Nel 2024 il Museo Egizio di Torino celebra un anniversario importante: i 200 anni dalla sua fondazione, nel 1824, per volere del re Carlo Felice con l’acquisizione di una collezione di 5628 reperti egizi riunita da Bernardino Drovetti, console di Francia in Egitto.
Ad oggi, il Museo conta 40.000 oggetti nella sua collezione e la celebrazione del suo bicentenario è stata caratterizzata da importanti trasformazioni con interventi architettonici innovativi, nuovi allestimenti progettati per valorizzare i risultati della ricerca e soprattutto un ricco programma di eventi, conferenze e progetti speciali, come quello finanziato con un PNRR per rendere accessibili le informazioni offerte nelle sale.
L’ultima tappa di questa serie di nuovi allestimenti è stata l’apertura della nuova Galleria dei Re – progettata da David Gianotten e Andreas Karavanas di OMA in collaborazione con Andrea Tabocchini Architecture – e del Tempio di Ellesiya.
Dopo quasi otto mesi di cantieri, ha visto il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella come suo primo visitatore insieme al neo Ministro della Cultura Alessandro Giuli, dal Secretary General of the Supreme Council of the Antiquities of the Arab Republic of Egypt Khaled Mohamed Ismail.
“Celebrare il bicentenario del Museo Egizio è un esercizio sia di memoria, sia di proiezione verso il futuro – afferma la Presidente del Museo Egizio Evelina Christillin – i duecento anni del Museo Egizio vogliono essere l’occasione per individuare nuove strade da percorrere e nuove sfide da affrontare”.
“L’emozione di aver avuto il Presidente della Repubblica che si è intrattenuto di più di quanto avrebbe dovuto, 40 minuti di visita e vedere la gioia nei suoi occhi, che per me erano l’idea di una restituzione alla nazione di questo patrimonio – dichiara il Direttore Christian Greco visibilmente emozionato – Ho avuto l’onore e il privilegio di avere una folta delegazione egiziana. C’era il ministro dell’antichità, c’era il segretario generale dell’antichità, c’era il direttore del museo del Cairo, e si sono detti emozionati e contenti di come ci prendiamo cura delle opere. Beh per me questo è il giorno più bello della mia vita”.
La trasformazione della Galleria dei Re e l’allestimento del Tempio di Ellesiya
Nel 2006, in occasione delle Olimpiadi Invernali di Torino, lo scenografo vincitore di tre premi Oscar Dante Ferretti firmò l’allestimento temporaneo dello statuario del Museo Egizio di Torino, la sala più iconica e suggestiva del museo.
Con le grandi statue millenarie illuminate da fasci di luce nel buio, l’allestimento creava un’atmosfera teatrale e “hollywoodiana” che conquistò i visitatori, ma che non era particolarmente apprezzato dagli egittologi, che puntano a superare lo stereotipo dell’antico Egitto come regno del misticismo oscuro.
Oggi, a quasi 20 anni di distanza, le statue del Museo Egizio hanno ritrovato una nuova luce. La nuova Galleria dei Re infatti, offre una visione più realistica e filologica: le statue di faraoni, divinità e le sfingi sono esposte in un contesto più museale, che evoca con maggiore fedeltà il loro significato storico e culturale.
L’allestimento trasforma la Galleria dei Re in un percorso evocativo che vuole richiamare un tempio egizio antico: le statue sono state posizionate sul pavimento e senza piedistalli sia per riprendere il loro assetto originale, sia per favorire un contatto più diretto e immersivo tra i visitatori e le divinità o i faraoni rappresentati, favorendo inoltre la visione di dettagli finora poco visibili.
“Da 18 anni non si scorgevano più le epigrafi di Drovetti, che senza di lui non saremmo arrivati alla collezione di oggi. Inoltre non si poteva non ricordare che in questo luogo Jean-François Champollion cercò per la prima volta di tradurre i geroglifici. Un museo non poteva festeggiare un bicentenario senza porre in luce queste due epigrafi. Poi la scelta. La scelta l’avevo già annunciata, “dall’oscurità alla luce”: la luce che penetra dalle finestre e, grazie ad esse, finalmente rivediamo i nostri soffitti a botte meravigliosi e poi questa scelta materica, quindi la storia, la storia egizia, la storia dell’edificio, e poi una chiave di modernità che ci ha dato OMA”.
Grazie alla nuova disposizione e alla luce naturale, emergono dettagli unici per ogni statua, rompendo l’apparente uniformità e celebrando quella che l’egittologo Jean Yoyotte definì “una litania monumentale di granito”.
Oltre alla Galleria dei Re, il Museo Egizio restituisce la Cappella di Ellesiya al pubblico in una nuova veste, rendendola accessibile gratuitamente attraverso un ingresso indipendente da via Duse e, al termine dei lavori, dalla futura corte coperta del Museo.
Nel 1966, la Cappella Rupestre di Ellesiya, il più antico tempio rupestre della Nubia, giunse a Torino come dono del governo egiziano all’Italia, in segno di gratitudine per il contributo alla campagna UNESCO per il salvataggio dei templi nubiani minacciati dalla costruzione della diga di Assuan. Dopo un complesso trasporto e ricostruzione, il tempio fu inaugurato al Museo Egizio nell’autunno del 1970, alla presenza di autorità italiane ed egiziane.
Nel 2023, sono iniziati i lavori di restauro e pulitura della Cappella, condotti dal Centro Conservazione e Restauro La Venaria Reale. Il riallestimento è stato curato da un team di esperti egittologi e studiosi del museo: Johannes Auenmüller, Alessia Fassone, Paolo Marini, Beppe Moiso e Tommaso Montonati. Il tutto è arricchito da un video mapping realizzato da Robin Studio, che racconta la storia della cappella e il suo straordinario viaggio dall’Egitto a Torino.
Da annoverare è anche il completamento di una nuova ala del museo: Materia. Forma del tempo, un allestimento permanente dedicato ai materiali come legno e pigmenti per le decorazioni, ceramica e pietra, offrendo una visione approfondita e divulgativa sul lavoro degli artigiani egizi e i progressi tecnologici raggiunti da questa civiltà.
Enrico Ferraris, coordinatore del progetto, ha sottolineato come il nuovo allestimento rappresenti “la piena integrazione tra scienze umane, scienze naturali e tecnologia”, riflettendo l’approccio culturale e museale del XXI secolo. L’ispirazione per questa ala proviene da mostre precedenti del Museo Egizio che avevano sperimentato modalità innovative per esporre i reperti, privilegiando un’organizzazione tematica invece di quella puramente cronologica.
Dal 20 al 22 novembre 2024, il Museo Egizio di Torino celebra il suo bicentenario con il “Festival 200”, un evento straordinario aperto a tutti e completamente gratuito.
Per tre giorni infatti il museo è diventato un palcoscenico per spettacoli, incontri, laboratori e visite guidate che hanno offerto a 23mila visitatori un’esperienza immersiva nella cultura dell’antico Egitto.
Questo bicentenario ha generato un crescente interesse sia nella comunità locale che tra i turisti, attirando un pubblico sempre più ampio e consolidando il ruolo del Museo Egizio come punto di riferimento culturale non solo regionale o nazionale, ma internazionale.
Le celebrazioni non si fermano qui, ma proseguiranno con un ricco programma di eventi fino al 2025, per continuare a condividere il passato e il futuro che verrà di questa straordinaria istituzione tutta torinese.