Per affrontare il traffico del mattino, come sottofondo alle faccende domestiche, per commentare la partita di calcio che non puoi vedere in TV, la radio è quello strumento che fa parte della vita di tutti ma di cui non si conosce la storia fino in fondo.
La mostra Radio Design: l’evoluzione estetica degli apparecchi radiofonici inaugurata presso l’ADI Museum di Milano e ora spostatasi presso la Fondazione Massimo e Sonia Cirulli, fino al 31 ottobre a San Lazzaro di Savena (BO), racconta di come la radio si sia trasformata tecnicamente ed esteticamente affermandosi come un vero e proprio oggetto di design. La collezione privata di Davide Vercelli, progettista e curatore dell’esposizione, raccoglie oltre 50 modelli di radio raccontando il cambiamento tecnologico, estetico e funzionale attraversato da questo apparecchio nel corso dei secoli: dai primi esemplari a valvole, fino ai campioni più moderni che testimoniano le migliorie dovute all’innovazione tecnologica e alla diffusione massiva dello strumento.
“Uri, Unione Radiofonica Italiana. 1-RO: stazione di Roma. Lunghezza d’onda metri 425” Ines Viviani Donarelli
Cosí si apre nella stanza di un palazzo romano la prima trasmissione radiofonica pubblica il 6 ottobre 1924, nella quale viene trasmesso un concerto di Haydn seguito dal bollettino meteorologico, alcuni aggiornamenti sulla borsa e dalle notizie principali per sospendere poi le comunicazioni dopo poco piú di un’ora.
Ma chi ha inventato la radio? Con uno scarto di poche settimane, Guglielmo Marconi batte sul tempo il fisico russo Aleksandr Stepanovič Popov depositando il brevetto Miglioramenti nella telegrafia e relativi apparati il 5 marzo 1896; le ricerche sviluppate da quel giorno permettono alle onde di superare lunghe distanze, da una collina di Pontecchio all’oceano Atlantico, affermandosi come prezioso mezzo di soccorso e di comunicazione. Il ruolo che la radio ha assunto nel tempo ha interessato tutti gli ambiti, da quello politico a quello sociale: viene installata nelle scuole per diffondere notizie di stampo didattico-storico, viene utilizzata come strumento per la propaganda fascista e diventa ragione di aggregazione negli spazi pubblici con le prime radiocronache calcistiche e con le prime riviste radiofoniche.
Il percorso espositivo costruisce un racconto visivo della storia dell’apparecchio radiofonico utilizzando gli esemplari della collezione Vercelli per indagare la loro storia: decennio per decennio i cambiamenti sociali ed economici hanno fortemente influito sulla concezione e sull’apporto della radio nel quotidiano della popolazione, portando designer e aziende a trovare soluzioni compatibili e innovative con nuove necessità e nuovi status quo.
Molti brand conosciuti ai piú per altri successi hanno esordito nel mercato proprio grazie alla produzione di componenti radiofonici apportando modifiche introducendo geometrie e materiali rivoluzionari.
La Ducati, storica casa motociclistica fondata nel 1926 a Borgo Panigale, produce tre radio tra il 1940 e il 1942 e i risultati sono fin da subito straordinari: ragionando sul rapporto tra forma e prestazione acustica, il design dell’apparecchio viene ideato per restituire al cliente eleganza e qualità utilizzando legni di pregio per il mobile esterno e ispirandosi alle casse di risonanza degli strumenti musicali per migliorare la resa sonora.
Nata come azienda produttrice di componenti elettronici, Brionvega si afferma nel mercato del design industriale negli anni del boom economico e della televisione, prima fonte di ricavi per la neonata società: le collaborazioni con i piú celebri designer italiani si aprono con Rodolfo Bonetti che disegna il radioricevitore RR121 e prosegue con i fratelli Achille e Piergiacomo Castiglioni, il duo formato da Marco Zanuso e Richard Sapper, Mario Bellini e molti altri. L’estetica diventa da subito il tratto distintivo della produzione Brionvega, che punta sulle tendenze del tempo caratterizzate da toni brillanti e forme stravaganti ma funzionali: i modelli Soundbook e Radiocubo di Zanuso-Sapper, diventano subito iconici per la forma innovativa e per rispecchiare le richieste di mercato sia a livello estetico che tecnico. Il pionierismo della ditta viene premiato con il premio Compasso d’Oro nel 1970, “per aver voluto imprimere, nella massima parte della sua produzione, un alto livello qualitativo e per aver voluto avvalersi dell’opera dei migliori designer italiani”.
La composizione della radio diventa sempre piú ricca e variegata con l’aggiunta di componenti quali giradischi, lettori audiocassette e nuove funzionalità; il ruolo del design è quindi fondamentale per rendere lo strumento il più minimale e maneggevole possibile senza limitare per questo la resa estetica. Per questo motivo si inizia a lavorare sull’ottimizzazione degli spazi, nascondendo elementi che i clienti possono scoprire interagendo con lo strumento in «un’esperienza interattiva e intuitiva», «in una sorta di gioco a distanza con il designer».
L’epoca storica denominata “Space Age” ha origine nell’immaginario collettivo con le parole di Neil Armstrong in occasione dell’allunaggio del 1969; a questo avvenimento segue una febbre di futurismo che investe il mercato con immagini e sentimenti di fiducia e ottimismo. 2001. Odissea nello spazio e Star Trek sono due esempi dell’eredità mediatica di questo decennio, ma anche il design si avvicina a nuovi codici visivi che, nelle forme e nei materiali, richiamano il futuro e l’esplorazione di nuovi universi.
Plastica, cromo, geometrie aereodinamiche e trasparenze sono solo alcune dei caratteri che contraddistinguono le nuove radio, ormai oggetti irrinunciabili e immancabili in luoghi pubblici e residenze private.
Il rapporto tra design e tecnologia è al centro della strategia di Braun, azienda tedesca oggi conosciuta per i prodotti elettronici legati al mondo dell’health care, che sceglie di coinvolgere giá dagli anni Cinquanta il docente dell’istituto scientifico di Ulm, Hans Gugelot, affiancato poi a partire dagli anni ‘60 dal designer Dieter Rams, futuro Direttore del dipartimento di Design della ditta. “Innovativo, discreto, onesto, comprensibile”, queste le qualità di un buon progetto secondo Rams il quale contribuisce attivamente a impostare una linea di design moderno, pulito ed essenziale.
La rapida diffusione del mezzo radiofonico accentua il disequilibrio tra la produzione massiva e la qualità stilistica offerta ai clienti: l’intervento dell’architetto milanese Gio Ponti propone una soluzione alle case produttrici nazionali, ovvero un concorso per la progettazione di un radio-grammofono che, oltre alla funzionalità esaltasse anche l’estetica. Il modello vincitore è Radio Domus, frutto della collaborazione tra Luigi Figini e Gino Pollini, due esponenti del razionalismo italiano visibile nelle forme essenziali, nei legni eleganti e nel rimando alla tradizione.
Radio Design: l’evoluzione estetica degli apparecchi radiofonici è un’esposizione che celebra la radio nella sua molteplicità: protagonista di eventi storici indimenticabili, strumento politico e sociale, ma soprattutto oggetto che fa immergere i visitatori nei ricordi e nella storia del nostro Paese dagli anni ’30 fino ad oggi.