Yuan Goang-Ming e la “guerra quotidiana” di Taiwan alla Biennale di Venezia

Della 60° Biennale d’Arte di Venezia che si avvia alla fase conclusiva, sicuramente da non perdere è l’evento collaterale Everyday War di Yuan Goang-Ming, presentato dal Taipei Fine Arts Museum al Palazzo delle Prigioni sul bacino di San Marco. Con un progetto a cura dalla cinoamericana Abby Chen, oltre a riproporre alcune opere iconiche del suo repertorio, il celebre videoartista taiwanese presenta installazioni cinetiche, disegni e due nuove opere appositamente create per la Biennale 2024, creando negli spazi espositivi un’atmosfera a metà fra l’inquietudine, data dalla quasi totale oscurità e la familiarità di ambienti domestici apparentemente sicuri e confortanti.

Installation View of Yuan Goang Ming Everyday War ©TFAM of Taiwan Collateral Event 20245

In realtà, l’esposizione rappresenta metaforicamente tutta l’agitazione dei potenziali catastrofici conflitti che incombono sulla vita quotidiana di uno dei paesi con i tassi di densità demografica tra i più alti al mondo (643 abitanti per Kmq di media) nonché una delle principali potenze economie mondiali. 

Pur essendo di fatto uno stato sovrano, l’indipendenza di Taiwan non è ufficialmente e unanimemente riconosciuta a livello internazionale. Considerata dal governo di Pechino parte del territorio cinese, l’isola rivendica da tempo la propria indipendenza vivendo sotto la costante minaccia di un’invasione cinese, accerchiata dai sempre crescenti dispiegamenti di forze militari con continue invasioni del proprio spazio aereo e navale. 

Il ruolo di cosiddetta “ambiguità strategica” degli Stati Uniti, che mai hanno confermato né smentito un eventuale intervento militare in caso di attacco all’isola, rappresenta da decenni una temibile estensione esponenziale del conflitto. Come principale produttore di semiconduttori a livello mondiale, qualsiasi azione militare nei confronti di Taiwan porterebbe a una crisi tecnologica, causando probabilmente un collasso economico globale e mettendo a repentaglio fino al 50% del trasporto di container nel traffico navale intercontinentale. I complessi e delicati rapporti diplomatici fra oriente e occidente tengono, quindi, il mondo con il fiato sospeso in un braccio di ferro sempre più tendente all’inasprimento a causa della rigidità delle reciproche posizioni. 

Installation View of Yuan Goang Ming Everyday War ©TFAM of Taiwan Collateral Event 20245

In questo quadro di crescente tensione, aggravato dalle continue esercitazioni militari cinesi a largo dell’isola che si susseguono sempre più numerose, Yuan Goang-Ming ha da tempo focalizzato la sua ricerca artistica. Nella mostra Everyday War per la 60° Biennale di Venezia, Goang-Ming indaga i potenziali conflitti della vita quotidiana esplorando quelli che lui stesso definisce “stati di esistenza e disagio nella società contemporanea taiwanese, con metafore dello stato intrinseco di perdita che gli esseri umani provano nel costante dislocamento, senza un vero luogo a cui appartenere”.

L’intero spazio espositivo è totalmente buio, solo alcune aree simulano ambienti domestici con divani e tipici oggetti di uso comune, gli stessi elementi di arredo che si ripetono nella video installazione “Everyday War” (Guerra Quotidiana, 2024) che dà il titolo alla mostra.  Nel video, sotto la facciata idilliaca di un appartamento borghese ripreso in una pacifica giornata tipo, un attacco invisibile distrugge in slow motion l’intera stanza con un susseguirsi di colpi di arma da fuoco provenienti dalla finestra, tornando poi ad uno stato di pace solo nel caos più totale della sua distruzione. Per la realizzazione di questo video l’artista impiega un sistema di controllo del movimento monodirezionale auto-sviluppato da una precisa programmazione. Utilizzando telecamere ad alta velocità che riprendono più scatti a 240 fotogrammi al secondo in grandezza naturale, le scene e i frammenti vengono messi insieme e combinati in post-produzione utilizzando la scansione e la modellazione 3D. 

<em> Everyday War 2024 © Yuan Goang Ming Taipei Fine Arts Museum<em>

Oltre ad allegorizzare le ansie che pervadono attualmente lo “zeitgeist” taiwanese, Everyday War si presenta come una critica al presente e un’interrogazione sul futuro entrando nel merito di una guerra che l’artista lascia intendere sia già in corso nella “quotidianità”. Sebbene apparentemente remota, essa si manifesta con una prossimità inquietante, trascende i confini convenzionali dell’artiglieria e dei conflitti militari per comprendere la disparità del post-capitalismo, la proliferazione delle pandemie, l’aggressione informatica, le anomalie climatiche e l’oppressione etnica, risultando evidente che condizioni di tipo bellico permeino da tempo le nostre vite quotidiane.

<em>Installation View of Yuan Goang Ming Everyday War ©TFAM of Taiwan Collateral Event 202410<em>

Nella scena di Dwelling” (Dimora), iconica videoinstallazione del 2014 che ha reso celebre Goang-Ming a livello internazionale, i raggi obliqui del sole al tramonto filtrano attraverso una finestra nel soggiorno di un’ordinaria e borghese casa di famiglia che trasuda comfort e serenità. Tuttavia, la serenità apparente è sottilmente interrotta da una fila di bolle d’aria che salgono improvvisamente da sotto un divano in un angolo dell’inquadratura, incutendo un istantaneo senso di soffocamento e disagio di fondo, preludio di un imminente catastrofico avvenimento che non tarda ad arrivare.

Con l’improvvisa deflagrazione si percepisce che l’apparente calma della scena non è altro che un modello realizzato all’interno di un acquario, contenitore di una devastazione alla quale lo spettatore è invitato ad assistere comodamente seduto su un divano del tutto simile a quello rappresentato, con oggetti disposti nello stesso modo come se ci si trovasse di fronte ad uno specchio in differita, provocando una surreale e angosciosa sovrapposizione tra realtà e finzione. 

<em>Dwelling 2014 © Yuan Goang Ming Taipei Fine Arts Museum<em>

Particolarmente suggestivo e inquietante è, poi, il susseguirsi dei due lavori che aprono e chiudono la mostra nella sala che fa da ingresso e allo stesso tempo conclusione del percorso espositivo, le cui colonne sonore pervadono lo spazio e accompagnano il visitatore per tutta la sua permanenza.

Il primo video, “EVERYDAY MANEUVER” (2018), vede Yuan Goang-Ming utilizzare contemporaneamente cinque droni che sorvolano le cinque principali arterie stradali della città di Taipei durante il “Wanan Air Defense Drill”, esercitazione annuale di difesa aerea condotta a Taiwan fin dal 1978, in cui la città appare totalmente deserta al suono di un’inquietante sirena. Segue “The 561st Hour of Occupation” (La 561a Ora di Occupazione) girata da Yuan Goang-Ming per documentare il Sunflower Student Movement del 2014 in cui, durante quasi un mese, l’occupazione della camera legislativa da parte degli studenti è diventata simbolo di una rivolta pacifica da parte delle nuove generazioni alla costante ricerca di risposte e di un futuro migliore. Come colonna sonora delle emozionanti immagini dell’occupazione l’artista utilizza, invertendolo e rallentandolo, l’inno nazionale taiwanese conferendo al tutto un senso di “sacrificio” e “sacralità”.

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