Notizie su di lui, Piotr Pavlensky, artista russo noto per azioni ultra-provocatorie che gli sono costate condanne in Russia e in Francia, se ne leggono in continuazione. Solo una settimana fa, l’artista è stato denunciato da un presentatore televisivo francese, Simon Collin, conduttore della trasmissione “Les Clochards Célestes” ed ex caporedattore della rivista Playboy, per essere stato violentemente aggredito dall’artista in un bar parigino nel 6° arrondissement; mentre, solo una settimana prima, gli era stato affibbiato un anno di prigione (da scontarsi con braccialetto elettronico) per aver aggredito due persone con un coltello durante una discussione a casa di un’amica. Ma la collezione di denunce, arresti, incarcerazioni, per l’artista più provocatorio del mondo (altroché Banksy, geniale manager delle istanze radicali del pianeta trasformate in figurine facili, innocue e buone per ogni palato da affiggere le città) è assai lunga. In passato, infatti, nel 2012, Pavlensky era già stato al centro delle cronache per essersi cucito la bocca davanti alla cattedrale di Kazan a San Pietroburgo per protestare contro la condanna delle Pussy Riot, poi, nel 2013, per essersi inchiodato lo scroto sulla Piazza Rossa come “metafora dell’apatia, dell’indifferenza politica e del fatalismo della società russa moderna”, mentre, nel 2014, era finito su tutti i giornali per essersi tagliato un orecchio, novello Van Gogh, sul muro dell’ospedale psichiatrico in cui era stato rinchiuso.
E ancora, era finito in galera per avere bruciato prima la porta dei servizi segreti russi a San Pietroburgo e poi, espulso dalla Russia nel 2016 e trasferitosi a Parigi, quella della Banca di Francia; infine, era stato condannato a 6 mesi di reclusione da scontare con braccialetto elettronico per avere, nell’ambito del suo progetto “Pornopolitics”, pubblicato selfie porno che l’allora candidato sindaco di Parigi, Benjamin Griveaux, nonché ex portavoce del governo Macron, aveva inviato nel 2020 via chat a una giovane ragazza contattata in rete. Risultato? Terremoto politico, immediato ritiro dalla corsa da primo cittadino da parte dell’ex membro del governo Macron, che aveva basato buona parte della sua campagna elettorale, molto ipocritamente, sulla difesa della famiglia e sulla sua immagine di marito e padre specchiato.
Bene, ora, vi chiederete voi, qual è la notizia oggi? La notizia è, se vogliamo, una non-notizia: ovvero che Pavlensky non ha aggredito nessuno, non ha provocato nessuna istituzione, bruciato nessun portone, attaccato nessuno. Piuttosto, ha annunciato una cosa inaudita per un artista tanto radicale: sarà testimonial e autore di un marchio di moda.
Si tratta del brand emergente Coucoubébé (che potremmo tradurre con un “ciao ciao ciccino”), nato nel 2016 dall’immaginazione e dall’energia di uno stilista geniale e misterioso, Kanoush, sulla cui identità si sa poco o niente – in un articolo si dice, non si sa quanto verosimilmente, che “fino a qualche anno fa era solo un borseggiatore e un imbroglione” –, che ha creato abiti che paiono usciti dal look delle banlieue, dei cortei, dei rave party e delle scene di guerriglia metropolitana. Cappucci, borchie, anfibi, pantaloni e tute mimetiche, catene, t-shirt nere e camicie e scacchi in stile post-punk: il look che propone Coucoubébé è ispirato non solo dallo street-style internazionale, ma anche all’estetica del gangsta-rap e della musica trap: uno dei “testimonial” del suo brand è il trapper, modello, agitatore estetico e culturale A$AP Rocky, che l’anno passato, in collaborazione con lo stesso Kanoush e altri stilisti alternativi e indipendenti come Joshua Jamal e Bede Marchand, ha lanciato il brand “American Sabotage”, che ha attirato l’attenzione e la complicità di star come Rihanna e Pharrell Williams: un marchio che, nelle parole del suo creatore, “è più di un semplice brand: è un movimento. Stiamo facendo saltare tutti i confini gridando slogan attraverso ogni pezzo, riflettendo lo spirito e la forza delle nostre comunità. Questa è la moda con uno scopo, dove l’arte incontra l’attivismo”.
E ora? Ora, Kanoush ha pensato bene di ingaggiare nientemeno che Piotr Pavlensky per la sua collezione uomo autunno-inverno 2025/2026, che debutterà durante la fashion week di Parigi a gennaio 2025. Lo stile antagonista e provocatorio, i vestiti di Coucoubébé combinano messaggi irriverenti e immagini grafiche dal taglio post-punk, trattando con ironia e una forte dose di provocazione temi politici e sociali. L’incontro tra lo stilista e l’artista risale al 2023. “Ho incontrato per caso il designer di Coucoubébé nel 2023”, ha raccontato Pavlensky. “Mi ha riconosciuto per strada, si è fatto un selfie con me e mi ha chiesto se poteva utilizzare la mia opera d’arte per una collezione di abbigliamento. Ho accettato perché sono a favore della libertà artistica“.
Per ora, è stato presentato solo un accessorio legato alla figura di Pavlensky: un balaclava, o passamontagna che dir si voglia, su cui, su un lato, c’è scritto “Jeux pénitenciers 2024, opération place-nette (“Giochi penitenziari 2024, operazione piazza pulita”, chiara presa in giro della mania olimpionica parigina dopo le Olimpiadi ma soprattutto della deriva securitaria di molti paesi europei di oggi), e sull’altro “Pyotr Pavlensky” con una bandiera tricolore, come quella francese, ma decorata con un disegno che rappresenta un mietitore, e lo slogan “Dissolution nationale du peuple hexagonal”, dissoluzione nazionale del popolo esagonale (dove per “esagonale si intende “francese”, riferito alla forma della Francia, ndr). “Durante l’estate del 2024”, ha detto ancora l’artista, “Kanoush ha iniziato a realizzare alcuni abiti con i miei lavori basandosi sugli archivi che gli avevo inviato”. “Coucoubébé”, ha aggiunto, “è il più grande stilista del nostro tempo. Ha questo vero spirito di controcultura che si perde in una società tradizionale che finge di esserlo. Allo stesso tempo, non è un outsider. Crea pezzi che corrispondono bene ai nostri tempi. Rappresenta le generazioni più giovani e può portare avanti le cose nel campo della moda, pur rimanendo anonimo”.
Del resto, la lista di “collabo” famose e discusse dello stilista francese più controverso e meno politicamente corretto della scena della moda europea è lunga. Nel novembre del 2023, anche il rapper britannico 21 Savage si era fatto notare per avere indossato dei capi di Coucoubébé davvero particolari: su un giubbotto che stava a metà tra una giacca da motociclista e un bomber, si leggeva la scritta: Je suis venu fracasser les casseurs, sono venuto a menare i “casseur”, cioè quelli che, nelle manifrestazioni contro i provvedimenti del governo Macron, sfasciavano le vetrine.
E ancora: Gilet jaune millionnaire, riferendosi sempre ai manifestanti anti-sistema, con tanto di foto dell’ex Primo Ministro Élisabeth Borne e di adesivi della Police Nationale. Slogan e riferimenti evidentemente ironici, provocatori e altamente corrosivi. “Non sono né di destra né di sinistra, sono solo un osservatore”, ha spiegato lo stilista. “Amo giocare con quello che mi fa ridere e con ciò che è falso. Amo parlare delle cose che vedo”.
Oggi, dopo le collabo con la scena trap, Kanoush ha ingaggiato Pavlensky, il “bad boy” dell’arte internazionale. La collezione, informano dal brand, sarà esposta in uno shop del Marais, durante la fashion week parigina di gennaio 2025. Un occhio alla controcultura e uno al mercato, la moda antago-chic è servita. Con buona pace dei pempensanti.