Intelligenza Artificiale: estensione della creatività umana o evoluzione indipendente?

L’intelligenza artificiale rappresenta un’estensione della creatività umana o un’evoluzione indipendente che può competere con essa?

In questo contesto, il concetto di metabiologia, proposto dal matematico Gregory Chaitin (in Proving Darwin Making Biology Mathematical, 2012), offre ampi spunti di riflessione. Chaitin equipara l’evoluzione biologica a un processo algoritmico, in cui la vita e il DNA possono essere visti come software in evoluzione. Questo ci spinge a ripensare l’idea di predominio umano: se la vita stessa può essere descritta come un algoritmo, l’intelligenza artificiale può essere considerata una naturale continuazione dell’evoluzione biologica? O l’uomo ha davvero il controllo esclusivo su questa tecnologia?

Il Concetto di Busy Beaver e il Suo Significato in Metabiologia

Il concetto di Busy Beaver (castoro operoso) è una delle idee più affascinanti nella teoria della computazione e ha trovato un ruolo anche nella biologia, nel contesto della metabiologia. Per capire il Busy Beaver, dobbiamo partire dalle macchine di Turing, un modello teorico di calcolo introdotto da Alan Turing. Una macchina di Turing legge e scrive su un nastro seguendo semplici regole, eseguendo un programma finché non si ferma.

Il Busy Beaver, introdotto nel 1962 dal matematico Tibor Radó, misura quanto “lavoro” può fare una macchina di Turing con N stati prima di fermarsi, in termini di quanti “1” può scrivere sul suo nastro (‘1’ come cambiamento di stato volontario). Questo massimo viene rappresentato dalla funzione BB(N), che cresce molto rapidamente all’aumentare degli stati. Possiamo immaginare gli stati della macchina di Turing come tutti i possibili casi in cui può ‘ragionare’. La funzione Busy Beaver è non calcolabile: non esiste un algoritmo che possa determinare il valore di BB(N) per tutti i possibili N, rendendola un esempio estremo dei limiti della computazione.

Busy Beaver e Metabiologia

La metabiologia applica la matematica e lʼinformatica all’evoluzione biologica. Chaitin, come detto, vede il DNA come un linguaggio di programmazione e la vita come un software in evoluzione. Qui il concetto di Busy Beaver diventa uno strumento utile per capire la creatività biologica: l’evoluzione è un processo complesso e imprevedibile, simile al comportamento delle macchine di Turing. In questo contesto, la funzione BB(N) rappresenta la massima complessità che un sistema biologico può raggiungere attraverso mutazioni casuali e selezione naturale. Come per le macchine di Turing, non possiamo prevedere a priori quale sarà il risultato finale di un processo evolutivo, ma sappiamo che la complessità può crescere in modo sorprendente e rapido.

Creatività Biologica = Creatività matematica

In biologia, la creatività si manifesta nella capacità degli organismi di adattarsi e di generare nuove forme di vita. La funzione Busy Beaver è una metafora di questa creatività, mostrando fino a che punto può arrivare la complessità in un sistema biologico. Proprio come una macchina di Turing può “scrivere” più di quanto ci aspettiamo, anche l’evoluzione biologica può produrre soluzioni inaspettate e innovative. Chaitin sostiene che, a livello astratto, la creatività biologica e quella matematica siano analoghe. Egli utilizza problemi matematici complessi per forzare l’evoluzione dei suoi organismi software, dimostrando il potenziale creativo delle mutazioni casuali all’interno di una struttura organizzata.
Un altro punto chiave è il ruolo della casualità. In metabiologia, come nella teoria dell’evoluzione, la casualità è vista come una forza creativa.

Biologia Pitagorica e Post-Gödeliana

Potremmo parlare di biologia pitagorica, ovvero dell’idea che l’universo, inclusa la vita, sia costruito secondo leggi matematiche, un principio derivato dalla filosofia di Pitagora (e poi leibiniziana), che vedeva nella matematica il fondamento dell’ordine cosmico. La metabiologia di Gregory Chaitin si allinea con questa visione, suggerendo che anche l’evoluzione biologica, pur complessa e apparentemente caotica, può essere spiegata e modellata attraverso formule matematiche rigorose. La chiave per comprendere questa complessità risiede in strumenti come la teoria dell’informazione algoritmica, che analizza i processi biologici come algoritmi che elaborano e trasmettono informazioni.
Allo stesso tempo, Chaitin introduce il concetto di una matematica post-Gödeliana, facendo riferimento ai limiti dimostrati dal teorema di incompletezza di Gödel. Questo teorema stabilisce che in qualsiasi sistema formale sufficientemente complesso, esisteranno verità che non possono essere dimostrate all’interno del sistema stesso.
Chaitin abbraccia questo concetto, proponendo una matematica “postmoderna” che non cerca di essere completa e chiusa, ma che accetta l’incompletezza come una caratteristica fondamentale. In questo modo, Chaitin riconosce che l’evoluzione biologica, come i sistemi matematici, è aperta e non riducibile a un insieme di regole finite e deterministiche.

Critica al darwinismo sociale

In Chaitin emerge una critica profonda al darwinismo sociale, che enfatizza la competizione e la sopravvivenza del più forte come chiave del progresso umano.
Chaitin contrappone a questa visione la metabiologia, dove lo scopo della vita è la creatività, non la conservazione dei geni o delle strutture di potere. La sua tesi sottolinea che società rigide e burocratizzate, che soffocano l’innovazione, sono destinate al declino, come dimostrano esempi storici e scientifici.
Il darwinismo sociale afferma che i principi dell’evoluzione biologica, in particolare la selezione naturale e la sopravvivenza del più adatto, si applicano anche alle società umane. Secondo questa teoria, le disuguaglianze sociali, economiche e politiche sono viste come il risultato di una naturale competizione tra individui e gruppi. Uno dei principali fautori di questa teoria fu Herbert Spencer, un filosofo e sociologo britannico del XIX secolo.
A differenza del darwinismo sociale, che promuove lʼadattamento statico e gerarchie centralizzate, la metabiologia riconosce la creatività come il motore dellʼevoluzione e del progresso. Le società dovrebbero essere misurate non in termini di ricchezza o potere, ma in base alla loro capacità di produrre idee innovative. Solo una società flessibile e aperta all’esplorazione e al cambiamento può prosperare a lungo termine, evitando la stagnazione. Il vero predominio umano, per Chaitin, risiede nella nostra capacità di essere creativi, non nellʼefficienza o nel controllo.

In un precedente articolo abbiamo parlato di darwinismo universale  (Il darvinismo universale nell’era della AI), che invero include, idealmente, sia quello sociale, sia la teoria sulla metabiologia.

La risposta

In questa prospettiva, l’AI potrebbe essere vista come parte di una evoluzione indipendente, ma nata dall’ingegno umano. Questo rispecchia il principio metabiologico secondo cui la creatività non è limitata solo all’essere umano, ma è un fenomeno più ampio e distribuito, in cui l’informazione e la creatività sono forze generatrici di complessità in vari sistemi, inclusi quelli artificiali.
Quindi, alla domanda, potremmo rispondere che l’AI è sia un’estensione della creatività umana, sia una fase evolutiva indipendente, poiché, una volta creati gli strumenti, questi possono evolversi e trasformarsi seguendo le proprie dinamiche creative, analogamente a come avviene in natura.

Ma serve sempre un oracolo o, se vogliamo, Dio

Chaitin introduce gli oracoli all’interno della sua teoria della metabiologia e della teoria dell’informazione algoritmica per spiegare alcuni aspetti del calcolo che sfuggono ai limiti delle macchine di Turing. Secondo il teorema di incompletezza di Gödel (ne abbiamo parlato qui: Vi parlo del teologo che ha dimostrato perché l’AI non supererà mai l’uomo, pt. 1) e altre limitazioni formali dimostrate nella computazione, esistono verità che non possono essere dimostrate o calcolate da sistemi finiti. L’oracolo, in questo contesto, è un’entità ideale capace di risolvere questi problemi non calcolabili o fornire informazioni che una macchina di Turing non potrebbe ottenere da sola.

Chaitin, nelle sue riflessioni sulla metabiologia, considera che la creatività biologica potrebbe avere caratteristiche simili a quelle di un oracolo, poiché è in grado di generare complessità e novità che non possono essere completamente previste o spiegate da un sistema chiuso o da un insieme limitato di regole.
Chaitin non si esprime su Dio ma sulla natura algoritmica (o, meglio, meta-algoritmica) della creatività.

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