Proteste pro-Palestina all’Istituto d’Arte di Chicago – Archiviate le accuse contro 80 arrestati

È stato confermato che giovedì scorso sono state archiviate le accuse nei confronti degli 80 manifestanti arrestati nel corso di una protesta pro-Palestina presso l’Istituto d’Arte di Chicago nel maggio scorso. Durante quella protesta, un gruppo di studenti dell’Istituto sollecitò l’università a “disinvestire da tutte le entità e individui che sostengono finanziariamente l’occupazione sionista della Palestina”.

La scuola aveva chiesto ai manifestanti di spostare un accampamento che avevano allestito, richiesta che i manifestanti hanno ignorato. Alcuni di loro, come riferito da un portavoce del museo, “hanno circondato e spinto un addetto alla sicurezza, rubandogli le chiavi del museo, bloccando le uscite di emergenza e barricate ai cancelli”.

In seguito a questi eventi, il museo ha chiamato la polizia, portando all’arresto di sessantotto persone per incursione illegale. L’istituzione aveva precedentemente dichiarato che ai manifestanti erano state date “molte opportunità di andarsene”. Poco dopo, curiosamente, il museo stesso ha richiesto che le accuse venissero ritirate.

Secondo ABC, l’affiliata di Chicago, l’Ufficio del Procuratore dell’Illinois ha deciso di archiviare le accuse poiché le proteste erano pacifiche, terminologia utilizzata dallo stesso museo per descrivere come aveva negoziato con i dimostranti. Un ammiraglio della polizia ha però contestato questa narrazione, accusando i manifestanti di vandalismo e “aggressione”, sostenendo che “diversi agenti di polizia erano stati fisicamente attaccati.”

Jeffrey Sun, uno degli studenti manifestanti partecipanti alla dimostrazione, ha dichiarato ad ABC, “Non avevano un caso contro di noi; penso che a un certo livello non volessero realmente occuparsi di capire cosa significhi protestare contro un genocidio”.

Un portavoce del museo non ha risposto alla richiesta di commento di ARTnews. La questione solleva importanti domande sulla libertà di espressione, sulla legittimità delle proteste nelle istituzioni d’arte e sul difficile equilibrio tra la tutela dei diritti civili e la preservazione dell’ordine pubblico.

L’episodio rappresenta un esempio significativo dell’eterna tensione fra il diritto alla protesta e la necessità di rispetto delle regole che garantiscono l’ordine e la sicurezza pubblica. Un dilema senza soluzione chiara, al centro di un dibattito che coinvolge non solo l’Istituto d’Arte di Chicago, ma la società tutta, chiamata a riflettere sul significato di libertà di espressione e sulla modalità con la quale essa dovrebbe essere esercitata.

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