Vi racconto chi è Simone Legno, autore di Luce, la mascotte del Giubileo, e cos’è il suo marchio Tokidoki

Era il 2011 quando conobbi Simone Legno, aka Tokidoki. L’incontro coincise con il Grande Tsunami che devastò il nord del Giappone e causò la tragedia nucleare di Fukushima. A quel tempo avevo assunto la direzione di un evento sulle culture giapponesi “MIJapan” a Milano, che subito declinammo a favore di un’attività charity per i bambini e le bambine colpiti dallo tsunami, grazie alla Sanrio For Smile Exhibition portata anche a Barcellona alla Miró Foundation con Fondazione Sanrio, attiva in Giappone nei reparti pediatrici e non solo. Sanrio è il brand “pioniere” che dalla metà degli anni Settanta ha distribuito Hello Kitty e tutta la compagine di personaggi che le orbitano intorno, icone note in tutto il mondo, a cui proprio Simone Legno si ispira. In quell’occasione, molti artisti si mossero e si impegnarono immediatamente e con grande entusiasmo per partecipare al progetto: e in prima fila c’era proprio lui, Simone Legno, che subito mise a disposizione di questa iniziativa le sue opere con una presenza importante, anche con action figures dei suoi ultra noti characters delle “blind box figures”, serie di minifigure in scatolette “a sorpresa” quali Unicorno, Cactus friends, Moofia, Donutella, Punkstar e altri.

Cactus Friends di Tokidoki by Simone Legno

La sensibilità per i temi del sociale e delle culture popolari da parte di Simone è sempre stata molto alta. Ovviamente abbiamo sempre condiviso insieme la passione per tutte le culture in ambito anime, manga e new pop giapponese. Provenienti entrambi dall’underground, capivamo la potenza di quel linguaggio e la carica innovativa e “rivoluzionaria” che conteneva, ancor prima che diventasse cultura di massa grazie alle nuove generazioni.

È proprio questo linguaggio, del kawaii ormai codice universale sdoganato a livello internazionale, che lo ha reso famoso in tutto il mondo. E che oggi lo ha portato a diventare il creatore di LUCE, mascotte del Giubileo 2025, ma anche di Italia Chan, mascotte del Padiglione Italia all’Expo 2025 di Osaka. Un bel successo e anche una bellissima sorpresa per un artista partito, come molti altri, dalla cultura street e dall’innamoramento per l’iconografia kawaii della nuova estetica “fluttuante” nipponica, ma che col tempo ha portato le sue creature e il suo brand, Tokidoki, a partecipare a grandi eventi globali, sia sportivi che espositivi e di tendenza, e a collaborare con moltissimi brand come Hello Kitty, Karl Lagerfeld, Barbie, Sephora, Marvel e MLB (e in arrivo c’è anche un feat con Warner Bros).

Diplomato allo IED di Milano, Simone Legno ha fondato il marchio Tokidoki (che significa “a volte” in giapponese) dopo che il suo sito web fu notato dagli imprenditori Pooneh Mohajer e Ivan Arnold, portandolo a trasferirsi a Los Angeles. Purtroppo in Italia il suo brand e i suoi negozi flagship store (l’ultimo in Corso di Porta Ticinese a Milano), sono andati via nei primi anni Duemila, per questioni di distribuzione e problematiche che in questo paese sono ricorrenti, ma all’estero è stato, ed è tutt’ora, una vera superstar. Io posseggo diversi suoi toys, magliette e abbigliamento con i suoi straordinari personaggi, oltre a una grande stampa su tela, e ho avuto verso il suo lavoro sempre una grande ammirazione arrivando a intrattenere con lui un rapporto di grande rispetto reciproco, e vederlo ora in un contesto come questo Giubileo 2025 è stata per me una bellissima sorpresa.

Trovo davvero eccezionale l’idea di comunicare alcuni eventi storici e tradizionali, che oggi potrebbero rischiare di apparire “obsoleti”, con un linguaggio giovane, fresco e accessibile a tutti, veicolandoli con un codice e canone estetico ormai divenuto globale e comprensibile in tutti i continenti, amato e seguitissimo dalle giovani generazioni (anche se non potevano mancare le critiche da parte dei settori più ortodossi e conservatori). Oggi le chiese sono spesso semivuote o frequentate soprattutto da anziani e sempre meno da giovani, quindi credo sia un’ottima idea svecchiare e innovare l’audience con un approccio di questo tipo. Oltretutto, a pochi giorni dalla sua presentazione, a dimostrazione di quanto sia stata indovinata l’idea di chiamare un artista innovativo e “fresco” come Simone a realizzare la mascotte, Luce sta già spopolando su internet, sui social e su tutte le piattaforme possibili e immaginabili, tra meme, reel, video, pardoie, commenti e omaggi di ogni genere.

Del resto, la stessa idea di creare una mascotte per il Giubileo è molto intelligente. I Giapponesi vanno matti per le mascotte (lì si chiamano yuru-chara), si tratta di una vera e propria pratica legata anche alle identità territoriali, rispecchiando quindi una cultura particolarmente profonda. Mentre nelle altre zone del mondo questo genere di personaggi compaiono principalmente in occasione di grandi eventi, in Giappone c’è una mascotte per qualsiasi cosa: dalle squadre sportive alle aziende mediche, dalle città, al cibo, dalle istituzioni ai parchi pubblici.

Le figure di Simone sono sicuramente kawaii, di matrice yuru-chara (le mascotte appunto), come questa bambina LUCE, pellegrina con il rosario al collo e gli stivali sporchi di fango, con l’impermeabile giallo, paragonata non casualmente e forse giustamente a Greta Thumberg, dato anche il profondo legame del pontefice con San Francesco e il cantico delle creature, proto-rap a favore dell’ambiente e della natura. Il Vaticano non ha fatto alcuna pressione sul tipo di disegno, ha solo indicato alcuni colori e codici cromatici, ma le figure sono state tutte scelte da Simone che in fatto di “icone” ne sa tanto.

Pur essendo molto influenzato dalla cultura nipponica (molti pensano che il designer e creator di TokiDoki sia giapponese), Simone, benché abbia vissuto tantissimo a Tokyo e ora stia negli Stati Uniti, è italianissimo, tifoso sfegatato della Roma, altra cultura e “religione” ultra pop, il calcio. È una persona estremamente sensibile. Dipinge, realizza grandi quadri olio e acrilico su tela, ma anche grandissimi toys, in linea con la scuola JapanPOp di Takashi Murakami, Yayoi Kusama e Nara Yoshitomo, solo per citare i più noti.

Si muove con disinvoltura “surfando” tra un linguaggio commerciale, quello dei suoi negozi di abbigliamento e accessori e un linguaggio artistico di matrice “street culture”, molto amato e comprensibile soprattutto anche nei paesi del sudest asiatico, un po’ come il suo collega, altrettanto famoso e di successo, Kaws. Entrambi artisti occidentali che riescono a sbaragliare e conquistare il pubblico e il mercato con il loro linguaggio di ispirazione legata all’estremo oriente, certo in chiave rivisitata ma molto originale, cosa assolutamente difficile da fare da parte di artisti che non siano giapponesi o asiatici.

Ben venga dunque la mascotte LUCE di Simone Legno, carachter originale, giocoso, innovativo, che porta una ventata di freschezza all’immagine della Chiesa!

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