“Christie’s London: un invito al mondo dell’arte esperienziale per discutere il concetto di ‘Collezionare esperienze’”

Se l’idea di dover comprendere il fenomeno dei NFT, l’arte generativa AI e altre espressioni artistiche emergenti può sembrare un compito arduo, provare a concepire il concetto di “collezionare esperienze” come arte, potrebbe farlo apparire decisamente meno impegnativo. Proprio questo, infatti, era il fulcro del panel di discussione “Can you collect experiences?” che si è tenuto mercoledì scorso a Christie’s London. L’evento, organizzato da VIV Arts – una nuova piattaforma di vendita dedicata a sostenere artisti e collezionisti nel settore dell’arte esperienziale – ha visto la partecipazione di diverse protagoniste di spicco del settore.

In questa cornice, VIV Arts, cofondata da Carlota Dochao Naveira e Oliva Sartogo, ha accolto Ana Ofak, co-fondatrice del collettivo d’arte “ibrido” Transmoderna, e Nassia Inglessis, fondatrice dello Studio INI, che integra design e ricerca scientifica nella realizzazione di installazioni immersive rivolte al pubblico. Il panel, purtroppo privo dell’artista e scenografa Es Devlin a causa di inconvenienti logistici, è stato presentato da Nicole Ching, consulente specialistica per l’arte del 20°/21° secolo presso Christie’s.

“Se si è in grado di collezionare esperienze, non riesco ad immaginare nessuno in grado di discutere questo argomento complesso meglio di queste donne”, ha riferito Ching all’assembramento di circa 90 presenti. Secondo Naveira, l’arte esperienziale non è un fenomeno nuovo, infatti racconta che “è esistita sin dall’avvento dell’arte installativa, degli ‘ambienti artistici’, degli ‘happenings’ – termine coniato da Allan Kaprow alla fine degli anni ’50 – e dell’arte performatica”.

Prima dell’analisi vera e propria del tema, l’audience è stata “profilata” attraverso un quiz accessibile scansionando un QR code su un volantino, per rivelare l'”anima artistica” di ciascun partecipante. Da “esteta entusiasta”, a “ribelle moderno”, fino a “collezionista sociale” o “esploratore di esperienze”: i risultati hanno mostrato una prevalenza di quest’ultima categoria, segno di un interesse crescente per la sfera esperienziale nell’arte.

VIV Arts, lanciata quest’anno, è nata con una missione ben precisa: sostenere gli artisti che creano esperienze, rendendo il pubblico partecipe del processo artistico e non solamente osservatore passivo.

Ma è davvero in declino il concetto di “osservatore passivo d’arte”? È davvero così inconcepibile oggi? Naveira sembrerebbe pensarla così, e non solo in ambito artistico. In una mail inviata ad ARTnews prima dell’evento, ha esposto come numerose indagini evidenzino la crescente importanza delle esperienze in molti settori, dal lusso alla moda, fino al consumerismo.

In sintesi, l’arte come la conosciamo sta cambiando, e sta entrando in una nuova dimensione in cui l’esperienza è al centro del processo creativo e di fruizione. Un cambiamento che, come tutto ciò che è nuovo, può sembrare destabilizzante, ma che se affrontato con la curiosità e l’apertura mentale giusta, può rivelare mondi inesplorati di bellezza e provocazione.

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