Il Museo Egizio di Torino, in collaborazione con la Fondazione Villa Bertelli e il Comune di Forte dei Marmi, inaugura una mostra intitolata “Gli Egizi e i doni del Nilo” presso il Fortino Leopoldo I dal 1 agosto al 2 febbraio 2025. Questa esposizione rende omaggio al bicentenario del Museo Egizio, portando ventiquattro reperti al di fuori delle mura del museo per la prima volta.
La mostra è frutto di una collaborazione tra il Museo Egizio, uno dei musei più visitati in Italia e la seconda istituzione al mondo dedicata alla civiltà nilotica, e le istituzioni culturali di Forte dei Marmi. L’inaugurazione avverrà il 1 agosto alle 18:00, con la presenza del sindaco Bruno Murzi, l’assessore alla Cultura e al Turismo Graziella Polacci, il presidente di Villa Bertelli Ermindo Tucci, il direttore del Museo Egizio Christian Greco e il curatore Paolo Marini. La serata proseguirà alle 21:30 in Piazza Garibaldi con una conferenza gratuita tenuta da Christian Greco, intitolata “Il Museo Egizio a duecento anni dalla sua nascita“. In occasione dell’inaugurazione, la mostra sarà accessibile al pubblico dalle 20:00 alle 24:00.
La mostra offre l’opportunità di approfondire la conoscenza delle arti, tecniche, professioni e materiali della civiltà egizia, sviluppatasi lungo le rive del Nilo. Il percorso espositivo è pensato per un pubblico eterogeneo, con visite guidate e laboratori didattici destinati a scuole di ogni ordine e grado. Una speciale audioguida con la voce dello scrittore fortemarmino Fabio Genovesi accompagnerà i visitatori lungo il percorso.
Il percorso espositivo copre un ampio arco temporale, dall’Epoca Predinastica (3900-3300 a.C.) all‘età greco-romana (332 a.C.-395 d.C.), e include reperti di grande valore come vasi, stele, maschere, amuleti e papiri. Tra i pezzi più significativi c’è una maschera funeraria di età romana (30 a.C.-395 d.C.) proveniente da Assiut, realizzata in cartonnage e destinata alla protezione magica della mummia. Un modellino di imbarcazione funeraria del Primo Periodo Intermedio (2118-1980 a.C.), decorato con occhi udjat per la protezione dello scafo, rappresenta il viaggio del defunto verso la città sacra di Abido. Un set di vasi canopi in alabastro appartenenti a Ptahhotep, risalente al Terzo Periodo Intermedio (1076-722 a.C.), con coperchi che ritraggono i Figli di Horus, è utilizzato per conservare separatamente gli organi del defunto.
Il percorso è arricchito da infografiche e installazioni multimediali che forniscono approfondimenti storico-scientifici sui reperti e sui diversi periodi storici dell’antico Egitto. Tra le riproduzioni presenti ci saranno la statua monumentale di Ramesse II e il sarcofago di Butehamon, provenienti dal Museo Egizio.
La statua di Ramesse II in scala 2:1, realizzata in vetroresina, è considerata un modello di bellezza assoluto per l’arte egizia, ed è stata paragonata all’Apollo del Belvedere da Jean-François Champollion, il padre dell’egittologia moderna. Il terzo piano del Fortino ospita una riproduzione in scala 1:1 del sarcofago di Butehamon, permettendo ai visitatori di simulare lo studio scientifico del reperto con l’aiuto di contenuti multimediali. Il sarcofago è stampato in 3D a partire dai rilievi del Politecnico di Milano e un sistema di mapping illustra il processo di concezione, costruzione e restauro del manufatto.