Al Pompidou Björk usa l’AI per ricreare i richiami di animali estinti

Dal 20 novembre al 9 dicembre 2024, il Centre Pompidou di Parigi ospita “Nature Manifesto”, un’installazione sonora immersiva firmata dalla cantante islandese Björk in collaborazione con l’artista francese Aleph. L’iniziativa si inserisce nel forum “Biodiversità: quale cultura per quale futuro?”, un evento che invita a riflettere sull’urgenza di salvaguardare la natura in un’epoca di crisi ambientale.

Questa opera ambiziosa, sviluppata in collaborazione con l’IRCAM (Institut de Recherche et Coordination Acoustique/Musique), utilizza l’intelligenza artificiale per riportare alla vita i richiami di animali estinti o in via di estinzione. Questi suoni vengono intrecciati con la voce di Björk, che recita un manifesto poetico dedicato alla natura, creando un ambiente sonoro unico nel suo genere. La scelta del Centre Pompidou, con la sua iconica struttura industriale, non è casuale: la modernità del contesto architettonico si contrappone alla vitalità primitiva dei suoni naturali, evidenziando il contrasto tra progresso umano e distruzione ambientale.

La location dell’installazione, le celebri scale mobili del Centre Pompidou conosciute come “La Chenille” (il bruco), diventa un elemento chiave del progetto. In questo spazio di transito, la colonna sonora dell’opera accompagna i visitatori lungo il percorso, immergendoli in un’esperienza sensoriale in cui la tecnologia e la natura si incontrano.

Björk ha dichiarato: Abbiamo voluto condividere la presenza degli animali in un’architettura che rappresenta l’era industriale, lontana dalla natura. Nelle vene della scala mobile, volevamo ricordare ai cittadini la cruda vitalità delle creature in via di estinzione”. Queste parole sottolineano l’intento dell’artista: usare la musica e la tecnologia per riportare l’attenzione su ciò che abbiamo perso – e ciò che rischiamo di perdere – a causa delle azioni dell’uomo.

L’integrazione dei suoni animali con la voce umana non è un espediente tecnico, ma un atto simbolico. È il richiamo di una natura che non può più parlare per sé stessa, ma che trova nella voce di Björk un mezzo per raggiungere chi ascolta. In questo senso, l’opera diventa un’esperienza collettiva, un invito a riflettere sul nostro ruolo come custodi di un mondo che abbiamo dimenticato di proteggere.

“Nature Manifesto” rappresenta il punto di incontro tra due sensibilità artistiche. Da una parte, Björk, pioniera della musica elettronica e celebre per il suo impegno ambientale. Dall’altra, Aleph, artista francese noto per il suo utilizzo innovativo della tecnologia e della programmazione nel campo dell’arte visiva e sonora.

La loro collaborazione si traduce in un’installazione che non solo impressiona per il suo contenuto, ma anche per la sua forma. Aleph, utilizzando algoritmi avanzati, ha creato un paesaggio sonoro che si evolve nel tempo, reagendo alle dinamiche del luogo e al movimento dei visitatori. Questa imprevedibilità conferisce all’opera una dimensione viva, quasi organica, che rafforza il messaggio ecologico alla base del progetto.

L’arte di Björk non è mai stata confinata ai limiti della musica. Con progetti come Biophilia e Utopia, la cantante islandese ha dimostrato di essere un’artista multidisciplinare, capace di intrecciare musica, natura e tecnologia in modo unico. “Nature Manifesto” si inserisce in questa tradizione, ma con un’urgenza più marcata. In un’epoca in cui la perdita di biodiversità e il collasso degli ecosistemi non sono più minacce lontane ma realtà tangibili, l’opera di Björk e Aleph si erge come un grido d’allarme. L’uso dell’intelligenza artificiale, spesso vista come uno strumento del progresso industriale, viene qui reimmaginato come un mezzo per riconnetterci con il passato e riflettere sul futuro.

L’intervento dell’IRCAM, istituzione leader nella ricerca acustica, arricchisce ulteriormente il progetto. Grazie alla tecnologia avanzata, i suoni animali sono stati ricreati con una fedeltà sorprendente, permettendo al pubblico di vivere un’esperienza immersiva e di grande impatto emotivo.

L’esperienza di percorrere le scale mobili del Centre Pompidou, circondati dai richiami di animali estinti e dalla voce poetica di Björk, è al tempo stesso commovente e provocatoria. È un promemoria della fragilità della vita sul nostro pianeta e della necessità di agire per preservarla.

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