Shy Society o i “fiori gentili” di DRIFT a Palazzo Strozzi

Nel cortile di Palazzo Strozzi, fino al 26 gennaio 2025, è presente Shy Society, installazione site-specific realizzata dal duo olandese DRIFT che mescola nelle sue opere arte e tecnologia. Shy Society desidera portarci oltre i confini di architettura, scultura e danza. Palazzo Strozzi diventa, così, un teatro in cui sette enormi elementi si muovono lentamente e sinuosamente seguendo una coreografia sulle note del compositore contemporaneo RZA. 

Shy Society può essere definita un insieme di fiori che si dispiegano e si aprono continuamente, riproducendone il movimento naturale in base al fenomeno noto come “nictinastia”. Alcune specie di piante e fiori, infatti, si schiudono durante il giorno e si richiudono durante la notte per risparmiare energia. Non è la prima volta che Palazzo Strozzi presenta nei suoi spazi uno studio rivolto alle piante: sempre nel cortile, nel 2018, era stato installato The Florence Experiment di Carsten Höllern e Stefano Mancuso in cui arte e scienza interagivano tra loro per studiare l’interazione tra piante ed esseri umani. Il pubblico era invitato a collaborare per capire come l’uomo vede, conosce e agisce su un organismo vegetale.

DRIFT, Shy Society, Palazzo Strozzi, Firenze, 2024. Photo Ela Bialkowska, OKNOstudio.

Shy Society, in realtà, è l’esatto opposto: attraverso lo studio della natura e del suo funzionamento, si tenta di creare una serie di corrispondenze tra umano e vegetale, soprattutto in relazione al tema dell’adattamento all’ambiente. Così come i fiori si aprono e si chiudono seguendo un ciclo naturale, gli umani si adattano ai cambiamenti che gli propone l’esterno. Da questo processo di adattamento scaturisce una metamorfosi che è alla base dell’esistenza di ogni essere vivente. Shy Society ci testimonia che è controproducente rimanere ancorati alla propria natura, pensando che nella staticità si possa trovare l’equilibrio desiderato; è solo attraverso una serie di saliscendi, di aperture e di chiusure che seguono la melodia della musica, così vicini e poi così lontani dai sette piedistalli in cemento posizionati sul lastricato del cortile interno, che l’esistenza può continuare attraverso l’esperienza. 

DRIFT, Shy Society, Palazzo Strozzi, Firenze, 2024. Photo Ela Bialkowska, OKNOstudio.

Se pensiamo alla complessa costruzione dei sette fiori che compongono l’opera, infatti, costituiti da fibre metalliche e vari strati di seta per le corolle, ci accorgiamo che ciò che ci attira non è che il movimento di questi enormi oggetti che fluttuano nell’aria e che, nonostante i materiali, sembrano così leggeri da sfiorarla. Se le corolle rimanessero immobili nello spazio non ci sarebbe che pesantezza davanti a noi, l’attesa snervante della caduta degli elementi dell’installazione contro i blocchi di cemento, lo spezzarsi dei fili di ferro sotto la pressione del tempo. La musica apparirebbe una sinfonia distorta e drammatica nell’attesa del collasso delle strutture. È proprio il binomio danza-musica che, attraverso un software progettato per riprodurre movimenti naturali, rende possibile l’esplorazione di uno scenario positivo per il futuro, fermandoci a osservare il fluttuare di questi enormi elementi.

DRIFT, Shy Society, Palazzo Strozzi, Firenze, 2024. Photo Ela Bialkowska, OKNOstudio.

Da sempre DRIFT studia i fenomeni e le proprietà nascoste della natura per ristabilirvi una connessione attraverso la loro imitazione tecnologica. Lo spazio è trasformato e l’essere umano è portato sulla stessa frequenza della natura. Molti lavori del duo olandese richiamano il concetto di “shy”, qualcosa o qualcuno di cui non percepiamo fin da subito la presenza a causa della sua timidezza. Eppure, ciò che riescono a creare “sembra vivo”, in quanto la natura di cui l’opera si dota segue uno dei presupposti principali dell’essere naturale: l’imprevedibilità, la liberazione dalla costrizione data da istruzioni predefinite che inscatolano l’attività degli esseri viventi in una serie macchinosa di gesti, situazioni e comportamenti. I movimenti dei grandi fiori sono quasi naturali, nonostante la loro natura primaria sia quella di oggetti inanimati.

È così, infatti, che DRIFT esprime il suo rapporto sinergico e consapevole con la natura, da cui trae continuamente ispirazione: “gli artefatti umani tendono ad avere una forma statica, mentre tutto ciò che è naturale in questo mondo, incluse le persone, è soggetto a una costante metamorfosi e adattamento a ciò che lo circonda“. Anche Shy Society fa parte di questa lotta alla staticità e al controllo, verso la metamorfosi che ci invita a seguire la melodia che fa da base alla nostra vita, senza paura di infrangerci contro i grandi blocchi di cemento che si trovano più in basso. 

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