A Venezia, dieci artisti di fama internazionale reinterpretano il lampadario in uno degli scenari più iconici del mondo: Piazza San Marco. Il progetto fa parte della seconda edizione di Murano Illumina il Mondo, un evento che, quest’anno, ha superato ogni aspettativa, grazie alla partecipazione di artisti e architetti di grande prestigio provenienti da tutto il mondo. Tra i nomi selezionati ci sono Kimiko Yoshida, Marina e Susanna Sent, Hans Weigand, Joseph Kosuth, Philippe Starck, Deborah Czeresko, il duo Fiedler O’Mastrangelo, Kengo Kuma e Arturo Tedeschi, tutti chiamati a mettersi alla prova con l’ambizioso progetto di reinterpretare la tradizione in chiave contemporanea.
Ogni lampadario, frutto della collaborazione tra i maestri vetrai di Murano e creativi visionari, diventa una reinterpretazione unica di un oggetto quotidiano, ma carico di simbolismo e di bellezza che affonda le radici nella lunga storia artigianale dell’isola. Il risultato è una serie di opere straordinarie che, ogni sera, fino al 4 marzo 2025, illumineranno Piazza San Marco, aggiungendo un tocco di magia alla piazza più famosa del mondo. Le opere trovano la loro collocazione perfetta sotto gli archi monumentali delle Procuratie Vecchie, un contesto suggestivo che esalta ogni creazione, dando vita a un’atmosfera unica dove la luce e il vetro si intrecciano, raccontando una storia senza tempo di maestria, arte e innovazione.
Certamente, tutto questo è stato reso possibile grazie al lavoro impeccabile dei maestri vetrai, veri custodi della tradizione di Murano. Sono loro che, con la loro esperienza e abilità, fanno tutto il possibile per trasformare le idee degli artisti in realtà. Il progetto è solo la prima tappa della realizzazione dell’opera a cui segue la fase più delicata del processo di creazione, in fornace. Qui si genera un’attesa carica di emozione e incertezze. Il lasso di tempo che intercorre tra il momento in cui il vetro viene colato e quello in cui il pezzo prende finalmente forma è intriso di una sorta di apprensione palpabile. La perfezione non è mai garantita, e infatti, spesso il risultato non esce come previsto.
Il vetro, con la sua natura sfuggente, fluida e in continua trasformazione, si presta a essere modellato e reinterpretato, ma non sempre ubbidisce. Ogni creazione, infatti, è una sfida, un delicato gioco di equilibrio tra la maestria dei maestri vetrai e l’imprevedibilità intrinseca del materiale.
Il vetro si trasforma così in un linguaggio autentico attraverso il quale gli artisti esplorano nuove forme, significati e orizzonti espressivi. Le opere che nascono da questo processo sono il risultato di una costante ricerca e sperimentazione, dove la perfezione non è mai un traguardo, ma un cammino che si sviluppa in parallelo con la creatività, la tecnica e l’imprevisto. Prendiamo ad esempio Enlighten’s the Word, realizzato da Joseph Kosuth in collaborazione con Barbini Specchi Veneziani, dove l’artista ha scelto di lavorare con il vetro specchiato, creando un gioco di riflessi che sfida la percezione e il significato del linguaggio.
O ancora, il lavoro di Marina e Susanna Sent con Bilancia, un’opera che vede la realizzazione manuale di una rete in vetro con la tecnica del vetro a lume. Un altro esempio significativo è Venetian Wavebreakers Chandelier, il lampadario ideato da Hans Weigand e realizzato in collaborazione con il maestro Nicola Causin. Qui il vetro si fa simbolo di un contrasto profondo: l’opera, che raffigura due dighe frangiflutti, è interamente realizzata in vetro, un materiale fragile e delicato, che si contrappone alla solidità e resistenza del cemento della diga. Questo incontro di materiali apparentemente opposti diventa una potente metafora della fragilità della natura e della città di Venezia, sempre più minacciata dal fenomeno dell’innalzamento delle acque.
In ciascuna delle opere esposte, il vetro non è solo un materiale, ma un mezzo attraverso cui gli artisti comunicano la loro visione del mondo, creando oggetti che, oltre ad essere esteticamente affascinanti, portano con sé riflessioni profonde sulla condizione umana, sociale e ambientale.
Murano Illumina il Mondo 2024 si conferma così come uno degli eventi più attesi dell’anno, celebrando una tradizione millenaria che ha reso Murano un faro di eccellenza nell’arte vetraria. Se, da sempre, l’isola è stata il cuore pulsante della lavorazione del vetro, oggi questa antica arte, saldamente radicata nella cultura e nella tradizione della città lagunare, torna ad essere protagonista sulla scena internazionale.