò che hai chiesto.

Phillip Toledano Portrait of black child eyes closed wearing ragged Courtesy © Phillip Toledano

Molti artisti e fotografi, oggi, utilizzano l’AI per creare le loro opere. Anche nelle gallerie d’arte e nei festival, molto spazio è dedicato a questo genere di creazioni. Cosa pensi che significherà tutto questo nel lungo periodo?

L’AI è un altro strumento artistico, proprio come lo era la fotografia nel 1850, e come accade ad ogni strumento, alcuni artisti lo useranno bene. Ciò che è più interessante è considerare quale direzione potrebbe prendere la fotografia in risposta all’Intelligenza Artificiale: se si pensa alla fine del XIX secolo, mi chiedo se la nascita dell’Impressionismo non sia stata una risposta diretta al realismo della fotografia. Anche in futuro, forse, assisteremo a qualcosa di analogo…

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